martedì 30 settembre 2014

FERMARE GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI E' POSSIBILE


Salviamo l'umanità, fermiamo gli allevamenti intensivi

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CARNE
Qualche anno fa stavo parlando con Al Gore (sì, la butto lì) e gli ho fatto una domanda molto semplice: "L'allevamento animale contribuisce per il 18% all'emissione dei gas serra all'origine del cambiamento climatico. Perché non ne parli nel tuo libro o in un film?". La sua risposta è stata sorprendentemente onesta. Parafrasandola, disse: "Per la maggior parte delle persone il ruolo dell'allevamento animale nel cambiamento climatico è una verità troppo scomoda".
Ci piace troppo la carne. O meglio, vi piace troppo la carne. Io sono vegano da 28 anni e a essere onesto non mi ricordo neppure che gusto abbia. Ma collettivamente, come specie, sembra che ci piaccia la carne. Un sacco.
Vale a dire: ogni anno negli Stati Uniti si allevano e si uccidono circa 10 miliardi di animali da bestiame. Nel mondo si allevano e macellano circa 56 miliardi di animali all'anno. Facendo qualche calcolo, significa che per mangiare uccidiamo 1776 animali al secondo, ogni giorno. Senza contare i pesci e i frutti di mare.
Ma anche se sono vegano per una motivazione etica, non voglio scrivere delle implicazioni etiche dell'allevamento. Voglio parlare piuttosto dei modi in cui l'allevamento intensivo sta uccidendo noi e rovinando il nostro pianeta. Lo so, sembra un'esagerazione da fanatico: "Sta uccidendo il nostro pianeta", ma talvolta quella che sembra un'esagerazione non la è. A volte l'iperbole è semplice e nuda verità. Comincerò dal cambiamento climatico.
Gli Stati Uniti hanno rilasciato un report nel quale si afferma che l'allevamento intensivo è all'origine del 18% delle emissioni di gas serra. Per metterla in una diversa prospettiva: l'allevamento influisce sul cambiamento climatico più di tutte le macchine, barche, bus, camion, moto e aeroplani sulla terra. Messi assieme.
Ma a noi piacciono gli animali - o perlomeno allevarli e mangiarli. Quindi facciamo uno scambio: prodotti animali per cambiamento climatico. Il clima è una cosa complicata. E il cambiamento climatico è una cosa complicata. Ma il ruolo dell'allevamento intensivo nel cambiamento climatico è evidente.
E vogliamo parlare della fame nel mondo? Ci sono più di 7 miliardi di persone sulla Terra, e molti di loro soffrono la fame. Articolo dopo articolo, libro dopo libro, ci si chiede: "Come faremo a sfamare un pianeta con 7,8,9 o 10 miliardi di persone?". E le discussioni finiscono sempre sugli OGM, i fertilizzanti e sui terreni coltivabili. Ma ci sarebbe un'idea spaventosamente semplice: smettiamola di mangiare carne.
Ci vogliono circa 7 chili di grano per ottenere mezzo chilo di carne - che basta a sfamare una coppia per qualche ora. In confronto, 6 chili di grano sono sufficienti a sfamare 13 persone per una giornata intera.
Nel mondo non abbiamo un problema di carestia, ma di bestiame. Dare il cibo agli animali e poi mangiarli è come scaldare la propria casa in inverno dando fuoco al legno fuori.
A proposito di inverni: qualche anno fa, stanco dei freddi inverni newyorkesi, mi sono trasferito in California. L'anno scorso a Los Angeles abbiamo avuto circa 362 giorni di sole. A Natale c'erano 27 gradi e neanche una nuvola in cielo. Il che è fantastico, a parte il fatto che la California e gran parte dell'Occidente stanno vivendo oggi la peggiore siccità della storia. Da Californiani, ci è stato chiesto di fare docce più corte e di usare meno acqua per annaffiare le piante. Entrambe ottime idee. Ma guardiamola da una diversa prospettiva: per una doccia più lunga si consumano circa 150 litri d'acqua. Mentre per ottenere un hamburger ce ne vogliono dai 15 mila ai 30 mila.
Più del 90% dell'acqua in California è utilizzata per l'agricoltura. Alcuni tipi di colture hanno bisogno di pochissima acqua: ci vogliono circa 800 litri d'acqua per produrre mezzo chilo di soia, ad esempio. Ma altri tipi di colture necessitano di moltissima acqua - ad esempio il riso, il cotone, e poi l'allevamento. Ogni mezzo chilo di pollo necessita di 1700 litri, e il maiale di circa 2100.
Personalmente, mi piacerebbe fare un patto con la California. Farò docce più brevi se voi smetterete di utilizzare l'acqua per l'allevamento. Se salto nella doccia e faccio velocissimo, potrei persino avere bisogno di soli 18 litri d'acqua. E dopo 132 docce, avrò usato tanta acqua quanta ne è necessaria per creare mezzo chilo di manzo.
Quindi abbiamo capito che quei circa 56miliardi di animali da bestiame sulla terra usano un sacco di acqua e grano e creano un sacco di metano e di anidride carbonica.
Ma quei miliardi di animali creano anche scorie. Una quantità inaccettabile di rifiuti.
Vediamola così: i buoni cittadini di Philadelphia producono circa 1 milione di tonnellate di urina e feci all'anno. E uno, un singolo grasso maiale da fattoria produce circa 1 milione e 600 mila di urina e feci all'anno. I nostri laghi e fiumi si stanno riempendo di alghe. Le nostre falde acquifere si stanno inquinando. E il principale responsabile è l'allevamento intensivo. I 56 miliardi di animali da bestiame che ci sono sul pianeta producono tonnellate di feci e urina ogni anno - tre volte quelle che producono gli esseri umani.
E oltre a sporcare le nostre riserve d'acqua, sporcano anche le nostre case. Uno studio dell'Università dell'Arizona ha dimostrato che ci sono più feci residue e scarti in una qualsiasi cucina di onnivori che dentro la tazza del wc. E questo soprattutto a causa della carne.
Gli animali passano la vita in mezzo alle loro stesse feci e urina, e quando sono uccisi e impacchettati si portano con sé quelle feci e quell'urina. In casa tua. E ci portano anche i pesticidi, gli antibiotici, gli ormoni di crescita, il colesterolo e i grassi saturi.
Se tutti noi smettessimo domani di mangiare la carne e gli altri prodotti animali, gli studi suggeriscono che vedremmo diminuire obesità, problemi di cuore, diabete e alcuni tipi di cancro. Non abbiamo un problema globale di salute, una parte troppo considerevole della sanità mondiale si occupa di curare le malattie derivate dal consumo di prodotti animali. E non voglio sbandierare troppo la causa vegana, ma i vegani hanno tassi inferiori di obesità, diabete e cancro.
Quando parlo con qualcuno di allevamento e carne, sento spesso dire "Ma la carne costa poco". Ed è vero. Ma solo perché ampiamente finanziata dalle nostre tasse. Negli Stati Uniti si investono miliardi di dollari ogni anno a supporto diretto o indiretto dell'industria della carne. Miliardi di dollari delle nostre tasse che vanno a finanziare un prodotto che rovina il nostro ambiente e la nostra salute. Finanziamo il grano che serve per gli allevamenti. Finanziamo l'acqua utilizzata per il bestiame. Noi, pagando le tasse, finanziamo l'allevamento intensivo.
E cosa abbiamo in cambio? I gas serra. E trilioni di chili di scorie animali che inquinano i nostri laghi e fiumi e cisterne. Abbiamo in cambio dei prodotti finali che causano il cancro, il diabete, problemi di cuore e obesità. E, a dirla tutta, anche dellezoonosi.
"Zoonosi" è una parola divertente e carina, a sentirsi. Suona come una versione molto erudita di uno zoo, in cui gli animali leggono libri e abitano su delle barche. Ma le zoonosi non sono né carine né simpatiche. Alcune malattie potrebbero suonarvi piuttosto familiari: E.coli, Salmonella, SARS, aviaria, Ebola e anche vecchi nomi come il vaiolo e la comune influenza. Le zoonosi vengono dagli animali e in molti casi dall'allevamento.
Fortunatamente, fino ad ora, siamo stati capaci di curar la maggior parte di quelle malattie con gli antibiotici. Ma ecco il punto: gli animali da bestiame sono così malati e in così cattiva forma che gli antibiotici sono l'unica cosa che li tiene in vita prima del macello. Quegli animali vengono sfamati con una quantità oscena di antibiotici mentre sono vivi, e quegli antibiotici finiscono anche nel loro latte e nelle loro uova e nella loro carne.
Quando mangi un animale, ne mangi il grasso e i muscoli ma anche tutti gli antibiotici che gli sono stati dati da vivo. E la doppia sfortuna con le zoonosi viene proprio dall'allevamento: gli animali sono all'origine delle malattie ma anche all'origine della resistenza agli antibiotici. Così le zoonosi possono ucciderci, soprattutto dal momento che l'allevamento ha creato dei batteri che resistono agli antibiotici convenzionali.
Eccolo qui, il divertentissimo mondo dell'allevamento.
Un semplice riepilogo:
L'allevamento:
Necessita di tonnellate di grano che potrebbero sfamare direttamente le persone;
Ha bisogno di acqua che potrebbe essere usata per coltivare cibo sano;
Produce tonnellate di feci e urina che inquinano laghi, fiumi e acqua potabile;
Causa il 18% dei gas serra;
Contribuisce all'obesità, al diabete, ai problemi di cuore e al cancro;
Causa delle zoonosi;
Contribuisce alla creazione di batteri resistenti agli antibiotici;
Ed è in gran parte finanziato dalle nostre tasse.
Come specie, ci troviamo davanti a dei problemi complessi e a prima vista irrisolvibili. E poi ci troviamo davanti alla questione dell'allevamento animale. Perciò, invece che concentrarci sui problemi irrisolvibili (come curare la calvizie) concentriamoci su qualcosa di semplice e con degli effetti fenomenali: porre fine all'allevamento intensivo. Tutto quel che dobbiamo fare è smettere di finanziarlo e smettere di comprare prodotti animali. Semplice. E i gas serra saranno ridotti del 18%.
La fame potrebbe finire. L'acqua diventerebbe pulita e più abbondante. Le morti per cancro e per malattie al cuore e per diabete e obesità potrebbero essere ridotte. E le zoonosi potrebbero essere ampiamente ridotte. È davvero semplice come sembra.
Abbiamo fatto delle cose difficili in passato. Abbiamo messo fine alla schiavitù. Abbiamo introdotto il suffragio universale. Abbiamo reso illegale il lavoro minorile. E stiamo andando in una direzione in cui il fumo sarà solo un ricordo distante.
Possiamo farlo. Dobbiamo farlo. La nostra dipendenza dai prodotti animali ci sta letteralmente uccidendo e sta rovinando il nostro clima e il nostro pianeta.
Terminerò con una citazione di Albert Einstein:
"Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l'evoluzione verso una dieta vegetariana".

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