domenica 29 marzo 2015

una opinione ambientalista sul PUC di Genova


PERCHE' IL PUC DI GENOVA APPENA APPROVATO E' UNA IATTURA URBANISTICA E ( FORSE ANCHE GIURIDICA )

Il comune di Genova ha da poco approvato il nuovo testo del Piano Urbanistico Comunale che è il risultato di un lavoro di due giunte, uno stuolo di tecnici un numero impressionante di sedute di consiglio ed è in effetti un pacwork urbanistico che non rappresenta in alcun modo un disegno, un'idea di città ma solo la sommatoria di numerosi interessi privati cuciti insieme senza alcun ordine senza rispecchiare nemmeno le ipotesi fondative enunciate.
Oltretutto il PUC di Genova non è stato votato da una maggioranza qualificata ma da soli 18 consiglieri, pure due rappresentanti del Pd non se la sono sentita di votarlo. Perciò è un PUC passato solo grazie alla disponibilità della destra come già avvenuto per la gronda e senza essere il parto di una maggioranza che con tutta evidenza non c'è più avendo Doria dilapidato tutta la credibilità conquistata con la grande vittoria ottenuta alle primarie e alle elezioni ed essendosi già attovagliato alla nuova maggioranza similgovernativa nella gestione della Città Metropolitana. In attesa che anche sul bilancio si arrivi a un prevedibile identico risultato ( se si riuscirà a votarlo prima di luglio ed è quello preventivo!) ci limitiamo ad alcune considerazioni su cui confidiamo che la regione esprima un parere di non ottemperanza.

Nel merito:

Difesa del suolo. Questo PUC prevede un notevole aumento delle cubature cementate a Genova , una ulteriore impermeabilizzazione dei suoli, una nuova edificabilità collinare passata per salvaguardia ambientale che vedrà il prevedibile fiorire di villotti nelle aree di pregio in gran parte da nella disponibilità di grandi proprietari fondiari e costruttori  o di persone a loro collegabili.
L'introduzione di un nuovo passpartou urbanistico : "l'invarianza idraulica" ne è il massimo livello. L'invarianza idraulica nata un alcuni decenni fa per zone di pianura in Romagna non puo' in alcun modo applicarsi in aree urbanistiche ad alto tasso di fragilità geologica. Infatti la presunta garanzia di un franco idraulico che permetterebbe a questo punto di costruire anche sui fiumi non puo' non tenere conto che se le portate idrauliche sono presumibilmente certe è altrettanto certo che le centinaia di frane attive in tutto il perimetro urbano non sanabili per la nota mancanza di fondi continueranno a portare a valle volumi corposi di terre e rocce che fatalmente finiranno per occludere tutti i percorsi idrici. Ne è ampia dimostrazione il disastro causato dal rio Mermi a Ponte Carrega rinchiuso dentro inutili argini in cemento e occluso in alto dalla costruzione ( autorizzatissima ) di un edificio da edibire a Supermercato. Queto ed altri fulgidi esempi di autorizzazione a costruire sui o accanto ai rivi e i risultati già ottenuti in termini di danni avrebbe dovuto far ricredere i nostri urbanisti che invece alluvione dopo alluvione continuano imperterrimi a cementificare.

La riduzione di permeabilità del territorio non è compresa in questo PUC o meglio non è un vincolo portante del disegno di città che i nostri hanno in testa anche se potrebbe essere realizzato a basso costo e con enormi benefici con la deimpermeabilizzazione di km quadrati di piazze, di parcheggi, di creuse e persino di chilometri di percorsi nei parchi e nelle ville storiche tutti asfaltati .

Inutile dire che anche i permessi a costruire ( nuovo ) prevedono una depermeabilizzazione delle aree non fissata in una percentuale , ma lasciata alla valutazione dei funzionari .

Quando si passa agli acquferi la situazione è forse peggiore. Non esiste una mappatura dei rii sotterranei dallo Sturla al Polcevera , alcuni di quelli noti sono stati riclassificati come fogne ( con procedure autorizzative completamente diverse ) se poi andiamo a vedere i cosidetti rii senza nome, classificazione molto in voga tra i nostri urbanisti ne troveremo molti, specie nelle situazioni a maggior rischio e danno avvenuto come ad esempio per la recente alluvione a Staglieno nell'ara dei marmisti . Oviiamente se poi parliamo di portate è evidente che essendo rii senza nome non vi è alcuna certezza, ed essendo molti questi rii, la sommatoria delle loro portate massime alluvionali non vanno a incidere sui percorsi autorizzativi e sui vincoli degli acquiferi di cui sono affluenti.
Altro discorso va fatto per sorgenti e prese d'acqua le cui aree ( a monte ) non sono in alcun modo salvaguardate per cui gli oltre 60 punti acqua che la gronda dovrebbe attraversare ( e tranciare ) non sono ne monitorati ne vincolati menoche meno è nota la loro portata ed indicata la nuova strada che l'acqua dovrebbe seguire a seguito delle costruzioni previste.
Andra' a finire come a Nervi dove sono stati autorizzati 1500 box in un'area di un km senza tener minimamente conto del deflusso delle acque col risultato che le piante dei sottostanti parchi cascano in continuazione a causa delle radici marce d'acqua a causa della deviazione degli acquiferi ( autorizzata).

Se parliamo del verde possiamo cominciare dalle circa 40 ville storiche pubbliche di propietà pubblica presenti in città e che non solo non sono caratterizzate anche ai fini del rispetto della legge vigente che li tutela ma nemmeno messe a sistema relegando una delle piu' grandi risorse paesaggistiche , botaniche, storiche della città a fenomeni residuali affidati di volta in volta alla buona volontà dei volontari e destinatari di inestimenti a dir poco risibili quando potrebbero essere una delle maggiori fonti di reddito per il comune a fronte dei noti e diffusissimi circuiti internazionali di amanti dei giardini storici minimamente informati e intercettati dai tour operator che agiscono in citta' . Del resto c'hanno pure ragione:" che gli fai vedere al turista colto e benestante ? Un campeggio degli scout in pieno cono visivo che dalla villa va al mare o una partita di calcio Italia resto del mondo in un'area non attrezzata per questo con danni di decine migliaia di euro per rifare il manto erboso?"
E poi la programmazione del verde è veramente una cosa da ragionieri non da botanici.Si tagliano gli alberi perché tanto son tutti malati e li si sostituiscono con altri la cui altezza e chiona è minore ( più facili da potare ) con un saldo di mq di verde arboreo, di ombreggiatura , di aria pulita,di protezione acustica drammaticamente a picco che poi la gente finisca in ospedale per colpi di calore o per tumori polmonari non è una questione urbanistica la sanità pubblica non è a carico del bilancio comunale.
Poi ci sono le aree verdi libere da impestare di cemento: valga per tutte l'area di 5000 mq del parco dell'ospedale psichiatrico. Li sono autorizzate residenze nel verde vista mare, negli altri 3000 senza vista mare box. Nessun parco o area verde attrezzata è prevista , solo "valorizzazioni" a fine speculativo.

La difesa dal rischio idraulico è poi tutta affidata alle grandi opere: scolmatore del Fereggiano, deviatore del rio Vernazza , rifacimento della copertura finale del Bisagno ( opera di manutenzione stradale , non idraulica come erroneamente saremmo tutti portati a credere ). Ora ammesso e non concesso che siano opere utili e che il rapporto costi benefici siano favorevoli, queste opere saranno ultimate in una decina d'anni. E nel frattempo? Per quelli che abitano in aree a rischio esondazione? Non ci sono soldi, non resta che pregare. La pratica del trasferimento di volumi per liberare i piani terra e i seminterrati va bene quando servono a riempire di cemento le zone più di pregio del levante cittadino, non certo a salvare la vita dei poveracci che vivono sulla riva del Fereggiano o acquiferi consimili.

Per la mobilità vale per tutto il ridicolo di un'opera, la strada a mare di Cornigliano inaugurata da poco e finita ( nelle dichiarazioni dei responsabili ) nel 2018. Ma che cazzo hanno inaugurato? Oltretuttu è stato progettato costruito e collaudato un ponte sul Polcevera che non permette ai treni in uscita dal porto ( i pochi che uscivano da Sampierdarena) di passare , ma chi è l'ingeniere che ha autorizzato la cosa? E poi avete presente una strada senza marciapiedi che se vi fermate per un guasto ve la dovete fare a piedi se non vi ammazzano prima? Anche li tutto autorizzato e validato. Se muori è la sfiga.
Del resto in un frangente in cui l'Europa si pone l'obbiettivo ( e destina i finanziamenti ) all'esclusione del traffico privato dalle aree urbane notoriamente intasate i nostri urbanisti propongono una lunga striscia di asfalto a sei corsie che dalla lanterna arriverà a Voltri tagliano definitivamente come decenni fa con la sopraelevata il rapporto visivo tra città e mare , e anche l'accessibilità dei cittadini all'acqua.
Se qualcuno parla di piste ciclabili viene scomunicato se qualcuno propone aree pedonalizzate si rischia la denuncia per terrorismo.
Sul Puc nulla di nulla. Solo e sempre cemento e asfalto.

Una delle più belle favole in bocca ai nostri prodi è che il 75% dell'area comunale è verde. Ora ad esclusione delle aree che saranno riempite di villotti vista mare, avete presente come sia di facile accessibilità pedonale e anche con mezzi pubblici il Fasce, punta Martin, il Faiallo, il forte Diamante il forte Ratti? Si, sono tutte aree verdi, ma non accessibili da bambini ed anziani a piedi e in sicurezza ad una distanza massima di 500 metri come prospettava la Regione Liguria in ottemperanza ai dettami di legge e alle indicazioni urbanistiche di tutte le accademie del mondo. Ma neanche per sogno! Prendetevi un cross e pedalate che vi fa bene.

Ve le ricordate le bare che galleggiavano sul Polcevera durante l'ultima alluvione? Be tranquilli la prossima potremmo galleggiarci noi. Un investimento per la sicurezza consigliatissimo: un salvagente da tenere in casa . Maniman......

andrea agostini
del Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova

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