mercoledì 30 settembre 2015

porci domande

Scorgere qualcosa che accadrà

by JLC
Ci sono quelli che non smettono di porre domande, chi non sa dove passare e quelli che mettono in comune idee e punti di vista. In ogni caso è forte il bisogno di percorsi non consueti, di un apprendimento diverso, di scrivere fuori dai margini. Il quinto appuntamento nazionale della Rete di cooperazione educativa (che da alcuni anni mette insieme insegnanti, babbi, educatrici, mamme... compagni di strada di maestri come Lorenzo Milani, Mario Lodi , Gianfranco Zavalloni), a Bastia Umbra (24 e 25 ottobre), è prima di tutto un tentativo per riconoscere le scintille di un mondo nuovo, uno spazio di incontro in un periodo piuttosto buio nella storia dell’educazione. Alla due giorni è stata invitata anche la redazione di Comune: condivideremo il nostro sforzo nel raccontare e accompagnare i molti modi con cui, nonostante tutto, il cambiamento sociale fiorisce in basso
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di Valentina Guastini e Carlo Ridolfi*
Mentre preparavamo questo articolo, ci siamo imbattuti in un bel film e in una frase che ci ha fatto riflettere. Il film si intitola Sfiorando il cielo. È un documentario. L’ha realizzato nel 2013 un regista spagnolo, Horacio Alcalà. Racconta di un gruppo di giovani artisti di tutto il mondo, uomini e donne, che hanno scelto il circo e, in particolare, le acrobazie e il trapezio come strada che è, al contempo, professionale e di vita. Uno di loro, Fadi Zmorrod, è palestinese. Mentre racconta della sua terra di origine e delle vie che ha deciso di percorrere, dice: “Avevo due scelte: o scappare o affrontare la situazione”. Non è fuggito, Fadi. Se ne è andato per studiare, allenarsi, acquisire competenze e abilità alla scuola del circo di Bruxelles o al Cirko Vertigo di Torino, e poi è tornato in Palestina per insegnare quello che aveva imparato ai ragazzini e alle ragazzine suoi vicini.
Anche noi, che viviamo in condizioni ben più agiate e confortevoli dei ragazzi palestinesi, ci raccontiamo che a volte siamo presi dalla tentazione di scappare. A volte ci sentiamo passeggeri di un treno che, come quello della nota canzone di Paolo Conte, va all’incontrario rispetto alle decisioni politiche, alle corse a ostacoli della burocrazia, alle ansie di qualche genitore sempre più preoccupato di vedere i propri figli affermarsi in quella che pare una competizione che non fa prigionieri, alle ottusità di qualche insegnante che oscilla tra la nostalgia dei bei tempi in cui ci si alzava in piedi quando in classe entrava il direttore e le magnifiche sorti e progressive di lavagne multimediali sempre più colorate, efficaci e fredde. Le maestre più sagge o i papà più pazienti ci ricordano, con l’esempio quotidiano, oltre che con parole che ci fanno sempre molto bene, che l’educazione è come l’aria e respirare è necessario e se si pensa di scappare si rischia di lasciar chi resta a mettersi nei polmoni e nella testa contenuti e sostanze non esattamente salutari.
Per questo ci ritroveremo, ancora una volta, con enorme voglia e grande energia, per il nostro V incontro nazionale, che si terrà sabato 24 e domenica 25 ottobre a Bastia Umbra, ai piedi di Assisi, nelle terre di Francesco, per incontrarci, discutere, confrontarci, scambiare idee ed esperienze, condividere passioni, dar corpo insieme alla vita educativa.
Abbiamo intitolato questo nostro V incontro L’educazione prende corpo. Imparare in tutti i sensi, proprio per ricordare e ricordarci che la stessa dimensione di fatica e divertimento, di vertigine e sudore, di impegno e soddisfazione che permea la quotidianità dei giovani protagonisti del documentario di Alcalà la possiamo ritrovare anche nelle nostre esperienze di tutti i giorni.
Gli acrobati hanno in dono, conquistato con grande pazienza, di costruire dei momenti in cui possono sfidare e vincere la gravità. Senza pensare che il mondo e i giorni siano fatti di sciocche consuetudini futili, anche noi vorremmo provare a staccare per un attimo i piedi da terra e disegnare linee e contorni di un’educazione sottile ma resistente. Staccare e tornarci, a terra, più leggeri e più forti.
Ci ha colpito poi una frase che sta in un bellissimo romanzo di Matteo Corradini: Annalilla. Dice così:
“L’ultima settimana di scuola e la prima settimana del mondo non sono tanto diverse: sono un’anticipazione di qualcosa che accadrà”.
Quando parlammo di “educazione prende corpo” per le primissime volte avevamo un’idea focalizzata sul corpo docente con la voglia di affrontare temi come la formazione, ma anche e soprattutto, provare a spiare le solide basi di chi era ancora capace di far leva sulla passione di fronte ad un periodo piuttosto buio nella storia dell’educazione.
Di fronte ad una cronaca  quotidiana così intrisa di disperazione, di pregiudizio e chiusura, per un attimo abbiamo considerato di contrapporre un’educazione alla risata, forse come spinta emotiva alla resilienza. Ma nelle positive discussioni, che abbiamo più volte avuto occasione di affrontare in preparazione al V convegno, traspariva sempre un bisogno di riflessione più ampio che non fosse limitato alla formazione né al solo corpo.
Sono sensazioni che affiorano, scintille che indicano una strada ancora lunga, non percorsa, fatta di sensi che non siamo più abituati ad utilizzare. Esigenze e competenze differenti da cavalcare sulla via della conoscenza, dove per conoscenza intendiamo un co-gno-sco antico, un comincio ad accorgermi nel quale le persone condividono un linguaggio e un universo di significati comuni.
La Rete di Cooperazione Educativa nasce anche per condividere esperienze, divulgare e beneficiare di un sapere migliorativo nel campo dell’educazione. In particolare, in questo convegno, si cercherà di  mettere in relazione le capacità educative di chiunque abbia percorso questa strada di sensi, di coloro i quali attraverso percorsi non consueti hanno raggiunto conoscenze più approfondite, di chi ancora si interroga a metà strada e di chi non sa dove passare.
Lo faremo a partire dalla mattina di sabato 24, nella quale i racconti di resilienza di Paola Milani e Antonia Chiara Scardicchio e l’esperienze di un maestro come Franco Lorenzonici introdurranno con piena immersione di concetti e di pratiche nel tema del convegno. Lo faremo nelle venti Stanze di vita educativa e nei tre laboratori della sezione speciale Corpoditeatro. Lo faremo domenica 25 a mezzogiorno, quando la piazza Umberto I di Bastia sarà “invasa” da centinaia di Pacifici disegnati, costruiti, discussi e meditati da bambini e bambine di tutta Italia e Luciana Bertinato, Emanuela Bussolati, Sandra Dema e Roberto Papetti ci racconteranno da par loro questo viaggio, di cui Bastia non è che una tappa.
Queste scintille sono preziosi beni da condividere che permettono un livello di comprensione tra le persone molto elevato. Sono occasioni per creare gruppi sociali coesi nei quali la gente, quando parla, sa di cosa sta parlando e si capisce.
Quello che stiamo cercando di fare con l’educazione non si può certo paragonare alla creazione del mondo, come dice Annalilla, ma uniti, preparati ed ispirati potremo intravedere un’anticipazione di qualcosa che accadrà.
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* Tavolo di coordinamento Rete di Cooperazione Educativa – C’è speranza se accade @
Scarica il programma completo del quinto incontro nazionale della Rete di Cooperazione Educativa,  - "L'Educazione prende corpo", Bastia Umbra, 24 e 25 ottobre 2015).
Nei prossimi giorni, altri articoli sui temi e sui laboratori di Bastia Umbra.
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JLC | settembre 30, 20

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