sabato 28 novembre 2015

Occidente e ipocrisia umanitaria

L’ipocrisia umanitaria dell’Occidente

by JLC
Fonte: tompaulson.wordpress.com

di Alain Goussot*
Miseria e spaventose ingiustizie con il 50 per cento della popolazione mondiale che non possiede assolutamente nulla, ma il 10 per cento che possiede l'80 per cento della ricchezza del pianeta. Guerre, violenze, politiche di potenza, razzismo strisciante mascherato da 'buoni sentimenti' per le vittime del terrorismo, per Lor Signori ci sono vite che valgono di più e altre di meno.
Se sono a Parigi o New York e per di più bianco la mia vita vale molto di più se mi trovo a Beirut, Baghdad, Bangui o Gaza con la pelle scura, ci sono morti che non valgono nulla e di cui non si ricorda neanche il nome e il volto. L'ipocrisia umanitaria dell'Occidente "democratico" ha ormai raggiunto un livello di cinismo e menzogna così macroscopico da apparire, paradossalmente credibile, a quella parte di popolazione europea o statunitense ormai colonizzata culturalmente dal modello consumistico egoistico, narcisistico e individualistico (i noti valori che difendono governanti, giornalisti e pseudo intellettuali). Nessuna compassione, nessuna indignazione, nessun sentimento per milioni di persone che muoiono ogni giorno a causa dello sfruttamento e della fame causati dalle politiche di chi governa il mondo per conto di quella oligarchia finanziaria senza scrupoli e avida che deve accumulare profitti in modo esponenziale e bulimico al punto di distruggere interi Stati e popoli. Povera umanità!
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La disumanizzazione mascherata da buon coscienza - quella di chi crede essere superiore agli altri - è anche la peggiore delle violenze simboliche, offende la sofferenza di chi subisce ogni giorno gli effetti devastanti di quelle decisioni. In particolare basta guardare i volti dei bambini e delle bambine di tanti paesi dell'Africa, quelli dei bambini siriani, iracheni, libanesi, palestinesi, libici per chiedersi di quale umanità stiamo parlando, non quella dei poeti di tutte le culture che cantano l'innocenza e la grande autenticità dell'infanzia, non quella delle madri che con le loro notte bianche, il loro coraggio, il loro amore senza confini e le loro speranze si prendono cura dei propri figli e spesso anche di quelli che non conoscono, non quella dei padri che tentano di proteggere e mettere in salvo quelli che amano, non quella dei volontari e missionari che spendono la loro esistenza per alleviare le sofferenze altrui, non quella degli educatori popolari vicini agli oppressi e in particolare ai bambini che vivono per strada in preda agli sfruttatori.
Ma Lor Signori che fanno retorica ipocrita, pur essendo responsabili dei disastri disumani che abbiamo sotto gli occhi, hanno perso la propria coscienza. Hanno venduto la loro anima alle forze del denaro e del profitto per le quali le persone umani non esistono, soprattutto quelle povere che vengono considerate come non persone che vivono in non luoghi. Povera nostra umanità crocifissa dalle forze del dominio planetario, dai commessi di un sistema di predatori. Lo sguardo limpido e innocente dei bambini mutilati e violentati per causa loro è un atto di accusa terribile!
Allora ogni giorno continuiamo ad essere umani e sforziamoci di non perdere la nostra dignità, basta un piccolo gesto, una mano tesa, un sorriso, un pensiero di compassione e pietà autentica, basta la convivialità di una esperienza fraterna, per non fare morire le nostre coscienze e lasciarle in pasto agli avvoltoi che decidono vita e morte di milioni di esseri umani.

* Alain Goussot è docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna. Pedagogista, educatore, filosofo e storico, collaboratore di diverse riviste, attento alle problematiche dell’educazione e del suo rapporto con la dimensione etico-politica, privilegia un approccio interdisciplinare (pedagogia, sociologia, antropologia, psicologia e storia). Il suo ultimo libro è L’Educazione Nuova per una scuola inclusiva (Edizioni del Rosone)

DA LEGGERE
Una scrittura collettiva di maestre, educatori, scrittrici tra guerra e terrorismo. Un tentativo di ridare dignità alla parola pace. Un modo per cercare nella tormenta in corso la speranza dove si pensa che non esista più

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