https://www.huffingtonpost.it/2018/06/29/ingabbiato-dai-conti_a_23471267/?utm_hp_ref=it-homepage
venerdì 29 giugno 2018
giovedì 28 giugno 2018
appunti sulla dittatura turca da ecumenici.it
(Foto di Euronews)
Il 24 giugno si sono svolte le elezioni politiche e presidenziali in Turchia: Il primo Presidente del nuovo sistema governativo si chiama Recep Tayyip Erdogan ed il partito a cui appartiene deve comporre una coalizione con gli ultranazionalisti per poter governare.
Correvano sei candidati per diventare il nuovo Presidente; Recep Tayyip Erdogan, (Presidente uscente) Muharrem Ince (candidato del Partito Popolare della Repubblica), Selahattin Demirtas (Partito Democratico dei Popoli), Meral Aksener (Partito Buono), Temel Karamollaoglu (Partito del Benessere) e Dogu Perinçek (Partito della Patria).
I partiti che hanno partecipato alle elezioni politiche invece sono i seguenti: Partito dello Sviluppo e della Giustizia (AKP), Partito del Movimento Nazionalista (MHP), Partito della Grande Unione (BBP), Partito Popolare della Repubblica (CHP), Partito Democratico (DP), Partito Democratico dei Popoli (HDP), Partito del Benessere (SP), Partito Buono (IP), Partito della Turchia Indipendente (BTP), Partito della Patria (VP) e Partito della Causa Libera (Huda-Par).
Secondo i dati, ancora non ufficiali, diffusi dal Consiglio Supremo Elettorale (YSK) i risultati per le elezioni presidenziali sono così:
52.38% – Recep Tayyip Erdogan
30.79% – Muharrem Ince
8.32% – Selahattin Demirtas
7.42% – Meral Aksener
0.90% – Temel Karamollaoglu
0.20% – Dogu Perinçek
Invece i risultati, sempre non ufficiali e sempre dello YSK per le elezioni politiche sono i seguenti:
42.28% – AKP
22.79% – CHP
11.53% – HDP
11.20% – MHP
10.14% – IP
1.36% – SP
0.32% – Huda-Par
0.23% – VP
0.16% – altri
Con questi risultati la distribuzione dei seggi sarebbe questa:
AKP – 293
CHP – 146
HDP – 67
MHP – 49
IP – 45
Dato che alcuni piccoli partiti hanno presentato dei candidati nelle liste dei grandi partiti “alleati” per poter entrare nel Parlamento, oltre i risultati di sopra anche questi faranno parte della nuova formazione parlamentare:
SP – 3
DP – 1
BBP – 1
Alla luce di questi risultati Recep Tayyip Erdogan, oltre essere il primo Presidente della Repubblica non bipartisan diventa anche il primo Presidente del nuovo sistema governativo che apre una nuova fase nella storia della Repubblica di Turchia. Un nuovo sistema molto discutibile che arricchisce le mani dell’uomo in cima con diversi poteri decisionali e di interventi nel sistema governativo, legislativo ma anche in quello giuridico.
Il 29 giugno lo YSK comunicherà i risultati ufficiali ed il 2 luglio nuovi parlamentari, 600, giureranno la loro fedeltà alla costituzione ed alla Repubblica nel Parlamento. Successivamente, grazie alla novità costituzionale, il nuovo Presidente nominerà i suoi sedici ministri. Ormai in Turchia non ci sarà più la figura del Primo Ministro e non sarà necessaria la fiducia. Quindi dopo l’annunciazione dei nuovi ministri dovrebbe iniziare la vita del nuovo governo.
Il sessantasettesimo governo della Repubblica di Turchia per nascere avrebbe bisogno di 301 parlamentari, uno in più della metà del totale. L’AKP con questi risultati non sarebbe in grado di farcela quindi, come era previsto prima delle elezioni, il nuovo governo sarà un lavoro di coalizione tra l’AKP ed il Partito del Movimento Nazionalista, MHP.
La Turchia ha trascorso un periodo elettorale sotto lo stato d’emergenza, dichiarato nel mese di luglio del 2016. Particolarmente il giorno delle elezioni è stato un momento di brogli, violenza e manipolazione. Secondo la relazione post elettorale, comunicata il giorno dopo le elezioni, dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), il governo insieme al Presidente della Repubblica hanno ottenuto un risultato elettorale vincente grazie ad una condizione elettorale non equa. Secondo gli esponenti dell’organizzazione europea la maggior parte dei media privati e statali hanno lavorato a favore del governo limitando la libertà di informazione e quella d’espressione di altri concorrenti e partiti. L’OSCE attira l’attenzione sul fatto che sotto le condizioni imposte dallo stato d’emergenza varie convenzioni internazionali che garantiscono i principali diritti umani siano state sospese e limitate. In conclusione, secondo l’OSCE durante lo svolgimento delle elezioni il lavoro degli osservatori è stato limitato in vari casi, le urne spostate precedentemente hanno impossibilitato l’esecuzione del diritto al voto di numerosi cittadini ed è stata una giornata elettorale piena di problemi di sicurezzamartedì 26 giugno 2018
ata dove vai?
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ATA,DOVE VAI???
In pochi giorni la Giunta di centrodestra savonese è emersa dal suo “nulla” con cui agisce normalmente per dare alcuni segnali su ATA, a stare a notizie di stampa :
a) Lavoratori e lavoratrici rischierebbero di non ricevere la quattordicesima;
b) Il Comune starebbe ipotizzando di cedere ATA a privati tramite l’affitto di azienda;
c) I mezzi aziendali sarebbero fermi perche’ non ci sono i soldi per pagare i creditori.
A ciò bisogna aggiungere che, sempre a stare a notizie di stampa, la Lega Nord si sarebbe accorta che l’azienda rischia fortemente di essere privatizzata lasciando a carico del Comune solo gli oneri della crisi.
Io credo che non debba spaventare in linea di principio un processo di eventuale privatizzazione aziendale anche se fino ad oggi ci si e' battuti e ci si batterà perche’ ATA conservi il suo carattere pubblico, parziale garanzia anche per la salvaguardia dei livelli occupazionali.
Sorge però una domanda ma ATA non ha un presidente che oggi , dopo aver nella sua vita ricoperto cariche pubbliche in quota centrosinistra o centro-centro, è espressione proprio della Lega ovvero l’avv.Garassini?
Perche’ dinanzi a questo scenario sempre peggiore il consiglio di amministrazione, che, a stare ai quotidiani non è riuscito dal suo insediamento a produrre un piano industriale, non se ne va liberando l’azienda dal proprio non-governo?
In secondo luogo anche in caso di cessione a privati che cosa chiederebbe il Comune?
1) La differenziata spinta e porta a porta in modo da raggiungere le percentuali di legge?
2) L’avvio di una politica di prevenzione e riduzione dei rifiuti?
3) Una politica a sostegno del riuso?
4) Una campagna di educazione ambientale riportando in funzione il Laboratorio di Educazione Ambientale comunale chiuso da questa Giunta?
Tante sono le domande ,che si vorrebbero porre alla nostra Giunta e alla nostra Sindaca sempre loquace ma sorgono due dubbi:
a) Perche’,se l’incasso della TARI è notevole al punto di poter ipotizzare l’affitto di azienda a privati, questi ultimi devono ricevere “onori” mentre i debiti devono rimanere tutti a carico del bilancio comunale?
b) Perche’ la situazione debitoria del Comune non impone l’adeguamento agli obblighi di legge della raccolta differenziata su cui la Corte dei Conti è stata spesso molto attenta? Perche’ la giunta e la sindaca spesso si trincerano dietro l’assenza di denaro per non affrontare il problema dei rifiuti, che si affianca a quello del decoro e della sicurezza urbana (vero assessore Ripamonti?).
Le forze ecologiste e civiche continuano a chiedere alla giunta Caprioglio di lasciare il governo di Savona mentre alle maggiori di opposizione (PD) e di non-opposizione (cinque stelle) di farsi sentire perche’,quando suona la campana lo fa per tutti e per tutte (parziale citazione da Hemingway).
Danilo Bruno
lunedì 25 giugno 2018
Genova che osa e parla a tutte e a tutti
Ciao,
ti scrivo per invitarti a partecipare giovedì 28 alle 18 all'assemblea che organizziamo in piazza Don Gallo per confrontarci su accoglienza e migrazioni.
Il governo Lega-5 Stelle continua a giocare con la vita di centinaia di persone e adesso ha anche ordinato alla Capitaneria di Porto di non coordinare più i soccorsi invitando tutte le navi a rivolgersi alla guardia costiera libica, uno stato che in pratica non esiste.
Qualche settimana fa siamo scesi in piazza, eravamo quasi mille. Non possiamo limitarci però a un solo evento di protesta, bisogna organizzare una mobilitazione. Così stiamo promuovendo una serie di incontri per dare forza a un movimento contro la destra fondato su poche idee chiare e alternative: uguaglianza, solidarietà e Europa. Noi pensiamo che chi ha di più debba pagare di più. Pensiamo che chi scappa da guerra e fame debba essere accolto, senza se e senza ma. Pensiamo che l’Europa debba essere cambiata ma non abbandonata.
L’urgenza oggi è chiaramente sul tema dell’accoglienza e della solidarietà. Ed è su questo che vogliamo concentrarci. Il prossimo appuntamento è giovedì 28 giungo alle 18 in piazza Don Gallo. Un momento di confronto sui temi accoglienza, solidarietà e migrazioni. Lo scopo è definire alcune proposte a livello comunale e regionale per non limitarsi alla semplice opposizione a questo governo e ai suoi omologhi locali.
Presenteremo una bozza di un dossier sui migranti a Genova che stiamo elaborando per aprirlo al contributo di tutti e usarlo come base della discussione.
a presto,
Lorenzo Azzolini - Genova che osa
ps: se non riesci a partecipare ma hai comunque voglia di dare un contributo scrivimi e proverò a risponderti il prima possibile.
domenica 24 giugno 2018
sabato 23 giugno 2018
un incontro
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UN INCONTRO
I Verdi Liguri e il gruppo consiliare savonese di Noi per Savona hanno chiesto ufficialmente un incontro al Responsabile dell’Autorità Portuale di Sistema poiche’ riteniamo che ormai a Savona come in parte pure nel capoluogo regionale si siano aperti problemi di estrema importanza per la convivenza fra le esigenze di crescita del porto e quelle delle città per una migliore qualità della vita.
Si sono poste sul tappeto tre questioni:
a) Elettrificazione delle banchine savonesi e genovesi, che investono problemi di inquinamento ormai non piu’ rinviabili;
b) Il problema del traffico in entrata e uscita dal porto ,che acuisce i suddetti problemi ,aggiungendo la grave pericolosità del traffico su gomma, quando il Governo ha stanziato già nella scorsa legislatura somme importanti per spostare, come negli altri paesi europei, il traffico merci su rotaia;
c) La necessità di individuare una funzione pubblica per l’area sottostante il Priamar lato prolungamento, che è destinata ad uso pubblico e non può piu’ essere occupata dalle attività portuali.
Dinanzi al silenzio e alla incapacità della Giunta Caprioglio a cui corrisponde il silenzio del Regione e di Toti abbiamo ritenuto di compiere un atto di responsabilità verso la città e la regione ,assumendo una iniziativa diretta di richiesta di confronto con l’Autorità Portuale preposta.
Verdi Liguri
Noi Per Savona
venerdì 22 giugno 2018
giovedì 21 giugno 2018
fermare Orban,l'amico di Salvini
Viktor Orbán (Foto di European Parliament via Flickr.com)
Dopo l’approvazione a larga maggioranza da parte del parlamento ungherese di un pacchetto di leggi punitive, tra cui quella che criminalizza il legittimo lavoro sui migranti da parte di attivisti e organizzazioni non governative, la direttrice di Amnesty International per l’Europa Gauri van Gulik ha rilasciato questa dichiarazione:
“Notiamo con amara ironia che, proprio durante la Giornata mondiale del rifugiato, l’Ungheria ha approvato oggi una legge che prende di mira le persone e le organizzazioni che stanno dalla parte dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati”.
“Criminalizzare il fondamentale e legittimo lavoro per i diritti umani è un evidente attacco contro le persone che cercano riparo dalla persecuzione e coloro che svolgono ammirevoli attività per dar loro una mano. Oggi è stato raggiunto un nuovo punto in basso nella crescente repressione contro la società civile”.
“Resisteremo passo dopo passo, contrastando la crescente ondata d’intolleranza istituzionale contro migranti, richiedenti asilo e rifugiati e il tentativo di stigmatizzare, intimidire e spaventare le organizzazioni della società civile ungherese”.
“L’indomita azione delle organizzazioni che difendono i diritti umani in Ungheria è più vitale che mai e ci impegniamo a rimanere al loro fianco”.
Ulteriori informazioni
In occasione del voto odierno del parlamento di Budapest, Amnesty International ha pubblicato un documento intitolato “Ungheria: le nuove leggi che violano i diritti umani, minacciano la società civile e compromettono lo stato di diritto devono essere accantonate”.
In occasione del voto odierno del parlamento di Budapest, Amnesty International ha pubblicato un documento intitolato “Ungheria: le nuove leggi che violano i diritti umani, minacciano la società civile e compromettono lo stato di diritto devono essere accantonate”.
Il pacchetto di leggi approvato oggi criminalizza una serie di legittime attività in favore dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati protette dal diritto internazionale dei diritti umani e dalle leggi dell’Unione europea. Coloro che violano la nuova normativa rischiano fino a un anno di carcere.
Tra le norme approvate c’è il cosiddetto “VII emendamento” alla Costituzione che infligge un altro colpo ai diritti umani e allo stato di diritto. Il testo proibisce il reinsediamento di popolazioni straniere in territorio ungherese, limita lo svolgimento di proteste pacifiche, pregiudica l’indipendenza del potere giudiziario, introduce il reato di assenza di fissa dimora e chiede alle autorità dello stato di proteggere la “cultura cristiana” dell’Ungheria.
Considerate complessivamente, queste modifiche alla legislazione ungherese pongono una grave minaccia al diritto di chiedere asilo, alla libertà di movimento, a
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