(Foto di UNMISS via Flickr)
Per i Sudsudanesi è il più bel regalo di Natale: dopo 4 anni, la guerra civile prossima alla fine!
Per i 4 milioni di Sudanesi del Sud in fuga da quattro anni di guerra nel proprio paese, il cessate il fuoco concordato lo scorso 21 dicembre ad Addis Abeba tra le parti in causa e operativo a partire dal 24 dicembre, è probabilmente il più bello dei “regali di Natale”. Ancora non è chiaro se questo cessate il fuoco possa essere il punto di partenza per porre fine a quattro anni di guerra civile, ma per i milioni di civili nella morsa della fame e della violenza della guerra questo è almeno una pausa che permetterà una più facile e migliore assistenza umanitaria a chi ne ha bisogno.
Recentemente le Nazioni Unite hanno stimato e messo in guardia dal fatto che, continuando la guerra civile, nei prossimi tre mesi e mezzo almeno 1,25 milioni di persone avrebbero rischiato di morire di fame nel Sudan del Sud. Altre tre milioni di persone, su una popolazione totale di 11 milioni, sono ormai cronicamente sottonutriti. Nel 2017 il numero delle persone minacciate dalla fame nel Sudan del Sud è passato da 3,7 milioni dell’anno precedente a 4,1 milione di persone.
Per quattro anni l’esercito regolare e i signori della guerra con le loro milizie si sono affrontati commettendo entrambi sistematicamente crimini contro l’umanità e ignorando la tutela della popolazione civile nei relativi territori controllati. Ognuna delle parti in causa ha utilizzato gli aiuti umanitari internazionali come arma di guerra, impedendo che raggiungessero la popolazione civile, rapendo o uccidendo i cooperanti internazionali. Solamente lo scorso 21 dicembre sono stati salvati sei cooperanti rapiti da milizie armate.
La tregua appena concordata è una buona notizia per la popolazione civile del Sudan del Sud ma preoccupa il fatto che l’accordo sul cessate il fuoco sia stato raggiunto solamente dopo che il governo USA aveva minacciato pesanti sanzioni al paese in caso fosse saltato l’accordo sulla tregua. Nonostante la catastrofica situazione economica del paese e lo sfinimento della popolazione civile sembra che le parti in causa non siano veramente interessate a trattare la pace. L’attuale cessate il fuoco è stato anche il frutto del lavoro svolto in tal senso dall’Unione Africana e dall’Autorità intergovernativa per lo Sviluppo (IGAD).
L’APM ricorda che le precedenti esperienze di tregue e accordi di pace a cui il Sudan del Sud è stato costretto dalla comunità internazionale purtroppo non sono stati di lunga durata. A maggior ragione la comunità internazionale ora deve vegliare sul fatto che il cessate il fuoco diventi davvero effettivo e venga rispettato affinché si possano creare le condizione per reali trattative di pace.
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