Savona,
29 marzo 2016
La
scomparsa di Umberto Scardaoni.
Quando
tornò da Roma, al termine del suo mandato parlamentare, lo si
incontrava frequentemente per la strada, nelle zone verso il mare. A
quei tempi eravamo presenti in Circoscrizione e già allora i
temi dell'urbanistica erano motivo di forte dibattito. Ricordo alcuni
colloqui con lui, in strada, sui temi cittadini. Erano evidenti la
sua sensibilità e la sua attenzione rispetto ai problemi di Savona,
ma, cosa ancora più importante, la sua capacità di ascolto di voci
"altre" rispetto a quelle del Pds-Pd, e il suo rispetto
persino per un gruppo così piccolo come il nostro. Per lui gli
avversari politici erano, appunto, avversari, non nemici da
disprezzare e ignorare. Con Lui se ne va un vero signore della
Politica. Proprio questa cultura e questo stile mancheranno alla
Città.
Sull'intervista del Sindaco a "Savona
news" (venerdì 25 marzo)
Un
po' sotto tono, ieri il sindaco Berruti ha tracciato un consuntivo
delle sue due tornate amministrative. È vero: sono state fatte cose,
ma la Città non è nella dimensione ideale prospettata dal Sindaco,
perché è tale solo nella sua fantasia.
Le cose fatte sono progetti avviati o all' insaputa della Cittadinanza (bitume, iniziative con Autorità portuale) o in contrasto con le effettive necessità della Città (Darsena, ipotesi Margonara, ipotesi Solimano ecc). Talune delle cose fatte possono dar adito a ipotesi di subordinazione ai poteri forti che dominano la Città, ai quali anche le Giunte precedenti sono state sensibili.
La tanto vantata discontinuità con le gestioni precedenti si è tradotta nella nomina di quegli amministratori in Aziende comunali.
In particolare, poi, le scelte urbanistiche hanno di fatto rappresentato una continuazione della vecchia politica. Il riferimento alla buona fede con cui avrebbe agito la Giunta uscente è un elemento interessante. Ma è interessante che accomuni alla sua figura la dott.ssa Battaglia: nella conferma della tradizione, una novità che rappresenti la conclusione di un ciclo?
Per quanto riguarda poi la propensione dei poteri forti a decidere anche in nome e per conto di una cittadinanza ormai privata del diritto di parola, è sufficiente guardare ciò che succede a Vado, dove il presidente di Autorità portuale intende imporre un piano ben diverso da quello concordato precedentemente (la notizia è in questi giorni sui giornali).
Le cose fatte sono progetti avviati o all' insaputa della Cittadinanza (bitume, iniziative con Autorità portuale) o in contrasto con le effettive necessità della Città (Darsena, ipotesi Margonara, ipotesi Solimano ecc). Talune delle cose fatte possono dar adito a ipotesi di subordinazione ai poteri forti che dominano la Città, ai quali anche le Giunte precedenti sono state sensibili.
La tanto vantata discontinuità con le gestioni precedenti si è tradotta nella nomina di quegli amministratori in Aziende comunali.
In particolare, poi, le scelte urbanistiche hanno di fatto rappresentato una continuazione della vecchia politica. Il riferimento alla buona fede con cui avrebbe agito la Giunta uscente è un elemento interessante. Ma è interessante che accomuni alla sua figura la dott.ssa Battaglia: nella conferma della tradizione, una novità che rappresenti la conclusione di un ciclo?
Per quanto riguarda poi la propensione dei poteri forti a decidere anche in nome e per conto di una cittadinanza ormai privata del diritto di parola, è sufficiente guardare ciò che succede a Vado, dove il presidente di Autorità portuale intende imporre un piano ben diverso da quello concordato precedentemente (la notizia è in questi giorni sui giornali).
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