di Teri Volini, artista*
La natura se non è difesa muore e con essa rischia di giorno in giorno la stessa fine la parte più delicata di questa monade, l'uomo, minacciato in modo ridicolo dalla stessa violenza di cui è autore (Bruno Corà)
Scrivo in qualità di artista biofila, forte del mio mettere in pratica quell'idea fondante che anche l'arte debba operare per attivare la preservazione della natura, tramite il risveglio della consapevolezza degli enormi rischi che il pianeta corre a causa della sconsideratezza umana. I risvolti di tale follia sono ovviamente riscontrabili nei danni per la salute e in generale per la qualità del vivere su questa terra dell'umanità intera e di tutti gli esseri. È ora che ciascun abitante del pianeta con un barlume di reale intelligenza (intendo un pensare collegato alla Vita) si muova per evitare il peggioramento di una situazione ormai fin troppo critica, iniziando dal cambiamento delle abitudini sbagliate ed egoiche e continuando con la corretta e approfondita informazione sulle problematiche più spinose, come quella della trivellazioni ad oltranza.
Le alternative ci sono, eccome! È necessaria la partecipazione attiva alle iniziative che si riescono a realizzare ad onta dell'opposizione, palese e sotterranea, delle lobbies dai forti interessi. Abbiamo ora questo forte referendum del 17 aprile, in cui si vota per opporsi a ulteriori trivellazioni, quelle in mare, ancor più deleterie, come si può facilmente riscontrare dalle conseguenze di tanti incidenti a livello locale e planetario - peraltro poco note, se non nei terribili casi eclatanti che ben conosciamo, e a cui va aggiunto il danno continuativo, poco noto sebbene tanto dannoso, che la terra subisce ogni giorno, e inesorabilmente anche la nostra salute.
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Occorre votare e votare SÌ per impedire l'ulteriore vampirizzazione del territorio, terra o mare che sia, un rifiuto netto al prevalere degli interessi delle imprese multinazionali e alla parallela ambigua cecità istituzionale, quella che tiene più alla stabilità dell'establishement che alla salute della gente e dell'habitat, già al lumicino. Personalmente, come artista "differenziata" desidero contribuire a questo referendum per il SÌ del 17 aprile prossimo con un Manifesto d'artista, in cui utilizzo il mio corpo per condividere una comunicazione di estrema urgenza: impedire che si continui a distruggere la natura!
Coerentemente a un percorso artistico pluriennale in tal senso, Io mi faccio in quattro per il Sì, e tu?, fu creata nel 2011 per sostenere i SÌ sull'acqua pubblica e contro il nucleare, ed è la summa del mio impegno a favore dell'ambiente. Come funziona? Tramite l'opera viene fatta un'affermazione diretta, quasi una provocazione, e contestualmente un invito a ciacun cittadino e cittadina a dare il suo contributo consapevole, un voto tanto importante per il futuro dell'ambiente.
Lo slogan "Io mi faccio in quattro per il Sì, e tu?", viene rafforzato dalla “moltiplicazione” dell'immagine personale, già nota per la reiterata e tenace esposizione nella città di Potenza, talvolta non pienamente compresa e persino osteggiata da chi “guarda il dito invece della luna”, ma molto apprezzata da chi sente che l'arte oggi non può essere solo un fatto estetico o astrattamente concettuale.
Certo, se non c'è alla base un idea chiara sulle priorità, su cosa è il Bene Comune e sul Fare la Cosa Giusta, tutto questo può risultare un po' difficile da capire, soprattutto nella confusione creata da una pseudo- arte che spudoratamente si propone pubblicamente, non solo con sovvenzioni pubbliche ma con quelli delle più deleterie multinazionali, come la Total, di cui tutti conoscono le malefatte anche contro i diritti umani (ad esempio in Birmania, come testimoniato dalla coraggiosa regista Milena Kaneva).
È dunque indispensabile uscire dalle situazioni ambigue e confuse, e ripristinare il dovere/diritto a fare la cosa giusta, per il bene della terra e nostro. L’opera d'arte nel 3° millennio deve coniugare il valore estetico con quello comunicativo, utile a inviare importanti messaggi. Deve servirsi della sua potenza espressiva per farci riflettere, per riacquistare il senso perduto o attutito di una comune responsabilità.
L’opera d’arte nata con queste premesse può risvegliando in ognuno di noi la consapevolezza di essere parte di un tutto da cui dipendiamo, che merita rispetto, e in cui è indispensabile attivarsi per realizzare un cambiamento migliorativo o almeno difensivo da pericolosi tracolli.
È mia ferma convinzione che la potenza dell'arte e la sua autenticità si rivelino pienamente in questo offrire contributi all’evoluzione della società e nell'ispirare e favorire l'espansione culturale e quella della coscienza. Ecco perché come artista/attivista io “mi faccio in quattro”, intensificando la mia azione creativa e comunicativa, con sforzi significativi e per di più in volontariato - cioè senza pubblici sostegni o contributi - producendo con tali intenti una serie di impegnative opere, tra cui:
GIÙ LE MANI DAI BENI COMUNI,
IO SONO UNO CON IL SOLE (opera collettiva con la partecipazione di 80 persone a livello regionale nazionale ed internazionale ), IO SONO UNO CON L'ACQUA (opera di autocoscienza collettiva con la partecipazione di 40 persone a livello regionale nazionale ed internazionale ), IO SONO UNO CON GLI ALBERI, 50 piccoli germogli per l'opera collettiva, protagonisti 50 ragazzi della scuola primaria Santa Maria di Potenza ed infine IO MI FACCIO IN QUATTRO PER LA NATURA, E TU?
Per realizzare queste opere è necessario un grande impegno e un tempo altrettanto notevole, in quanto essendo quasi tutte delle opere collettive, esse richiedono la partecipazione di un certo numero di persone, nell’ultima infatti erano520 i partecipanti. Per partecipazione s’intende il “metterci la faccia”, cioè permettere l’uso della propria immagine per comunicare un messaggio, o fare una precisa dichiarazione utile alla salvaguardia dell’ambiente.
Di solito sono necessari molti mesi di intensivo lavoro per ciascuna opera e tutte le opere sono esposte pubblicamente come Manifesti d'artista,http://www.terivolini.it/html/manifesti_artista.htm, che nulla hanno a che vedere con l'abnorme proliferazione di cartelloni e manifesti pubblicitari che invadono l'ambiente urbano ed extraurbano per convincerci della bontà dei "beni" e spingerci all'acquisto compulsivo.
I Manifesti d'artista creano una "situazione" diametralmente opposta alle operazioni commerciali della usuale pubblicità: l'artista espone consciamente la sua stessa persona fisica non per vendere qualcosa, nè per pubblicizzarsi né tanto meno per nutrire il suo ego, ma per invitare direttamente alla difesa della natura e dei beni comuni.
La potenza dell'arte e la sua autenticità si rivelano pienamente in questo offrire contributi all’evoluzione della società; nell'ispirare e favorire l'espansione culturale e della coscienza; nel far percepire quanto l'essere umano alienato abbia perduto il contatto profondo con se stesso e con l'ambiente: un essere che percepisce la Natura come altro da sé, sentendosi superiore ad essa e arrogandosi il diritto di usarla a suo piacimento, con i tragici risultati che conosciamo.
Possiamo pertanto affermare in coscienza che la nuova arte vuole avere un carattere positivamente perturbativo: senza fraintendimenti però, in quanto ciò che si vuole contrastare è lo pseudo-ordine imperante nella cultura e nella società: la nuova arte vuole perturbare ciò che è disarmonico per ri-creare uno stato di armonia e conoscenza…
* Artista pittora (ma anche incisora e performer), studiosa di culture, lingue e letterature straniere, ha vissuto a lungo in Francia prima di trasferirsi in Basilicata. Ha presentato oltre settanta mostre personali di pittura, in sedi regionali, nazionali e internazionali. Questo il suo blog |
martedì 29 marzo 2016
farsi quattro per un si
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