di Rosaria Gasparro*
Penso che ci sia una grande responsabilità di noi insegnanti. Abbiamo lasciato che si spegnesse la passione per la storia da cui veniamo, non alimentando curiosità e identificazione. Lasciando morire il senso vitale e costituente della Liberazione in una narrazione stanca e distratta. Un cerimoniale vuoto e distante. Nella scuola primaria un anno intero a parlare di ere geologiche, di australopitechi, di homo habilis, erectus, di Neanderthal, Cro-Magnon fino al sapiens sapiens. Conoscere tutto delle civiltà antiche e non sapere nulla della storia a noi vicina, in una colpevole ignoranza di ciò che è avvenuto, per un prendere parte ideale, emozionale, per sapere da quale parte era ed è giusto stare.
Una quantità enorme di tempo a realizzare lavoretti per le varie feste religiose, per le mamme e i papà, senza tenere in alcun conto la religione civile, quel processo di costruzione ed elaborazione di un sentire comune, patrimonio condiviso per educare alla cittadinanza.
«Non è passata nella coscienza, nell’emotività» diceva ieri Lia Levi a “Tutta la città ne parla” riferendosi alla Resistenza.
«La “cosa” storica si deve tramutare in messaggio emotivo. La verità per manifestarsi ha bisogno dell’immaginazione. Quindi il racconto per l’identificazione con questa pagina bellissima. Non è passata perché i giovani non sono stati trascinati dentro. Com’è possibile non riuscire a trasmettere quello che è stata la Resistenza che ha un valore simbolico emotivo fortissimo? Non siamo riusciti. Penso perché è mancato il racconto».
Io il tempo lo trovo, l’articolo 33 della Costituzione sancisce la mia libertà dentro e al di fuori delle Indicazioni Nazionali. Io il racconto non glielo faccio mancare. Perciò, il giorno dopo, la Liberazione continua e a scuola impariamo a cantare, a due voci, “Bella ciao”. La cantano nel mondo ma i nostri bambini non la conoscono e dopo averla imparata, qualcuno- come scrive Giada- si sente più completo.
* maestraL’adesione di Rosaria Gasparro alla nostra campagna 2016 “Facciamo Comune insieme“:La Fiaba Comune“Racconto fiabe per ribellarmi al racconto del mondo eccessivo e spietato, di orrori e abbandoni, di draghi e giganti cattivi, di falsi eroi da smascherare, di bambini soli nelle periferie della terra, in fuga… divorati dagli orchi del mare”
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mercoledì 27 aprile 2016
storia,scuola e racconto
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