lunedì 1 ottobre 2018

pasticci grillini



*BILANCIO CONSOLIDATO DI ROMA CAPITALE:** IL GATTO SI MORDE LA CODA*

di Marco Bersani

E' così anche la Giunta Raggi, che aveva fatto dell'efficienza la propria
cartina di tornasole, sperimenta l'impasse nel governo della città: *il
bilancio consolidato di Roma Capitale non è stato approvato entro la data
prevista per legge -30 settembre- determinando il blocco, per il Comune e
per tutte le società controllate, di tutte le spese per assunzioni,
consulenze e personale fino al via libera del documento contabile. *

Che cosa è successo? Il fatto è che senza l'approvazione del bilancio di
AMA Spa (la società dei rifiuti), anche il bilancio del Comune non può
essere approvato. E il bilancio di Ama è divenuto oggetto di contenzioso
tra l'azienda e il Comune che la controlla per via di 18 milioni vantati da
Ama per servizi cimiteriali e non riconosciuti dal Comune. Nel frattempo,
Ama si è trattenuta la quota della prima tranche della Tari, non versandola
nelle casse comunali.

Senza quei 18 milioni il bilancio di Ama andrebbe in passivo, da qui lo
stallo.

Non è la prima volta, né il primo contenzioso: sempre 18 milioni, questa
volta relativi a incassi per i parcheggi, dividono le valutazioni del
Comune, che ne chiede il versamento, da quelle di Atac Spa (la società dei
trasporti), che lo nega.

Il paradosso è che tanto Ama Spa quanto Atac Spa sono interamente
controllate da Roma Capitale e che nei rispettivi bilanci i crediti e i
debiti reciproci occupano una posizione rilevante.

Sembrano contenziosi secondari, ma rappresentano l*a miglior cartina di
tornasole dell'alienazione della funzione pubblica e sociale a cui il
sistema della società per azioni ha ridotto gli enti locali: l'unico
azionista di Ama e Atac è il Comune di Roma, che si ritrova quindi ad avere
contenziosi e conflitti con se stesso. E a provocarsi la relativa paralisi.
*

Il gatto si morde la coda e non sa che la coda è sua. Ma, volendo
approfondire, la vicenda di cui sopra apre altri due nodi, senza affrontare
i quali il circolo vizioso è destinato a protrarsi all'infinito.

*Il primo è il nodo del debito.* Il debito del Comune -quello storico,
oggetto di commissariamento, e quello ordinario- e il debito delle sue
controllate.

A questo proposito, l'avventura amministrativa della Sindaca Raggi si era
aperta con le migliori intenzioni: nel programma elettorale era inserito
l'avvio di una commissione d'indagine (audit) pubblica e indipendente per
socializzare la conoscenza della situazione finanziaria e per mettere in
discussione la legittimità del debito pregresso e attuale.

Nulla di tutto questo è avvenuto e il debito, nei fatti, è stato
considerato oggettivo e insindacabile. Il risultato di questa subalternità
è più che evidente: se la coperta è corta e nessuno ne rivendica una più
lunga, la guerra interna tra gli assessorati dentro Roma Capitale e fra il
Comune e le sue società partecipate non può che perdurare senza soluzione
di continuità.

*Vi è un secondo nodo sostanziale: il sottofinanziamento di Roma Capitale e
delle sue partecipate.* Come ha evidenziato l'audit sul debito promossa dal
basso da Decide Roma, il Comune ha strutturalmente entrate insufficienti a
coprire le spese per i servizi, ed è dunque inevitabile che produca o
debiti o deficit di servizi. Negli ultimi 15 anni, ad esempio, le entrate
pro-capite del Comune di Roma sono state stabilmente più basse del 15% di
quelle del comune di Milano, nonostante la diversa organizzazione fisica
della città renda Roma una città strutturalmente più costosa.. Tutto ciò non
vale solo per il Comune: se prendiamo i dati sul trasporto pubblico locale,
la spesa media di Roma negli ultimi 5 anni è stata di 260 euro/residente
contro i 580 euro di Milano.

*La conclusione è lapalissiana: non è possibile nessun buongoverno senza
mettere in discussione l'esistente:* dal debito alla fiscalità locale,
dalla gestione del patrimonio alla riappropriazione dei beni comuni e dei
servizi pubblici.

Da questo punto di vista, *il prossimo referendum dell'11 novembre contro
la privatizzazione di Atac può essere l'occasione per invertire la rotta,
non solo opponendosi a chi vorrebbe completare l'opera regalando i servizi
ai privati, ma costruendo dal basso un altro modello di città.*

-- 
Marco Bersani
www.italia.attac.org

Nessun commento:

Posta un commento