di Crocifisso Aloisi
Dopo aver creato l'emergenza mediatica (con i giornalisti amici) dell'epidemia di xylella, continuano ancora con la logica del terrore. Adesso - dopo il blocco delle eradicazioni (leggi E ora chiedete scusa al popolo degli ulivi) - la paura da incutere è la fantomatica procedura di infrazione. Il 30 dicembre 2015 è rimbalzata la notizia dell'invio, da parte del ministro Maurizio Martina, di una lettera ad Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia), con la quale viene chiesto, più o meno, cosa intende fare la Regione per contrastare la (presunta) diffusione della (presunta) epidemia di xylella, visto le dimissioni del Generale Commissario Silletti. Tutto ciò in vista delle azioni da compiere da parte del ministero e del Servizio Fitosanitario nazionale, per la procedura di infrazione aperta dall'Ue (ne avevamo parlato anche in I nemici degli ulivi scommettono sul 90).
Ora, a parte che siamo in una fase preliminare della procedura (è la fase pre-giudiziale, aperta con l'invio di una lettera di messa in mora da parte della Commissione europea all'Italia), l'Italia, secondo la procedura europea, ha due mesi di tempo per rispondere alle osservazioni evidenziate dalla Commissione. Quindi, alla luce di quanto emerso dall'inchiesta della Procura di Lecce (che è ancora in corso e con sviluppi imprevedibili al momento), il ministro, può adempiere al suo dovere istituzionale (ed anche obbligo morale, se esiste una morale nel suo repertorio) senza inviare lettere pressanti alla Regione Puglia: ha diverse argomentazioni per rispondere alla lettera di messa in mora, (e le argomentazioni gliele forniscono la Procura ed il Gip) prima che si passi alla vera e propria procedura di infrazione. In più Martina potrebbe abrogare i suoi due fantasiosi decreti legge in materia (il 2777/2014 e quello del 19 giugno 2015), che si basano su molti verbi al condizionale nelle sue parti strutturalmente più importanti, prevedendo anche gli esami visivi nella prima diagnosi della presenza del batterio, e che tanto hanno contribuito al diffondersi dell'epidemia mediatica, che ha provocato ingenti danni di immagine ed economici ad un intero territorio e che qualcuno, prima o poi, sarà chiamato a pagare.
Comunque, il ministro, non deve fuggire da un preliminare giudizio, per ora solo politico: la lettera di messa in mora e le dimissioni del Commissario Silletti sono già due primi segnali del suo clamoroso fallimento. In un paese normale, questi segnali - senza contare i due incredibili decreti legge in materia emanati dal suo ministero - sarebbero propedeutici alle sue dimissioni immediate. Ma, quand'anche si arrivasse alla vera procedura di infrazione per il mancato rispetto delle decisioni della Commissione europea, il ministro dovrebbe spiegare al Popolo degli Ulivi (che non è solo il popolo salentino, ma è sparso in tutta Italia ed anche all'estero), perché mai dovremmo sacrificare i nostri ulivi e la nostra salute, creando così danni gravissimi e irreversibili, per evitare la novantesima procedura di infrazione?
Sono in molti a ricordare che l'Italia ha il record europeo di procedure aperte, la domanda è preché il governo non risolve prima le 89 procedure già in piedi? Su alcune si preferisc addirittura pagare le multe (come, ad esempio, le numerose multe sulle quote latte), con relativo onere a carico di tutti (e i benefici solo di pochi), mentre altre procedure, come ad esempio questa che è in una fase preliminare, si cerca di chiuderle anche con la forza, il terrore e con l’inganno ad opera dei soliti giornalisti a comando. Dopo l’ufficializzazione dell’inchiesta da parte della Procura di Lecce, dopo la conferma del sequestro preventivo degli ulivi da abbattere da parte del Gip (che ha anche confermato la validità dell’impianto accusatorio), non è più ammesso nessun alibi, nessuno sconto per nessuno. A quei commentatori, opinionisti e giornalisti locali e nazionali che, in spregio a tutti codici (professionale, deontologico, morale, d’onore ed in alcuni casi forse anche penale), continuano a diffondere mezze verità o intere falsità sull’affaire xylella, nel tentativo di confondere le idee al distratto lettore, non è più consentito il beneficio dell’ignoranza: resta solo la malafede. E ogni tentativo di delegittimazione dell’azione della magistratura, è sottilmente eversivo.
Questa l'adesione di Crocifisso Aloisi alla campagna Facciamo Comune insieme: "Aderisco alla campagna di sostegno per Comune. Ho apprezzato più volte la qualità dell’informazione divulgata dal giornale online. Informazione a 360 gradi e sopratutto, indipendente. Un caro saluto a tutti voi. Alla prossima" |
lunedì 4 gennaio 2016
xylella e multe UE
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