mercoledì 1 giugno 2016

da Baobab

Siamo stanchi. Una lettera da Baobab

by maomao comune
Di loro si sono occupati in tanti, soprattutto in occasione dello sgombero avvenuto poco prima di Natale. Di tanto in tanto anche il circo mediatico di serie A, ma soprattutto tante persone comuni. Ieri sono stati accolti dai Rom. A qualcuno sembrerà strano. A noi non sembra strano, invece, che il commissario Tronca non abbia mantenuto le sue promesse. Quel che ci colpisce (ma non stupisce, è ovvio), semmai, è che una resistenza straordinaria come quella della gente del Baobab adesso scriva: siamo stanchi. Non sono stanche solo dell'indifferenza delle istituzioni ma, soprattutto, di quel decisivo segno di astrazione (i numeri) e disumanità che avvolge il passaggio di un migrante per la città di Roma. La cosa che più ferisce, nelle parole durissime del Baobab, è che "per la strada manca tutto, anche la dignità". Come sperare che questa mancanza, la più insopportabile, anche per una città tanto devastata nella sua cultura, possa cambiare fra qualche settimana? Qui sotto la lista di quel che serve con urgenza
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Le foto sono tratte dalla pagina facebook di Baobab Experience
di Baobab Experience
Siamo stanchi di vivere in perenne emergenza, stanchi dell'indifferenza delle istituzioni, alle quali ci sostituiamo da più di un anno, stanchi della disumanizzazione alla quale il migrante assiste ogni giorno, inerte e innocente, durante il suo transito nella Capitale. Ad oggi siamo a 150 presenze circa, senza una struttura, senza un'interlocuzione proficua con le Amministrazioni preposte. I nostri ospiti sono in tenda, senza l'accesso ai servizi essenziali. Lavoriamo ogni giorno per arrangiare posti letto, cibo, aiuto sanitario e legale.
Per strada manca tutto, anche la dignitàManca del cibo cucinato, al quale ogni santo giorno provvediamo noi, autotassandoci o chiedendo l'aiuto (per l'ennesima volta e con tanta vergogna e rabbia) a una cittadinanza che per fortuna risponde. Manca un riparo sicuro dalle intemperie, dai trafficanti (perchè il traffico degli esseri umani non finisce con l'approdo in Italia, ma continua in varie forme nel cuore della nostra civilissima Europa), dalle violenze, dal disagio sociale, e non è una tenda improvvisata a restituire umanità a popoli in fuga.
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Manca anche l'igiene, sì, e non è colpa dei nostri migranti né nostra se passando da via Cupa a volte l'odore è nauseabondo; abbiamo dovuto fare affidamento su gruppi d'acquisto per l'installazione di bagni chimici. La doccia invece è un'utopia riservata solo a pochi fortunati, che riusciamo ad accompagnare in altre strutture. Ad aver accolto i nostri ospiti, ieri notte, sono stati i rom, deboli tra i deboli, mentre i 'forti' si girano dall'altra parte. Per quanto ancora può reggere tutto ciò? Si ripete lo stesso copione dell'anno scorso, ora senza nemmeno una struttura.
Avevamo confidato nelle promesse non mantenute del Commissario Tronca e siamo quasi sicuri che non cambierà nulla neanche dopo che questa città avrà finalmente un sindaco. La storia ci presenterà il conto e, come nel passato, non ci saranno abbastanza giornate della memoria a pagarlo! Magari saranno solo celebrazioni ipocrite dopo giorni, mesi, anni di colpevole inerzia.
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Ecco la lista delle urgenze aggiornata ad oggi:
T-shirt uomo taglie piccole
Jeans/pantaloni uomo taglie piccole
Calzini e intimo uomo/donna
Scarpe e infradito uomo/donna
Zaini
Crema idratante
Guanti monouso
Pane
Scope
Tonno
Legumi in scatola
Bicchieri di plastica
Posate di plastica
Piatti di plastica
Scotch telato
Grazie mille!

Chi sono quelli di via Cupa
Dallo scorso maggio, un gruppo di volontari, privati cittadini, si è trovato a fronteggiare un’emergenza migratoria gestendo più di 35.000 migranti transitanti, all’interno del centro Baobab di via Cupa a Roma.
Attualmente, dopo lo sgombero della struttura avvenuta il 6 dicembre 2015, in assenza di una sede (di cui il Comune ha promesso di occuparsene), il gruppo continua a dare un’accoglienza degna, supportati da associazioni mediche e legali e dalla rete costituita nei mesi con associazioni di attivisti nazionali ed europei, e si è costituito in associazione alla quale è stato dato il nome di “BAOBAB EXPERIENCE”.
Il Baobab ha dimostrato che a Roma, e nei suoi dintorni, c’è una società civile cosciente ed umana, che all’occasione agisce con sacrificio e dedizione dando agli altri:
  • Sostegno psicologico
  • Cure sanitarie
  • Assistenza legale
  • Vestiti
  • Cibo
  • Posti letto
  • Cultura e svago
Il tipo di accoglienza dei volontari del Baobab ha suscitato l’interesse di tante associazioni romane e italiane, di artisti e di privati cittadini. Il Baobab è stato un fenomeno di civiltà e lo vuole essere ancora, per senso civile ed umano, perché ogni volontario, in assenza delle istituzioni, non può assistere inerte alla disperazione di altri esseri umani

Scrivigli e seguili
baobabexperience@gmail.com

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