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Posted: 26 Jan 2016 05:52 AM PST
Il ruolo dell'attività portuale nel Mediterraneo, sulla qualità dell'aria delle città che li ospitano è da tempo all'attenzione dell' Unione Europea. Un apposito progetto, denominato APICE (Action for the mitigation of Port Industries and Cities Emissions), tra il 2010 e il 2013, ha messo sotto osservazione le emissioni in atmosfera di cinque porti del Mediterraneo: Barcellona, Genova, Marsiglia, Tessalonica, Venezia. Obiettivi principali del progetto:
Genova, nel corso del 2011, è stata oggetto di una specifica campagna di campionamento ed analisi che ha riguardato tre delle centraline della rete di monitoraggio della qualità dell'aria: corso Firenze e Multedo, di fronte alle due aree portuali genovesi e Bolzaneto, a circa sette chilometri di distanza dal porto di Voltri. Le polveri ultra-sottili (PM 2,5), raccolte in questi tre siti, sono state pesate e si è stimata la loro concentrazione nell'aria. In tutti i tre i siti, le concentrazioni medie di PM 2,5 sono risultate intorno ai 14 microgrammi per metro cubo (ug/m3), quindi tendenzialmente inferiori all'obiettivo di qualità fissato a25 ug/m3, come media annuale. Nel 2011, le concentrazioni di PM 2,5 misurate regolarmente per tutto l'arco dell'anno nel sito di via Buozzi, di fronte ai moli riservati ai traghetti e alla sopraelevata, sono state di 22ug/m3, di poco inferiori all'obiettivo di 25 ug/m3. Di ognuno dei campioni si è analizzata la composizione chimica delle polveri raccolte. L'abbondanza relativa di Carbonio organico, di dieci metalli, in particolare Vanadio e Nichel, di solfati, nitrati, ioni ammonio, ha permesso di stimare la quantità di polveri sottili prodotta dalla combustione di olio pesante, il tipico combustibile utilizzato per trasporto navale, e quella attribuibile al traffico urbano. Da febbraio ad ottobre, la percentuale di polveri sottili (PM 2,5) stimata essere prodotte dai generatori diesel delle navi attraccate ai moli e ricadute al suolo, nei pressi delle tre centraline sono state: 13,7% (corso Firenze), 11,8% (Multedo), 10,3% (Bolzaneto). Negli stessi siti, le percentuali di polveri stimate derivanti direttamente dal traffico veicolare (tubi di scappamento, consumi di pneumatici, freni, asfalto...) sono state: 23% (corso Firenze), 17,8% (Multedo), 29,6% (Bolzaneto). Circa il 60% delle polveri raccolte nei tre siti sono solfati e nitrati, derivanti da reazioni fotochimiche che sono avvenute in atmosfera, a partire da anidride solforosa e ossidi di azoto, in parte derivanti dalle stesse attività portuali, in particolare l'anidride solforosa, a causa della elevata concentrazione di zolfo presente nei combustibili usati per il trasporto navale. Volutamente, una parte dei campionamenti effettuati nel corso del progetto APICE hanno riguardato solo i mesi primaverili ed estivi (da febbraio ad ottobre 2011) durante i quali i venti prevalenti provengono da Sud-Sud Est e, quindi gran parte della città si trova sotto-vento alle emissioni in atmosfera delle attività portuali. Invece, nei mesi invernali, a Genova prevalgono forti venti da Nord-Est che portano lontano, verso il mare aperto, gli inquinanti emessi dalla attività portuale. La Rosa dei Venti, riportata in Figura 1 e registrata a Genova nel corso del 2009, mostra che, su base annuale, per circa il 60% del tempo, l'area urbana di Genova si trova sopra-vento all'area portuale e quindi non subisce l'impatto delle sue emissioni inquinanti.
Questi risultati segnalano che d'estate, quando la città si trova prevalentemente sotto-vento alle attività portuali, le polveri sottili emesse dalle ciminiere delle navi si disperdono nell'entroterra, a distanza di diversi chilometri, coinvolgendo direttamente gran parte dell'area urbana genovese. In sintesi, lo studio APICE ha dimostrato che le polveri sottili (PM 10-PM 2,5) prodotte dall'attività portuale sono in grado di raggiungere aree urbane lontane anche diversi chilometri dal porto. Nel periodo estivo, la concentrazione delle polveri "portuali" che si depositano lontano dalle vie più trafficate della città, come corso Firenze, è tutt'altro che trascurabile e confrontabile (circa la metà) con il contributo attribuibile a tutto il traffico cittadino, compreso il traffico leggero e pesante, indotto dalla stessa attività portuale, in particolare il traffico turistico associato ai traghetti per la Sardegna e la Corsica. Il principale problema ambientale di Genova non sono le polveri sottili. La Figura 2 mostra l'andamento delle concentrazioni medie annuali di PM10, dal 2008 al 2012, nelle sei centraline cittadine. In questi anni non abbiano registrati superamenti del limite di legge, pari a 40 ug/m3. I siti più a rischio di superamento sono quelli di corso Europa e via Buozzi e il contributo di polveri primarie e secondarie di origine "portuale" potrebbe essere determinante per il mancato rispetto dei limiti.
La dimostrazione che tra il 10 al 14% delle polveri primarie che si trovano nell'area urbana genovese derivino dall'attività portuale, ci indica che un ruolo altrettanto determinante sulla qualità dell'aria genovese lo devono avere anche le emissioni di ossidi di azoto, prodotti dalle stesse combustioni che producono le polveri sottili. Gli inventari delle emissioni in ambito portuale ci dicono che per ogni tonnellata di polveri sottili che escono dai camini delle navi, ci sono anche circa 40 tonnellate di ossidi di azoto che, una volta in atmosfera, si disperdono con regole molto simili, sempre mantenendo lo stesso rapporto di massa. E' quindi molto probabile che anche gli ossidi di azoto prodotti dall'attività portuale abbiano un ruolo tutt'altro che trascurabile sui continui superamenti degli obiettivi di qualità del biossido di azoto che si registrano in città.
La Figura 3 mostra l'andamento dal 1993 al 2009 delle concentrazioni annuali di biossido di azoto (N02) a Genova, in tre delle nostre centraline. Le concentrazioni più elevate si sono sempre registrate nel sito di corso Europa, scelto per monitorare l'inquinamento da traffico. Anche se le concentrazioni di NO2 sono progressivamente diminuite negli anni, a causa dell'aumento di auto catalizzate nel parco veicolare genovese, in corso Europa si è sempre superato il limite di 40 ng/m3. Le concentrazioni più basse si sono sempre registrate nella stazione di fondo urbano di Quarto che, tranne nel 1999 e 2008, è sempre stata al di sotto del limite di 40 ug/m3. La centralina di corso Firenze, anch'essa scelta come fondo urbano, pur mostrando una tendenza alla diminuzione, sfora di circa il 10% il limite. In anni più recenti (2012) la situazione appare stabilizzata (Fig. 4) : corso Firenze, per pochi microgrammi rientra nei limiti, come pure l'Acquasola; tutti gli altri siti fuori regola con i massimi in corso Buenos Aires e via Pastorino a Bolzaneto. Gli ultimi dati del 2015, continuano ad essere fuori legge con via Pastorino in testa con 58,8 ug/m3, seguita da via Ronchi a 56,8 ug/m3. Sarebbe interessante sapere come sarebbe la qualità dell'aria della nostra città se l'Ente che gestisce il Porto si desse una regolata per mettersi in regola, occupandosi anche della salute degli abitanti della città che ospita il porto.
Per evitare le salate multe dell'Unione Europea, per infrazione alle norme comunitarie a tutela della salute pubblica, il Sindaco ha vietato la circolazione a vespe a due tempi e alle vetture Euro1. E' un provvedimento che, dati alla mano, non risolverà il problema. Forse poteva essere utile fargli sapere che nel 2013, il progetto APICE, giunto alla sua conclusione, aveva gia stimato che l' elettrificazione prevista (e non realizzata) al terminal cargo al VTE di Voltri, e al Terminal Traghetti, potrebbe ridurre del 10% le intere emissioni del porto e dell'80% quelle nelle immediate vicinanze di questi due approdi, oggi prodotte dai generatori diesel che le navi sono costrette a tenere accesi per alimentare i servizi di bordo. In particolare, il progetto APICE ha stimato che con questi due interventi, gli ossidi di azoto, oggi prodotti da questa fonte, si ridurrebbero del 38% e le PM10 del 35%, con indubbi riflessi positivi sulla qualità dell'aria delle abitazioni di Genova e Voltri, in particolare quelle più vicine ai moli. Non sarebbe meglio che il Sindaco, la sua Giunta, l'intero Comune, facendo le debite pressioni politiche sugli Enti di controllo (USL, ARPAL), il Consorzio del Porto, il Governo focalizzassero su questo specifico obiettivo i loro sforzi, nell'interesse dell'intera comunità compresa quella dei lavoratori portuali? |
mercoledì 27 gennaio 2016
da scienziato peoccupato:l'inquinamento del porto di Genova
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