lunedì 20 giugno 2016

Savona un commento


Savona verde speranza

by autore
Alla fine è successo davvero. Per quanto l'esito del ballottaggio fosse scontato ai più - almeno stando alle dichiarazioni del lunedì - la tornata amministrativa savonese è conclusa e a guidare un Comune ricco di puffi e difficoltà sarà la coalizione di centro destra.
La Lega perde Varese, ma vince Savona. Gli amici del Carroccio si accorgeranno presto di quanto lo scambio gli risulti sfavorevole.
Su Facebook ci siamo sbizzarriti, ma ha votato meno di un savonese su due. Il dato definitivo dà l'affluenza al 49,38%. Maluccio, soprattutto pensando alla storia partecipativa della città e considerando che siamo dieci punti sotto a una realtà come Benevento che è riuscita nell'enigmatico compito di eleggere sindaco Mastella. Avete capito bene, Mastella, ahimè.
A Savona hanno votato molte più teste che cuori.
I voti raccattati dalla candidata vincente Ilaria Caprioglio nelle due intense settimane che hanno seguito il 5 giugno sono stati, manco a farlo apposta, 4.444. I 613 di Carlo Frumento, alcuni delusi grillini e chi ha scelto di seguire l'indicazione di voto di Giampiero Aschiero.
Non credo, e non voglio credere, che si sia trattato solo di un voto contro. Il movimento di Grillo e di Casaleggio, redivivo sui social come messia delle apocalissi torinese e romana, a Savona ha fatto cilecca. Pensare che alcuni di loro abbiano ripiegato sulla Caprioglio per odio nei confronti del nemico giurato di ieri è offensivo.
Hanno scelto di promuovere una giunta della discontinuità e, proponendosi come il nuovo, si sono assunti il rischio di dare a Savona un'amministrazione inedita, anche se non trasparente e antipartitica come avrebbero voluto.
Un'operazione senz'altro lecita che, tuttavia, cela un pericoloso precedente. Solo restando imparziali avrebbero confermato quell'atteggiamento di arrogante superiorità che tanto hanno ostentato in campagna elettorale. Oltre a perdere un'occasione storica, hanno dimostrato di poter perdere in futuro unione e elitarismo.
Riguardo a Cristina Battaglia, i savonesi che hanno scelto di sostenerla nella sfida finale pur non avendolo fatto al primo turno sono stati appena 1537. Se Ravera si bevesse il cervello cercando di salire sul carro del perdente potrebbe dire che sono i suoi. Ma non lo sono e credo che il buon Marco ne sia fiero.
Tanto per riesumare una polemica sempre florida, i voti di Sel e Rifonda  non sarebbero comunque bastati. E' il leitmotiv giustificazionista più triste e preoccupante di tutta la storia.
Perchè Savona ha punito la Battaglia? Perchè è di Genova.
Ma non solo, Cristina ha pagato il malgoverno di altri (Renzi e Berruti su tutti) e non è stata pronta o libera di tradurre in nomi le promesse elettorali. Se lo avesse fatto, anzichè cincischiare anche sulle candidature assolute e universalmente apprezzate (vedi Elisa Di Padova) forse staremmo commentando un'altro risultato.
Invece apriamo le porte di Palazzo Sisto a una giunta in gran parte leghista che ha inaugurato il mandato costellata da un'orda di troll a braccia tese al canto di "chi non salta comunista è". Solo i giornalisti di Primocanale, ormai abituati al peggio, sono riusciti a non imbarazzarsi. Ilaria Caprioglio imbarazzata lo era parecchio.
Lo sono anch'io. Mi imbarazza anche dire che voglio essere ottimista. Che mai come oggi la fame di miglioramento e la voglia di dimostrare di essere all'altezza potrebbero influire positivamente sull'amministrazione della città.
Non è un augurio vuoto: lasciamoli lavorare, controllandoli criticamente a ogni passo, ma con serenità.
Toti già punta alla partita genovese e ha un anno di tempo per ergere Savona a feudo funzionale del neo-rinato centrodestra ligure.Chissà che non ne venga fuori qualcosa di buono.
Se così non dovesse essere il PD savonese potrà fare tesoro degli errori, epurare dalle sue fila i personaggi più scomodi e mal visti e studiare sul territorio un nuovo corso, lontano dal renzismo e dai ministri Pinotti e Boschi, vero repellente per il savonese medio.
Gli errori, in questa campagna elettorale, sono stati tanti. Cerchiamo almeno di lasciarceli alle spalle.

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