Abitare il web in modo diversoby Riccardo |
di Riccardo Troisi
Nell'era dei social network, dove il virtuale ruba sempre più spazio al reale, non è facile capire come orientare la nostra presenza in queste piazze del terzo milennio. Nel mondo dell'economia solidale al di là delle esperienze di software libero e dei siti creative commons, solo da pochi anni si iniziano a sperimentare piattaforme social senza dominio. Per questo abbiamo voluto fare qualche domanda a chi ha avviato con coraggio un'esperienza di community solidale, quella di Social Business World.
Come nasce la vostra comunity?
In questi anni di grande rivoluzione nell'ambito della comunicazione e della condivisione, grazie all'arrivo dirompente di diversi social network generalisti che hanno inevitabilmente influenzato la vita e il modo di comunicare di molti di noi, abbiamo sentito l'esigenza di creare un ambiente etico e sostenibile in grado di diventare un punto di riferimento per l'economia solidale, in cui scambiarsi informazioni, condividere esperienze di vita sostenibile, parlare di business etico e bene comune e, soprattutto, lavorare in gruppo.
Per questo nel 2011 (Michele Paolini e Gianni Ruta amici ed ex colleghi della Facoltà di Economia di Siena) abbiamo fondato Social Business World, un vero e proprio social network, non un sito o blog o portale ma una piattaforma internazionale, al momento in sei lingue e con iscritti da tutto il mondo, nata per fare essenzialmente ciò che fa Facebook, gratuita, ma senza fronzoli, pubblicità, gattini o contenuti diversi da quelli che interessano quanti come noi credono che l’attuale sistema economico debba essere profondamente cambiato: l’uomo e il pianeta al centro, non il profitto. L'idea è di sperimentare un social network etico per un mondo sostenibile.
Perché avete scelto questo nome "Social Business World" che sembra quasi un ossimoro?
Il nome è stato scelto in omaggio a Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace già noto per aver ideato il microcredito, che ha teorizzato e poi iniziato a mettere in pratica il Social Business (o impresa etica); In inglese ci piaceva inoltre il gioco di parole: “Mind your Business!”-”Is it your Business?”-”Yes, it’s also your Business, it’s a Social Business!” (Fatti gli affari tuoi! Sono affari tuoi? Si sono anche affari miei sono affari "sociali"). Sappiamo che la parola "business" è un po' antipatica e il suo significato è considerato in completa antitesi con l'etica e la solidarietà. Noi siamo però convinti che sia proprio dall'economia che è necessario partire per cambiare questo sistema basato sul consumismo, la competizione estrema e le disparità sociali.
Che cosa significa per voi essere etici?
Non fare alcun uso commerciale o di altro tipo proprio delle generalità e informazioni che l'utente decidesse eventualmente di fornire. Non ci interessa individuare l’utente né profilarlo in alcun modo, per iscriversi basta un indirizzo email ed una password, per nome completo, se lo si preferisce, si può indicare semplicemente un nickname. L'utente sceglie liberamente che cosa condividere a quale livello (privato, amici, pubblico..) sicuro che i suoi dati non saranno mai utilizzati da noi a scopo di lucro. Mettere in pratica i valori che vogliamo contribuire a diffondere: per noi la coerenza è fondamentale anche se costosa. Il nostro server è alimentato con energia da fonti rinnovabili ed il team lavora da remoto: tutto è gestito online, non abbiamo una sede fisica in cui recarci. In quella che di fatto comunque al momento è la nostra sede giuridica abbiamo installato pannelli fotovoltaici che ad oggi producono quasi il doppio di quello che consumiamo. Siamo impegnati nella riduzione della stampa su carta, nella riduzione degli sprechi di energia e acqua, nella diffusione di prodotti biologici e a chilometro zero.
Chi si ritrova nella vostra comunity?
Con il nostro lavoro cerchiamo di supportare grandi e piccoli produttori, fornitori di servizi etici, organizzazioni non profit, associazioni, istituzioni che operano per il bene comune, fornendo loro strumenti gratuiti di comunicazione e aggregazione che possano rafforzare e diffondere ideali di giustizia, etica e sostenibilità. Siamo convinti partner di Lo Faccio Bene Cinefest, con-corso di cortometraggi che raccontano buone pratiche, azioni quotidiane, concrete e coerenti per l'economia delle relazioni, l'etica, l'ecologia e la socialità.
Come riuscite a sostenervi?
Finora ci siamo autofinanziati e accettiamo donazioni, ma da circa un anno abbiamo lanciato anche una seconda piattaforma, separata ma complementare, un Marketplaceetico dal quale produttori responsabili possono offrire le proprie creazioni a consumatori critici; per questo servizio chiediamo ai produttori di destinarci una percentuale sulle vendite per sostenere i nostri costi e progetti a impatto sociale positivo. Anche il Marketplace è multilingua ed ha l'obiettivo di sostenere piccoli produttori etici e imprese sociali dando loro visibilità e la possibilità di vendere in un mercato non solo locale, ma anche internazionale. Abbiamo selezionato i nostri fornitori usando come principale criterio la conoscenza diretta e avvalendoci sia di reti territoriali come i Gas, laRete di economia solidale delle Marche, di cui siamo soci, che internazionali come Economia del Bene Comune, che si occupa della diffusione del tema dell'imprenditoria etica e della certificazione delle imprese virtuose.
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