lunedì 7 dicembre 2015

un ragionamento sulla Francia

Anne Sinclair Headshot

Voilà, ci siamo...

Pubblicato: Aggiornato: 
FRONT NATIONAL
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Vincitori e vinti... Il solito menù delle notti elettorali. Ma questa volta, sembra essere andata un po'come il gioco delle sedie. Ormai ci sono tre grandi forze politiche che si contendono il voto dei francesi. Si potrebbe dire quasi quattro, perche il Front de Gauche (il fronte di sinistra) e gli ecologisti sono circa al 10-12% dei voti, ma non costituiscono davvero un punto di forza per il partito socialista al potere.

Ma il punto è questo. A forza di dichiarazioni che, votazione dopo votazione, richiamavano lo "choc", il rombo di tuono della sua inarrestabile avanzata, il Front National è diventato il primo partito di Francia. I sondaggi lo avevano previsto, gli elettori lo hanno reso possibile. Chi avrebbe detto che, un giorno, Marine Le Pen, avrebbe superato il suo avversario di destra di circa 20 punti, in una regione come il Nord-Pas de Calais storicamente di sinistra? Chi avrebbe previsto che sua nipote, una giovane donna di 25 anni piena di talento e dura come il ferro, avrebbe schiacciato il rivale sindaco di Nizza di 14 o 15 punti? Chi avrebbe immaginato che le esponenti del "triumvirato" della famiglia Le Pen (Marine, Marion, Louis Aliot) sarebbero diventate l'unico oggetto di discussione della nottata, le uniche tre persone capaci di placare ogni dibattito, per poter ascoltare le loro dichiarazioni? Sorridono davanti alla sconfitta degli avversari, godono del lusso di tenere un discorso nazionale ed uno "locale" contemporaneamente. Inoltre, il discorso di Marine Le Pen sembrava già avere un tono presidenziale.

Mi direte che tutti, in fondo, sapevano già chi sarebbe stato il vincitore di questa tornata elettorale ma ognuno di noi immaginava (o sperava) un esito finale diverso. Eppure, ci siamo, il panorama è cambiato. Una sconfitta della sinistra in confronto al 2010 che neanche l'aumento della popolarità "post-attentati" del presidente ha saputo evitare. Una delusione per i Repubblicani, nonostante il loro attivisimo ed i discorsi infuocati di un ex Presiente della Repubblica che non hanno sortito effetti. Seguono gli ambientalisti, un'estrema sinistra simbolica. E un dato eclatante che non sfuggirà ancora per molto tempo: come può una democrazia degna di questo nome accettare che un partito che rappresenta il 30% degli elettori abbia solo due deputati in Assemblea nazionale? È necessaria una revisione drastica del nostro sistema di rappresentanza.

Ma per il momento si pensa al secondo turno e alle prossime mosse. Il partito socialista ritira le sue liste in almeno due delle regioni più "minacciate" dal Fronte Nazionale, il Nord e il PACA (Provenza-Alpi-Costa azzurra). Si tratta di un gesto coraggioso, perché così facendo il PS rinuncia ad ogni rappresentante regionale per i prossimi cinque anni. Ma è coerente con i discorsi agguerriti del Primo Ministro negli ultimi mesi. Infine si tratta di un modo per salvaguardare almeno l'onore, in un momento in cui la sorte sembra contraria. Tuttavia, il successo di questa mossa non è assicurato, tanto è impetuosa l'avanzata delle due signore della Destra ed a causa della spaccatura creatasi tra l'ex-UMP e il PS. Nel 2002, la sinistra si è dimostrata compatta votando per Jacques Chirac contro Jean-Marie Le Pen, ma non è affatto scontato che si mobiliterà allo stesso modo stavolta. Estrosi, da parte sua, ha almeno affrontato argomenti vicini a quelli della sua giovane avversaria.
Dal canto suo, Nicolas Sarkozy ha ribadito la sua posizione. È vero che nessun candidato di destra, ora come ora, rischia di far prevalere un frontista. Ma allo stesso tempo, ad oggi, il rapporto tra Repubblicani e esponenti FN è talmente sbilanciato che i candidati repubblicani riescono ancor a "stabilizzare" almeno i voti della destra repubblicana, impedendo che gli elettori vadano ad ingrossare le fila dell'estrema destra. Avremmo potuto immaginare un discorso meno chiuso. Anche in questo caso, per salvare l'onore. Con il suo appello affinché "la Repubblica non si arrenda", con la sua dichiarata comprensione per quegli elettori che "hanno paura di vedere minacciata la loro identità e temono che il loro stile di vita cambi" Sarkozy non fa altro che affrontare gli stessi temi identitari cari al FN e non invoglia di certo la sinistra a votare per i suoi candidati. Ipsos ha sondato le motivazioni degli elettori che si sono recati alle urne: in testa la disoccupazione, da più di quarant'anni tra le prime preoccupazioni dei francesi. Seguono il terrorismo, il senso di insicurezza e l'immigrazione.
La tragedia del 13 novembre ha contribuito ad amplificare questa tendenza. I mesi a venire non cambieranno le cose. Contrariamente a quanto affermato con entusiasmo da Florian Philippot, non credo che il voto per il Front National sia un "voto d'amore". Speriamo che non sia questo il caso! Che sia, almeno, il voto della paura. Paura del mondo, della violenza, del declassamento, paura degli altri. È giusto dire che il è il risultato stesso di questa votazione a fare paura. Paura di un'elezione presidenziale che, tra 16 mesi, potrebbe portare sui nostri schermi (come è accaduto stamattina) un volto che segnerà davvero l'inizio di un'altra Francia.

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