martedì 8 dicembre 2015

Tirreno Power i Verdi ormai lo dicono chiaramente per Vado Ligure non c'è futuro

Tirreno Power vara il piano industriale, ma su Vado Ligure impossibile fare previsioni

E' previsto il rifinanziamento di 300 milioni al 2022, un bond convertendo da 250 milioni al 2024 e una linea revolving da 50 milioni
Vado Ligure. Tirreno Power sotto l’albero di Natale troverà un nuovo piano industriale. E’ stato da poco omologato dal Tribunale di Roma insieme con l’accordo ristrutturazione del debito da quasi 900 milioni di euro. Il documento, secondo quanto risulta a Radiocor, stima per la ex genco Enel un Ebitda positivo nel 2017 e un ritorno all’utile dal 2019.
L’intero riassetto del colosso industriale che gestisce la centrale di Vado Ligure vedrà gli attuali soci (Engie con il 50% delle quote e Sorgenia in trasparenza con il 39%) ricapitalizzare la società per 100 milioni di euro.
Il via libera arriverà il prossimo 16 dicembre. Quel giorno della prossima settimana sono previsti il closing e l’assemblea straordinaria. E non mancano novità importanti: sulle attuali passività è previsto il rifinanziamento di 300 milioni al 2022, un bond convertendo da 250 milioni al 2024, una linea revolving da 50 milioni e strumenti partecipativi ibridi per circa 285 milioni oltre ad altri rimborsi e stralci per circa 12 milioni.
Il direttore generale Fabrizio Allegra definisce a Radiocor quello diTirreno Power “un piano solido, di rilancio e rappresenta la piattaforma per il rilancio della società”.  Per quanto riguarda Vado Ligure, tuttavia, non è previsto, in via prudenziale alcun contributo a livello di margini dalle unità a carbone. Sulla ripartenza della centrale bloccata dalla magistratura dal marzo dello scorso anno non si possono fare previsioni.
E allora Tirreno Power ripartirà dai cicli combinati a gas, – tra Napoli, Vado Ligure e Civitavecchia può contare su 2,5 GW di capacità produttiva. “Si tratta di impianti moderni ed efficienti – sottolinea Allegra, su cui verranno effettuati ulteriori interventi per migliorarne l’efficienza e la flessibilità. Altro elemento importante è che, per ridurre il debito, non verranno venduto gli impianti idroelettrici, che danno un contributo importante alla marginalità”.

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