Ha aperto il 6 dicembre, il dormitorio sociale allestito in un mese negli spazi dell’ex Caserma Masini di Bologna occupata dal collettivo Labàs nel 2012. Sei camere doppie, dodici posti letto per accogliere chi è in strada o migranti in transito da Bologna. Loro uccidono il welfare, noi facciamo un'altra cos
Apre il dormitorio autogestito nel centro sociale occupato Labàs di via Orfeo. Sono un centinaio i volontari che hanno partecipato al progetto “Accoglienza degna”, con cui il collettivo Labàs e il Tpo – Teatro polivalente occupato hanno deciso di affrontare l’emergenza abitativa a Bologna. Hanno fra i venti e i trent'anni, sono lavoratori e studenti con alle spalle esperienze di educatori sociali, e tramite donazioni e raccolta fondi in un mese hanno realizzato un dormitorio autogestito e il servizio di accoglienza “Refugees welcome point”, dove i migranti che transitano dalla città possono trovare ristoro, pernottare per qualche giorno, utilizzare i servizi sanitari e ricevere un pasto caldo.
Gli operatori di “Accoglienza degna” domenica prossima 6 dicembre hanno aperto le porte dell’ex Caserma Masini in via Orfeo 46, lo spazio di 9 mila metri quadrati occupato dal collettivo Labàs dal novembre 2012. “Siamo studenti, lavoratori, precari, disoccupati e pensionati che vogliono scommettere su progetti politici e sociali che mirino a trasformare radicalmente un presente fatto di miseria, esclusione, razzismo, precarietà, devastazione ambientale e culturale”, si definisce il collettivo. Negli spazi di via Orfeo, da circa due anni,Labàs organizza laboratori creativi di falegnameria, uno spazio doposcuola dedicato ai bambini e al rapporto con i genitori, che si svolgono settimanalmente, e un locale dedicato a “La biopizza”, dove si produce l’alimento a chilometro zero.
“Abbiamo definito il progetto ‘Accoglienza degna’ per mettere al centro il concetto di dignità umana riferita a tutte le persone – spiega Neva Cocchi, responsabile dello sportello migranti del Tpo – L’obiettivo è creare uno spazio dove chi si trova in difficoltà ed è costretto a dormire in stazione o per strada, ed è in graduatoria per una casa popolare, escluso dalle strutture pubbliche dei centri di accoglienza e dai progetti di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, può trovare una dimensione confortevole di convivenza e tranquillità quando l’inverno accentua la difficoltà di non avere una fissa dimora”.
“Il dormitorio è composto da sei camere doppie, per un totale di dodici posti letto, una cucina comune, docce, servizi sanitari e una stanza per noi volontari che saremo sempre presenti insieme agli ospiti. – spiega Alessandro Pesarese, volontario – Per accogliere le persone abbiamo svolto colloqui per conoscerci e capire come poterle aiutare. A tale scopo organizziamo anche, all’interno del dormitorio, attività di ‘arte-terapia’ e ‘cucimondo’, dove gli ospiti cucineranno cibi tipici del loro Paese per favorire l’integrazione”. I primi a inaugurare il dormitorio sono un 38enne nigeriano e un giovane del Gambia, usciti dai percorsi di accoglienza e attualmente senza dimora fissa. A seguire entrerà anche un pakistano rimasto senza casa dopo il divorzio.
Obiettivo del progetto è incentivare le persone a uscire dalla povertà, a trovare un lavoro e a conoscere i servizi che offre la città: “Attraverso l’autogestione del territorio, abbiamo creato uno spazio dove le persone accolte diventano protagoniste, facendo scomparire la differenza fra beneficiari e noi operatori”, conclude Pesarese. Domenica prossima, dalle ore 17, i volontari hanno inaugurato il progetto raccogliendo alimenti e oggetti per il dormitorio. (di Cristina Mazzi, Redattore sociale)
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mercoledì 9 dicembre 2015
un dormitorio nel centro sociale
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