lunedì 30 maggio 2016

partire purche' nel Lazio perche' Toti deve solo fare danni?


Partire dovrebbe essere una scelta by maomao comune Nel 2016 partiranno in duemila. Torno Subito, il programma che offre una straordinaria opportunità di formazione ai giovani universitari o laureati dai 18 ai 36 anni che vivono nel Lazio, ha avviato il terzo anno di progettazione. Il numero dei partecipanti cresce in modo assai rilevante. Un'esperienza che ha un segno politico e culturale molto netto e del tutto opposto a quello che costringe moltissimi giovani a lasciare l'Italia per cercare un'occupazione interessante e capace di garantire un reddito dignitoso. Si tratta però, spiega Massimiliano Smeriglio in questa nostra intervista, di un segno importante anche per ribadire che la libertà di movimento nel pianeta deve essere il frutto di una scelta personale e soggettiva non la necessità di fuggire dalla guerra, dalle deportazioni operate in nome di astrazioni dello sviluppo, dalla desertificazione o da altre condizioni di vita impossibili. La sola condizione che pone Torno Subito è proprio il ritorno, cioè la condivisione resposabile delle esperienze acquisite per arricchire il territorio e rinsaldare i nessi di comunità prossimi-appuntamenti-709x500 di Redazione Comune Ha appena doppiato la boa dei cinquant'anni e nel suo sito, accanto alla scritta che indica l'incarico cui l'ha condotto un percorso politico lineare ma piuttosto rigoroso, vicepresidente della Regione Lazio, si legge una significativa citazione tratta da "Posse-La leggenda di Jessie Lee", il western con i protagonisti afroamericani di Mario Van Peebles: "Non cercare di fregarmi, io ho avuto la tua età, tu non hai ancora la mia". Con Torno Subito, Massimiliano Smeriglio ha ben chiaro di essere riuscito a offrire ai giovani un'opportunità così straordinaria che avrebbe rappresentato un sogno irrealizzabile per molti ragazzi e ragazze delle generazioni precedenti. Non un'esperienza pilota o simbolica ma un intervento dal segno politico e culturale assai netto: apertura alla mondialità e autonomia. Quest'anno saranno ben duemila i ragazzi cui viene finanziato, per un anno e in modo dignitoso, un percorso di formazione vera, con esperienze in luoghi o paesi diversi da quelli in cui si vive, inventato e progettato da chi parte. C'è una sola condizione: tornare e condividere nel territorio regionale le conoscenze acquisite. Torno Subito è arrivato al terzo anno, il tempo giusto per cominciare a trarne qualche valutazione. Nelle scorse settimane migliaia di ragazzi sono venuti alla presentazione-evento di Torno Subito nella capitale. C’è un significato politico profondo, qualcosa che va oltre l’immediatezza dell’evidente successo, per una partecipazione così straordinaria di giovani in una città tanto ferita e disorientata come Roma? Il dato rilevante è la forte domanda di opportunità che pervade tutti i giovani del nostro Paese, non solo di Roma e del Lazio. Non dimentichiamoci che il bando Torno Subito è aperto ai residenti e domiciliati nella nostra Regione, quindi si rivolge anche ai “fuorisede”. L’ultimo rapporto ISTAT descrive un “paese in transizione” dove, dal 2015, è iniziata una nuova fase di declino demografico. Questo fenomeno impatta ovviamente sulla società: la diminuzione degli under 35 determina anche una perdita di rilevanza dei giovani nelle priorità politiche, mentre è su di loro che bisogna puntare per rilanciare il Paese. Quello di Torno Subito è un programma che utilizza il Fondo sociale europeo. Eppure i primi giovani che hanno raccontato la loro esperienza in un video erano in Nicaragua, Nuova Zelanda, India. Avete pensato che destinazioni così lontane, ben oltre i confini di un’Europa chiusa nella difesa di un’identità segnata dal privilegio e dalla paura, potessero restituire un orizzonte diverso, il fascino di un’idea aperta della convivenza nel pianeta? Torno Subito ruota intorno ad un’idea chiara: partire deve essere una scelta, non una necessità. Non è così per molti giovani del nostro Paese che, non trovando in Italia una possibilità di lavoro e crescita, decidono di andare all’estero. Ma non lo è neanche per le centinaia di migliaia di migranti che ogni giorno bussano alle porte dell’Europa chiedendo un futuro migliore. Vogliamo, quindi, che i giovani della nostra regione affrontino la sfida della globalizzazione con più consapevolezza. Fare un’esperienza all’estero ti fa capire le enormi possibilità che può offrire una società globale, lontana dai pericolosi nazionalismi in cui si sta scivolando la nostra Europa. Così come tornare deve essere vissuto come un gesto di responsabilità verso la propria comunità. 4 La prossima partenza investe duemila persone, al loro rientro dovranno completare il progetto in imprese, associazioni, cooperative, etc. del Lazio. Dal punto di vista sociale ed economico, quali aspettative avete per questa seconda parte del programma, quella del ritorno, anche alla luce dei risultati dei primi due anni? I progetti elaborati dai ragazzi e dalle ragazze riguardano ambiti strategici come l’innovazione di prodotto, l’energia, l’ambiente o l’I.T.C. (Information and Comunication Technology). Vi è, poi, una linea di intervento specifica rivolta al settore del cinema, che è stata inaugurata l’anno scorso. Molti ragazzi hanno fatto esperienze straordinarie alla Film Academy di Los Angeles o alla scuola di cinema di Buenos Aires, e ora reimpiegheranno le loro competenze qui nel Lazio, contribuendo a rafforzare il comparto dell’audiovisivo. Non bisogna, infine, sottovalutare il tema di genere: il 60 per cento dei vincitori di Torno Subito sono ragazze, confermando il protagonismo delle donne nel rilancio della nostra Regione. Nelle molte presentazioni organizzate in questi anni, avete percepito differenze interessanti nella domanda politica, economica e culturale tra i partecipanti al bando che vivono a Roma e quelli delle altre realtà della regione? Sicuramente la Provincia di Roma è l’area da cui provengono la gran parte dei partecipanti al bando: nelle edizioni 2014 e 2015 abbiamo finanziato circa 1300 progetti riferiti alla Città Metropolitana di Roma Capitale, a fronte di circa 400 progetti per le altre province. Il dato, determinato dalla differenza di popolazione, non incide ovviamente sulla qualità dei progetti, anzi. Abbiamo finanziato bellissimi progetti nelle province di Viterbo, Frosinone e Latina riguardanti la bioedilizia e la green economy. Nel reatino è invece forte la vocazione turistica legata alla valorizzazione del Cammino di Francesco, progetto su cui la Regione Lazio ha investito molto in occasione del Giubileo. portada Se avessi avuto l'opportunità di partecipare a Torno Subito quando avevo l'età giusta, sarei andato in Chiapas, dice Smeriglio. Foto tratta da La Jornada L’autonomia è uno dei valori chiave del vostro progetto e, probabilmente, una delle ragioni principali del suo successo. Si può azzardare, almeno negli intenti, un nesso tra la scelta di puntare sull’autonomia per i progetti che inventano e costruiscono i partecipanti al bando e l’idea di una sempre più evidente necessità di autonomia nei processi collettivi di trasformazione della società contemporanea? Torno Subito è un bando che interroga la società contemporanea, una società iperconnessa dove aumenta la sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei corpi intermedi. Come Regione Lazio abbiamo deciso, quindi, di parlare direttamente ai giovani, chiedendogli “cosa vuoi fare?” e aiutandoli a sviluppare il loro progetto di vita. Il rischio è, infatti, che l’autonomia si trasformi in individualismo, in un “tutti contro tutti”. Il nostro ruolo, come, Istituzione è di rinsaldare i nessi di comunità, sostenendo lo spirito d’iniziativa dei ragazzi e delle ragazze, senza, però, scordarsi delle esigenze e delle potenzialità del nostro territorio. Se avessi avuto l’opportunità di fare un progetto come Torno Subito negli ultimi anni del Novecento, quando avevi l’età adatta a partecipare, dove saresti andato e a fare cosa? Essendomi laureato in storia, probabilmente sarei andato in Chapas a seguire l’evoluzione delle comunità zapatiste. In quegli anni era appena stato siglato il NAFTA, un accordo di libero scambio tra Messico, Usa e Canada, qualcosa di simile al moderno TTIP. Di fronte alle nuove regole imposte del libero mercato, che non tenevano conto dei diritti delle comunità indigene e dell’habitat in cui vivevano, un gruppo di uomini e donne ha saputo imporre all’opinione pubblica messicana la questione degli indios. Lo hanno fatto con un sistema di autogoverno e di autogestione, capace di farsi carico, progettare e realizzare il cambiamento. Avete deciso di investire molto sulla fascia di età che va dai 18 ai 36 anni. E’ una scelta ragionevole e lungimirante ma, anche come assessore alla scuola, riesci a immaginare, almeno in linee generali, verso dove potrebbe orientarsi una ricerca di progettualità e di autonomia che avesse una forza simile a quella di Torno Subito, per la scuola e i ragazzi che hanno tra gli 8 e i 18 anni? A loro i cambiamenti climatici, la mancanza di sogni, l’inaridimento della socialità e della cultura, il dominio del denaro sulla vita delle persone rischiano di riservare un avvenire segnato dal deserto… Abbiamo già attivato un bando che va proprio in questa direzione. Si chiama Fuoriclasse e, ovviamente, non è rivolto direttamente ai ragazzi, essendo minorenni, ma alle scuole e alle associazioni del territorio. Tramite questo bando gli istituti scolastici possono attivare dei percorsi di studio che vanno oltre la didattica tradizionale, promuovendo delle brevi work experience, degli interventi a contrasto della dispersione scolastica o degli interventi di sensibilizzazione per la cittadinanza, la solidarietà, la legalità e la cultura ambientale. Individuati gli obiettivi, le scuole e le associazioni possono sviluppare il proprio percorso in completa autonomia, coinvolgendo anche i ragazzi e le loro famiglie.

Nessun commento:

Posta un commento