domenica 29 novembre 2015

cop 21 le opportunità


La più grande opportunità economica e sociale della storia

Pubblicato: Aggiornato: 
Stampa
Nel corso della sua presentazione del pionieristico rapporto "Il nostro futuro comune", di fronte all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1987, l'allora primo ministro norvegese e attuale vicepresidente degli Elders, Gro Brundtland, espresse la necessità di un nuovo modo di fare affari.
"Dobbiamo rompere col nostro approccio settoriale all'economia e all'ecologia. Dobbiamo imparare ad accettare il fatto che le considerazioni di natura ambientale e la crescita economica non siano che parti di un management unitario del nostro pianeta. L'uno dipende dall'altro".
Mentre ci prepariamo al COP21, quelle parole suonano più vere che mai. I rappresentanti di più di 190 governi nazionali s'incontreranno per negoziare un nuovo accordo internazionale sui mutamenti climatici. Quest'opportunità per ridurre le emissioni globali di gas serra ed attenuare la minaccia del clima che cambia rappresentano la più grande opportunità economica e sociale di tutta la storia.
Quando Michael Bloomberg mi ha chiesto di prender parte a questa serie d'articoli sull'Impresa per il Clima ho immediatamente voluto cogliere l'opportunità. L'unico modo in cui il pianeta potrà essere all'altezza d'affrontare la questione dei mutamenti climatici sarà facendo giocare un ruolo chiave alle aziende, incoraggiando le soluzioni imprenditoriali, e se le persone lavoreranno insieme. È il motivo per cui abbiamo concepito la Carbon War Room per accelerare l'adozione di soluzioni imprenditoriali in grado di ridurre le emissioni di carbonio, ed è la ragione per cui la CWR ha unito le proprie forze a quelle del Rocky Mountain Institute, per far progredire l'idea di un'economia a basse emissioni di carbonio. È per questo che abbiamo formato il B Team, per riunire i leader del mondo dell'impresa e apportare un cambiamento positivo in società e in economia.
La COP21 rappresenta una di quelle rare occasioni per mutare il corso della storia dell'umanità. Impegnandosi per le emissioni nette zero entro il 2050 i leader globali avranno l'opportunità di fissare un obiettivo di lungo termine chiaro e praticabile, in grado di promuovere un'economia prospera ed equa a livello globale entro il 2050. Starà a noi tutti incoraggiare questo sviluppo e far sì che i nostri leader vengano chiamati a risponderne. Insieme ai miei colleghi del B Team siamo convinto che un'obiettivo emissioni nette zero entro il 2050 sia raggiungibile. La cosa non dovrebbe preoccuparci. Ad esser onesti, non riesco a immaginare un'opportunità più entusiasmante di questa. Un accordo forte trasmetterà ai mercati privati un messaggio chiaro -- incrementando la ricerca e lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio, spingendo sul pedale dell'innovazione, aprendo la strada agli investimenti sulle energie pulite, stimolando la creazione di posti di lavoro, contribuendo a un'economia più verde e resiliente, e a società più prospere.
Nel gruppo Virgin ci sono molte iniziative da parte di aziende che aspirano ad ottenere emissioni nette zero entro il 2050, o attraverso ampie riduzioni delle emissioni o compensazioni. Fra queste ci sono investimenti sulle basse emissioni o sulle rinnovabili, e su mezzi aerei e terrestri più efficienti. Ad esempio l'industria aeronautica si è già prefissa degli obiettivi ambiziosi riguardo al carbonio, e le nostre linee aeree si sono impegnate a lavorare per un futuro sostenibile del settore aeronautico. L'anno scorso, il 2014, è stato il primo in cui la Virgin Atlantic sia effettivamente riuscita a svincolare la crescita imprenditoriale da quella delle emissioni di carbonio, con una riduzione complessiva del 12 percento in emissioni di CO2 durante le operazioni di volo fra il 2007 e il 2014. La Virgin Active, invece, è impegnata a cercare modi per ridurre il consumo energetico dei suoi club -- e già riporta una riduzione del 25 per cento dal 2011, col progetto di raggiungere il 30 entro il 2015.
Nell'ultimo decennio la Virgin ha investito molti milioni in imprese fondate sulle energie rinnovabili, così come sulle prime iniziative nel solare. Non tutte hanno funzionato, ma restiamo impegnati a investire il nostro capitale nello sviluppo delle fonti energetiche del futuro. Stiamo incoraggiando ciascuna delle imprese Virgin a formulare e a rivedere costantemente i propri obiettivi e piani d'implementazione per uno zero-netto entro il 2050. Siamo convinti che tutte le imprese, indipendentemente dal settore industriale nel quale esse operano, debbano lavorare per abbracciare questi obiettivi ambiziosi e concentrarsi sull'efficienza, sull'energia pulita e sulla compensazione di tutte quelle emissioni di gas serra che non possono essere eliminate.
Quando Gro Brundtland articolò la propria visione per uno sviluppo sostenibile, nel 1987, i suoi commenti non furono accolti dal diffuso consenso degli amministratori delegati. Oggi invece sempre più leader d'impresa si trovano a concordare con gli scienziati, e con una percentuale in crescita della popolazione mondiale, sul fatto che noi tutti dobbiamo fare qualcosa per i mutamenti climatici. La voglia delle imprese di trasformare la sfida del clima in un'opportunità è più grande che mai, e per i leader mondiali il mandato di fissare degli obiettivi ambiziosi e fondati sulla scienza è ben chiaro.
Che sia la tutela degli oceani del pianeta o l'incoraggiamento alla crescita del solare, le possibilità di un'economia a basse emissioni di carbonio sono illimitate. La COP21 non rappresenta un punto d'arrivo, ma una meta cruciale di un viaggio più lungo. Per condividere con noi le sue idee su come trasformare in realtà un'economia a basse emissioni di carbonio nominerò il mio co-presidente del B Team, Jochen Zeitz, affinché prosegua questa serie col proprio punto di vista sul ruolo delle imprese nella lotta ai cambiamenti climatici

Nessun commento:

Posta un commento