Catastrofe del Rio Doce, la Fukushima mineraria brasiliana non ha insegnato niente al Senato (VIDEO)
Approva la facilitazione delle licenze per le grandi opere. Ma alla Camera qualcosa si muove
[27 novembre 2015]
La Comissão Especial do Desenvolvimento Nacional del Senato brasiliano sembra voler ignorare il più grande disastro naturale della storia del Brasile e probabilmente del Sudamerica, quello del Rio Doce iniziato solo una ventina di giorni fa. Infatti, la maggioranza della Commissione senatoriale il 25 novembre ha approvato il progetto che accelera la concessione di licenze ambientali per le grandi infrastrutture. Come spiega Greenpeace Brasil, «Il Projeto de Lei (PL) 654/2015, del Senado Federal, è un pezzo dell’Agenda Brasil, un pacchetto di misure presentato dal presidente del Senato, Renan Calheiros (Partido Progressista – PP), che minaccia l’ambiente a favore della ripresa dello sviluppo economico nazionale».
Una decisione che arriva mentre la colossale tragedia del Rio Doce a Mariana, iniziata nello Stato brasiliano Minas Gerais con il rompimento delle dighe di lagunaggio delle scorie della miniera Samarco, è ancora in corso: l’onda tossica composta da scorie minerarie ha devastato ogni cosa e ucciso qualsia essere vivente lungo il corso del Rio Doce ed ora si sta riversando sulla costa di Espírito Santo, avvelenando l’Oceano Atlantico e spazzando via un’economia basata sulla pesca e il turismo.
Ma il più grande disastro ambientale della storia del Brasile e del Sudamerica, quella che è stata chiamata la Fukushima brasiliana, non ha fatto recedere il senatori della Comissão Especial dal votare di una procedura fast-trackper concedere con urgenza e velocità le licenze per le opere «strategiche e di interesse nazionale». Il testo, presentato dal sentore Romero Jucá del Partido do Movimento Democrático Brasileiro (PMDB), prevede che il governo indichi, per decreto, le opere soggette al “licenciamento ambiental especial”, l’Ente che concede le licenze avrà 60 gorni per analizzare il progetto e gli studi ambientali presentati e sollecitare chiarimenti. Dopo di che avrà altri 60 giorni per decidere. Anche le audizioni e le consultazioni pubbliche non saranno più obbligatorie. Secondo Greenpeace Brasil, «L’obiettivo è quello di ridurre il tempo dl procedimento ad mesi».
Danicley de Aguiar, coordinatore della campagna Amazônia di Greenpeace Brasil, «Commissionato dal ministro delle miniere e dell’energia, Eduardo Braga, il fast-track proposto dal progetto di legge cerca di facilitare specialmente quelle che il ministro definisce “obras estratégicas para o País”, Se il progetto fosse approvato, i diritti delle popolazioni colpite da queste opere sarebbero ulteriormente fragilizzate, senza contare gli impatti sui fragili biomi dell’Amazzonia.
In Commissione il Progetto di legge è passato con 7 voti favorevoli e 2 contrari. Il senatore Cristovam Buarque, del Partido Democrático Trabalhista ha detto di temere che la PL 654 indebolisca ancora di più la protezione dell’ambiente: «Qui si apre la porta affinché, con una qualsiasi inefficienza di un organismo, un progetto sarà approvato anche se sarà nocivo per l’ambiente».
Per l’altro senatore contrario Randolfe Rodrigues della Rede, «Il progetto rende il Paese ancora più vulnerabile ai disastri ambientali, come quello avvenuto all’inizio del mese a Mariana. La PL 654 va contro la storia, creando un rito sommario per le autorizzazioni ambientali».
Greenpace Brasil sottolinea che «il processo di autorizzazione ambientale, se ben fatto, dovrebbe informare la popolazione sulla sostenibilità socio-ambientale di questi grandi progetti. Ma accade proprio il contrario: il fast-track consolida il processo come una mera formalità. Così si legittimano decisioni politiche già prese che interessano sempre più gli stessi gruppi economici che la tutela del Paese».
Aguiar aggiunge che «L’approvazione di questo progetto in Commissione evidenzia la forza delle lobby corporative sullo Stato brasiliano, a detrimento degli interessi collettivi della società, Questo apre un precedente pericoloso perché altri diritti consacrati dalla Costituzione Federale siano calpestati e per tragedie come quella di Mariana continuino a ripetersi, data l’inevitabilità tecnica di proferire un parere in uno spazio di tempo così breve».
Ma le lobbies minerarie e dl cemento brasiliane potrebbero non avere vita così facile: anche se ha un carattere definitivo, che non richiederebbe che il testo approvato debba passare dalla plenaria in Senato, è stato fatto un accordo perché il PL 654 sia inserito con urgenza all’ordine del giorno della seduta plenaria. Poi andrà in seconda lettura nelle commissioni e alla Câmara dos Deputados. E proprio alla Camera ci potrebbero essere sorprese, anzi ci sono già, secondo il Wwf Brasil.
Anche il Panda brasiliano denuncia il colpo di mano realizzato al Senato da Jucá: «Nemmeno la catastrofe di Mariana, provocata dalla rottura delle dighe di contenimento delle scorie della miniera Samarco, nel Minas Gerais interno, è stata in grado di consigliare più cautela nell’analisi fatta dal Senato – dice Henrique Lian, responsabile politiche pubbliche e relazioni esterne del Wwf Brasil – La settimana scorsa, il Wwf Brasil aveva già manifestato pubblicamente contro il progetto del senatore Romero Jucá».
Ma, secondo il Wwf, Jucá e soci potrebbero aver fatto male i loro conti: «La catastrofe di Mariana (MG) si sta ripercuotendo positivamente nella discussione del nuovo quadro normativo dell’attività mineraria in Brasile. Questa settimana, il vice-presidente della Commissione esteri della Câmara dos Deputados, che valuta le conseguenze della rottura delle dighe della miniera Samarco, il deputato Sarney Filho (Partido Verde), si è incontrato con il relatore del progetto del nuovo Código de Mineração (PL 37/11 e apensados), Leonardo Quintão (PMDB), per suggerire emendamenti alla proposta». Alla riunione, avvenuta a porte chiuse, hanno partecipato i procuratori federali del Minas Gerais e parlamentari. Sono state presentati emendamenti sostitutivi per 28 articoli, per adeguarli alle problematiche socio-ambientali. Tra i suggerimenti di modifica presentati, ci sono le esigenze di riparazione dei danni ambientali, un monitoraggio più rigoroso e più risorse per gli enti ambientali federali e statali.
Secondo Filho, «Quintão si è mostrato favorevole a quasi tutti gli emendamenti indicati. Basta eliminare una voce sull’estrazione dei carbonati di calcio e magnesio che deve essere valutata dal relatore, che si dovrebbe poter presentare una redazione alternativa. Il resto è stato recepito. Intanto il contenuto di quel che è stato sostituito è praticamente il nostro. E’ il momento propizio perché il Congresso approvi una legislazione più rigorosa che tenga conto delle salvaguardie ambientali che prevengano incidenti come quello del Minas Gerais e dia più sicurezza alla popolazione che è, direttamente o indirettamente coinvolta nell’estrazione mineraria».
Ma un’altra brutta notizia per gli ambientalisti brasiliani arriva da Belo Monte: l’Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis (Ibama) ha concesso la licenza di esercizio che consente alla Norte Energia, società responsabile la costruzione della gigantesca diga idroelettrica, di avviare il riempimento del bacino dell’impianto. anche se, come ricorda Greenpeace Brasil, «Nonostante tutti gli impatti sociali e ambientali della Belo Monte, finora e la maggior parte delle condizioni previste nella licenza non sono soddisfatte». A Brasilia, mentre la presidente dell’Ibama, Marilene Ramos teneva una conferenza stampa per annunciare il via libera, un gruppo di circa 70 indios Xingu ha protestato contro la sua decisione.
A giugno, la ricerca “Dossiê Belo Monte – Não há condições para a Licença de Operação”, pubblicata dall’Instituto Socioambiental, aveva evidenziato le gravi conseguenze derivanti dal mancato rispetto della maggior parte delle condizioni ambientali e includeva tra i principali impatti un aumento del disboscamento illegale, l’invivibilità per le popolazioni rivierasche ed indigene, la distruzione delle attività di pesca nella regione e gravi difficoltà nel processo di reinsediamento obbligatorio delle popolazioni urbane e rurali.
Aguiar conclude: «Belo Monte non ha ancora nessuna viabilità ambientale. La Licença de Operação appena concessa corona un processo di autorizzazione discutibile, basato sulla pressione dell’industria elettrica perché il progetto sia realizzato a qualunque costo. Purtroppo, questo fatto evidenzia che l’autorizzazione ambientale oggi in Brasile funziona come un gioco di carte segnate per consentire una decisione politica già presa in precedenza, che sottostima il gigantismo degli impatti ambientali causati nella regione».
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