Tetti “verdi” per risparmiare sui consumi e migliorare l’edificio. Una realtà possibile, con la giusta attenzione alle professionalità, anche in Italia. Per l’agronomo milanese Andrea Bucci un’opportunità per cambiare in meglio l’ambiente urbano, anche dal punto di vista sociale, grazie anche alla realizzazione di “terrazzi da mangiare”.
In un articolo pubblicato lo scorso maggio su qualenergia.it vengono illustrati costi e vantaggi dell’utilizzo di erbe e piante sulle coperture degli edifici, riferendosi all’ambito italiano con uno sguardo alle esperienze più avanzate in altri paesi europei.
Sono molti i vantaggi descritti scegliendo e realizzando un tetto verde, sia per l’utenza che abita e frequenta l’edificio, sia in generale per l’ambiente urbano. E’ una soluzione naturale per rendere energeticamente più efficiente la propria casa, si scrive, in quanto: taglia le bollette per riscaldamento e raffrescamento ed attutisce i rumori. In più, migliora il comfort abitativo e aumenta il valore dell’immobile, riqualificato anche dal punto di vista estetico.
E per la città? Con la diffusione dei tetti verdi si riduce l’effetto ‘isola di calore urbana’, si assorbono gli inquinanti e si rallenta l’arrivo dell’acqua piovana nelle fogne diminuendo quindi il rischio di allagamenti.
Ci sono delle difficoltà? I costi variano a seconda del tipo di tetto verde: intensivo (un vero e proprio giardino pensile) o estensivo (più economico e con meno manutenzioni). Deve ovviamente essere ben impermeabilizzato per evitare infiltrazioni e può godere, come si ricorda nell’articolo, della detrazione fiscale del 65%, per ristrutturazioni, almeno per il 2015.
Abbiamo approfondito l’argomento chiedendo un parere all’agronomo milanese Andrea Bucci (www.andreabucci-agronomo.net ).
“I tetti verdi sono una possibilità capace di migliorare sensibilmente l’ambiente, la vivibilità della casa e il paesaggio urbano” – ci dice condividendo i vantaggi di questa scelta – “con ottime prospettive per migliorare l’ambiente urbano anche dal punto di vista sociale”. E’ necessario però verificare le professionalità e le competenze. “Non dobbiamo dimenticarci che l’Italia non è l’Europa del Nord. Il clima è spesso proibitivo, specie nei mesi estivi. Far crescere delle piante in aree esposte tutto il giorno al sole richiede una progettazione e una gestione molto accurata e rigorosa. L’improvvisazione può essere controproducente e creare, con il tempo, danni considerevoli”.
Bucci sottolinea che: “quasi tutto è realizzabile, ma rispettare il principio di sostenibilità economica non è sempre facile – considerando la varietà degli interventi possibili. La scelta delle specie risulta fondamentale: “nella maggior parte delle città italiane sconsiglierei l’idea di portare i prati all’inglese sopra i tetti. Meglio puntare su specie erbacee e arbustive mediterranee che bene si adattano all’elevata insolazione e alle alte temperature e creano “macchie” colorate più eterogenee”. Anche la scelta della terra e del substrato è importante per la buona riuscita del progetto.
Ma c’è di più: un tetto verde può “dare vita ad ambienti ricreativi dove stare insieme nel tempo libero, giocare con i bambini e, nei casi più fortunati, produrre cibo!”.
Quest’ultimo aspetto rappresenta un’interessante novità, sempre più richiesta ed apprezzata: “su un terrazzo si può valutare il posizionamento di cassoni in cui la pratica dell’orticoltura può regalare gioia al palato e alla mente” – oltre che avere unrisparmio sulle spese alimentari. Nel caso dei condomini poi: “la gestione degli orti sui tetti ha un’altra importante componente da considerare che va ben oltre gli aspetti tecnico-agronomici: i conflitti tra i condomini. I tetti verdi richiedono anche una progettazione partecipata che avvicina sinceramente tutti gli attori coinvolti nel progetto”.
Quest’ultimo aspetto rappresenta un’interessante novità, sempre più richiesta ed apprezzata: “su un terrazzo si può valutare il posizionamento di cassoni in cui la pratica dell’orticoltura può regalare gioia al palato e alla mente” – oltre che avere unrisparmio sulle spese alimentari. Nel caso dei condomini poi: “la gestione degli orti sui tetti ha un’altra importante componente da considerare che va ben oltre gli aspetti tecnico-agronomici: i conflitti tra i condomini. I tetti verdi richiedono anche una progettazione partecipata che avvicina sinceramente tutti gli attori coinvolti nel progetto”.
Questo tema è affrontato dallo stesso Andrea Bucci nel corso: “Terrazzi da mangiare” in cui sono descritte le specie orticole, anche poco conosciute, che sui terrazzi possono produrre “effetti magnifici incuriosendo grandi e piccini come varietà di solanacee con colori e forme particolari, leguminose rampicanti, varietà di mais ornamentali, basilico a foglia di lattuga, prezzemolo riccio)”.
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