martedì 15 luglio 2014
OGGETTO: L 'impatto sanitario del carbone – Il Convegno di Savona.
La sintesi di tutto quanto è stato spiegato questa mattina, nell'importante Conferenza nazionale su “L'impatto sanitario del carbone” , dovrebbe essere stampata e distribuita nelle scuole alla loro prossima riapertura. Oppure divulgata sotto forma di filmato data l'importanza delle comunicazioni e la completezza delle spiegazioni scientifiche.
Tutte le relazioni sono state di alto livello e hanno portato a un'unica conclusione: per le centrali a carbone non ci può essere futuro.
La funzione sociale del medico ha come obiettivo la difesa della salute nell'uomo e nell'insieme degli animali e delle piante che con lui convivono. Tutti dovrebbero avere la stessa garanzia di sopravvivenza.
Da quanto è emerso a fine mattinata la situazione di Vado, e di parte della Provincia di Savona, è veramente drammatica.
Come già avvenuto a Taranto, da parte di certi ambienti si tenta di imputare agli ambientalisti quella che viene considerata una perdita di posti di lavoro. Questo succede quando si chiede di fermare un'industria inquinante. Il portavoce nazionale dei “Verdi” Angelo Bonelli quando ha chiesto un radicale processo di riconversione industriale dell'industria pugliese, ha addirittura subito minacce di morte.
I nuovi parlamentari Verdi Europei stanno invece chiedendo con insistenza – come avviene in altre parti del mondo – di puntare decisamente sulle fonti alternative di energia, vera abbondante fonte di lavoro “pulito”.
La stessa Cina, fortemente inquinata in vaste aree, volendo ridurre la sua enorme potenza di centrali a carbone, ha deciso di triplicare antro il 2017 il suo potenziale fotovoltaico. In Europa, un importante “land” della Germania arriverà, entro l'anno, al 100% di energia da fonti rinnovabili. Tutte tecnologie che porteranno nuovo lavoro in ambienti più sani per tutti.
Un altro dato importante: da quanto emerso dalle relazioni mediche l'aspettativa di vita media nella nostra popolazione è effettivamente aumentata, ma è altrettanto vero che, purtroppo, è aumentato il periodo di sopravvivenza in condizioni di malattia. Tutto questo è ancor più grave se si analizza lo stato di salute precario che emerge nella generazione giovane;eppure tutti i programmi di prevenzione hanno subito tagli spaventosi.
In conclusione: la combustione del carbone immette nell'ambiente 24 sostanze certamente cancerogene, sotto forma di particelle talmente piccole che nessun filtro, per quanto tecnologicamente avanzato, può fermare. Il fondamentale principio di precauzione non è considerato con la dovuta serietà.
Le ceneri delle centrali a carbone(milioni di tonnellate), residui della combustione, manterranno una carica radioattiva trasferita nelle discariche e in tutti i prodotti nei quali viene inserita (cemento, ecc.).
Un grazie all'Ordine dei Medici della Provincia di Savona e al WWF, organizzatori del Convegno.
Il portavoce provinciale dei VERDI savonesi
Gabriello Castellazzi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento