Riforma del Titolo V della Costituzione:
associazioni ambientaliste già sul piede di guerra contro l’articolo 117
10 luglio 2014 Azioni di VAS, CAMPAGNE NAZIONALI, MAPPA DEL SITO, NEWS, Parchi e Territorio, VAS in campo Nessun commento / di
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La pietra dello
scandalo si chiama articolo 177 dell’emendamento 26.1000 del Titolo V della
Costituzione.
Ed è nel mirino delle associazioni
ambientaliste perché proprio sull’ambiente alimenterebbe «il conflitto tra Stato e Regioni, invece di superarlo»
e inciderebbe «scorrettamente sul concetto unitario di tutela
di cui all’art. 9 della Carta».
E per questo 19 associazioni
ambientaliste riconosciute hanno scritto una lettera ai relatori della riforma
costituzionale, autori della modifica al testo base del ministro Boschi sul
Titolo V della Costituzione, il vicepresidente del Senato, Calderoli e la
presidente della I Commissione del Senato, Finocchiaro e per conoscenza ai
ministri per le Riforme Boschi e per l’Ambiente Galletti in cui chiedono di
tornare al testo originario proposto nel disegno di legge governativo in quanto
«la nuova formulazione dell’art. 117 è fortemente peggiorativa e
non condivisibile, sia dal punto di vista formale che sostanziale».
Maria Elena Boschi
Le 19 associazioni ambientaliste
sono: Accademia Kronos, Agri Ambiente, Amici della Terra, AIIG,CTS, ENPA, FAI, Federazione Pro Natura, Greenrecord, INU, Italia Nostra, LAC, LAV,Legambiente, Marevivo, Montain Wilderness, Touring Club, VAS, WWF Italia e hanno chiesto un incontro ai relatori
perché nella lettera rilevano che l’emendamento n. 26.1000, senza alcuna
ragione ascrivibile a tecnica legislativa, modifica l’originaria e chiara
dizione originaria del ddl costituzionale relativa all’art. 117, comma 2, lett.
s) della Carta costituzionale, secondo cui lo Stato ha legislazione
esclusiva in materia di “ambiente, ecosistema, beni
culturali e paesaggistici; norme generali sulle attività culturali, sul turismo
e sull’ordinamento sportivo”.
Questa dizione originaria è stata
sostituita con la più confusa formulazione contenuta nell’emendamento
Calderoli/Finocchiaro che, se approvata, affiderebbe allo Stato la competenza
esclusiva oltre che in materia di “tutela dei beni culturali e
paesaggistici”, anche su non chiare “disposizioni
generali e comuni su ambiente e ecosistema”.
Le associazioni nella loro lettera contestano i contenuti dell’emendamento
26.1000, come si legge perché:
<<a) la natura non precisata delle “disposizioni generali e comuni” può
solo alimentare oltremodo il conflitto, già elevato, tra lo Stato e le Regioni
di fronte alla Corte costituzionale;
b) rischia di spezzare
quell’unicum che deriva direttamente dall’art. 9 della Costituzione tra
patrimonio culturale e ambiente, come più volte ribadito nella giurisprudenza
costituzionale.>>
Le associazioni ambientaliste nella loro
lettera chiedono il ritorno al testo Boschi «più consono e coerente
rispetto all’obiettivo primario del delicato processo di riforma
costituzionale in atto, che è quello, per quanto riguarda la revisione del
Titolo V, di meglio definire proprio quella ripartizione delle competenze tra
Stato e Regioni, che l’emendamento 26.1000 tende maldestramente a confondere».
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