Aprilia operai morti, Marina Gobbato del Comitato No Miasmi: "Non solo Acea, qui è una piccola Terra dei Fuochi" (FOTO)
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E’ una “piccola terra dei fuochi” l’area che si trova al confine tra i due comuni di Aprilia e Nettuno. Una terra su cui si è acceso nuovamente un faro dopo la morte dei due operai che stavano lavorando nell’impianto di compostaggio Kyklos di Acea. Lì, ad Aprila, il comitato No Miasmi si batte da tempo contro quell’impianto di compostaggio e non solo: “Sono anni che facciamo appelli all’Arpa affinché vengano installati sistemi di monitoraggio, i cosiddetti ‘nasi elettronici’, attrezzature che consentono di capire se questi odori contengono sostanze tossiche". Tutti appelli caduti nel vuoto. A parlare con l'HuffPost è Marina Gobbato, segretaria del comitato: “Ad Aprilia insistono diverse aziende inquinanti: da questo punto di vista il Comune di Aprilia non si è fatto mancare niente”, sottolinea.
I cittadini vivono con ben due spade di Damocle sulla testa. Da un lato l’incertezza su “un eventuale ingrandimento dell’impianto”. Dall’altro, l’annunciata chiusura della sezione del Tar di Latina: “Lo Stato arretra e lascia queste zone in mano a tutte quelle aziende che non vogliono maggiori controlli. Ci lasciano soli. E non parlo di Acea: qui di situazioni così ce ne sono tantissime. Non siamo ai livelli della Terra dei Fuochi, ma ci stiamo arrivando”, afferma Gobbato.
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Una Terra dei Fuochi formato ridotto, quindi. “Anni e anni di disturbi alla popolazione, una vita da reclusi dentro casa, con puzze che si sentono anche 24 ore su 24”. Alcune attività commerciali vedono materializzarsi lo spettro del fallimento, “perché chi vuoi che venga a comprare frutta e verdura dove c’è puzza”. Gli insediamenti industriali si trovano all’interno di un’area abitata, spiega ancora Gobbato: “Le case di quest'area sono state deprezzate. Non c’è stato verso di trovare con la Regione Lazio nemmeno uno straccio di legge in cui fosse chiaro qual era il dovuto rispetto della distanza degli impianti dalle case”.
Ma c’è chi punta il dito contro l’impianto: è il responsabile Ambiente di Sinistra e Libertà Lazio Claudio Pelagallo: "Quello della scarsa sicurezza dell'impianto Acea Kyklos è purtroppo è un film già visto, già nell'agosto del 2012 un grande incendio devastò parte dell'impianto. Da anni gli abitanti della zona, costretti a continui allarmi, denunciano i cattivi odori e la pericolosità dell'impianto, appelli rimasti purtroppo inascoltati- conclude Pelagallo- e ora che si faccia piena luce sulle responsabilità dell'accaduto e sulle autorizzazioni concernenti la sicurezza dell'impianto".
Per la morte dei due operai, di 42 e 44 anni ed entrambi della provincia di Viterbo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso “sentimenti di partecipe cordoglio e di affettuosa vicinanza". Il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti si è detto certo che la magistratura “farà piena luce nel più breve tempo possibile per accertarne la dinamica”. Dinamica ancora poco chiara, come spiegato dalla stessa azienda Kyklos in una nota: “La società sta collaborando attivamente con la competente autorità giudiziaria per verificare le cause dell'accaduto. Kyklos esprime il più profondo cordoglio alle famiglie e ai colleghi dei due lavoratori deceduti", conclude l’azienda.
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