sabato 26 luglio 2014

ONELLI:L'ENNESIMA BEFFA SU TARANTO

  1. UN INGANNO CHE A TARANTO E’ APPLICATO IL PRINCIPIO CHI INQUINA PAGA. LE RISORSE DEI RIVA SEQUESTRATE , SERVIRANNO PER SISTEMARE LE PROPRIETA’ DEI RIVA E NON RISARCIRE I TARANTINI DEI DANNI SUBITI DALL’INQUINAMENTO. PER INADEMPIENZE DEL MINISTRO GALLETTI FERMI I FONDI DELE BONIFICHE ESTERNE ALL’ILVA. GALLETTI SI DIMETTA.

    Falso che a Taranto è stato applicato il principio chi inquina paga attraverso l’approvazione dell’emendamento sull’utilizzo delle risorse dei Riva sequestrate dal tribunale di Milano. Quelle risorse verrano utilizzate per mettere a posto la “ casa e le proprietà dei Riva “ come l’Ilva e non per risarcire del danno i tarantini, le terre contaminate dalla diossina e i danni subiti pdalle attività economiche provocate dall’inquinamento. Chi parla di applicazione del principio chi inquina paga inganna i taranti e gli italiani. Ma c’è un fatto grave che denunciamo per cui chiediamo le dimissioni del ministro dell’Ambiente Galletti . In data 7 agosto del 2012 un decreto legge n.129 , in seguito al sequestro dell’area caldo dello stabilimento Ilva a Taranto, prevedeva lo stanziamento di 336 milioni di euro per il risanamento ambientale di Taranto e il rilancio economico.I fondi erano cosi suddivisi:119 milioni di euro per le bonifiche ambientali nelle aree esterne all’Ilva. Il ministro dell'Ambiente Galletti tarda da mesi a nominare il commissario attuatore delle bonifiche dopo le dimissioni del vecchio commissario e per conseguenza, appalti e procedures amministrative sono fermi.Il governo tanto celere ad approvare decreti salva Ilva , ben 6, non è assolutamente interessato a far partire i lavori di bonifiche per 119 milioni di euro che rappresentano solo il 4% dei costi necessari per fare tutte le bonifiche esterne a all’Ilva di Taranto. Ricordo che tra mitilicoltori, allevatori e agricoltori sono stati persi quasi 1.000 posti di lavoro. E che su un raggio di 20 km non si può far pascolare. In un altro paese europeo un simile ritardo e una simile inadempienza da parte del ministro dell’Ambiente avrebbe portato le dimissioni dello stesso ministro.

    Angelo BONELLI Coportavoce nazionale dei Verdi

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