martedì 17 novembre 2015

Siria e cinque stelle

Al Movimento 5 Stelle: lettera aperta su un criminale

by Vicino Oriente
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Lo scorso luglio, l’On.le Manlio Di Stefano -  deputato e capogruppo del Movimento 5 Stelle in III Commissione Affari Esteri e Comunitari e delegato italiano presso il Consiglio d'Europa – insieme ai colleghi Del Grosso, Di Battista, Grande, Scagliusi, Sibilia e Spadoni, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo italiano quali iniziative intenda adottare “per il ripristino delle relazioni diplomatiche con la Repubblica araba siriana”.
A sostegno della loro mozione, i deputati 5 Stelle affermano che “ la Siria dal 15 marzo 2011 vive una terribile guerra per procura alimentata da terroristi provenienti da 89 Paesi dove, finora, sono morte più di 220.000 persone tra civili e militari”. A seguito di questa e di altre considerazioni, gli onorevoli 5 Stelle formulano la loro richiesta di ripristino delle relazioni diplomatiche con la Siria, o meglio, con il regime siriano del clan Assad, relazioni interrotte da circa tre anni a seguito dei crimini contro l’umanità commessi dal regime stesso.
Nell’intervento dell’On.le Di Stefano e dei suoi colleghi, manca il sia pur minimo riferimento alla ferocia della dittatura esercitata sulla Siria dalla dinastia Assad, ferocia che nel febbraio-marzo 2011 non portò all’inizio di “una terribile guerra per procura”, ma all’esplosione di un movimento di protesta che riempì le strade e le piazze delle città e dei villaggi siriani di milioni di persone che chiedevano riforme democratiche. La risposta del regime alle manifestazioni pacifiche ed agli scioperi fu di una violenza inaudita, ben superiore a quella esercitata, in quello stesso periodo, da altri regimi arabi investiti da contestazioni e manifestazioni popolari.
Quella violenza inaudita è stata la causa della trasformazione della rivolta siriana in conflitto armato, con il conseguente ingresso sulla scena di altri attori, potenze locali e globali, che hanno condotto la Siria al disastro attuale. Fra questi attori internazionali, l’interrogazione dell’On.le Di Stefano e dei suoi colleghi omette di citare la Russia, che ha rifornito le forze armate del regime di Assad con ogni tipo di armamenti; l’Iran, che ha dispiegato al fianco dell’esercito del regime migliaia di suoi combattenti; la milizia libanese di Hezbollah, che ha anch’essa schierato in Siria altre migliaia di combattenti. Questa omissione appare particolarmente grave e strumentale, nel momento in cui si tenta di far apparire il regime siriano come una sorta di eroico Davide che combatte con le sue sole forze contro un Golia internazionale, composto dalle potenze occidentali, da Israele e dalle potenze locali come l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia.
La decisione del governo italiano di chiudere l’ambasciata siriana a Roma è stata una delle poche iniziative serie della nostra politica estera. Di fronte ai crimini commessi dal regime siriano – denunciati e documentati dalle agenzie dell’O.N.U., da Amnesty International, da Human Rights Watch e da innumerevoli altre organizzazioni per i diritti umani – la scelta di interrompere le relazioni diplomatiche appare come giusta e necessaria, e vale la pena di ricordare che la stessa Lega Araba sin da novembre 2011 ha espulso la rappresentanza del regime siriano, riconoscendo l’opposizione siriana come legittimo rappresentante del popolo.
Nessuno di noi si nasconde la complessità della situazione siriana e la sua pericolosità, in un contesto che vede gran parte del Vicino Oriente in preda a tensioni violente, con l’espansione di un fenomeno terroristico di proporzioni mai viste e che va sotto il nome di “Stato Islamico”. Anche a questo proposito, tuttavia, giova ricordare che l’affermazione di questo fenomeno mostruoso in Siria è stata ampiamente favorita dal regime di Assad, che ne ha prima liberato molti dirigenti e militanti detenuti (mentre massacrava i democratici, gli intellettuali e gli attivisti per i diritti umani) per poi collaborarvi sul terreno militare per oltre un anno, a cavallo fra il 2013 e il 2014, con il comune obiettivo di annientare le forze democratiche e rivoluzionarie siriane.
Di tutti questi elementi e di molti altri, nell’interrogazione dell’On.le Di Stefano e dei suoi colleghi non vi è la minima traccia. Il fatto che il Movimento 5 Stelle sia la formazione politica più votata alle ultime elezioni e che si proponga legittimamente come forza di governo del nostro Paese non può che indurci alla più grande preoccupazione, alla luce del sostegno che sembra voler offrire ad una dittatura sanguinaria come quella del clan Assad, responsabile del disastro del suo stesso popolo e, fra l’altro, della persecuzione dei rifugiati palestinesi in Siria, oltre 3.000 dei quali sono stati assassinati e decine di migliaia costretti ad un secondo esilio, dopo quello subito alla nascita dello Stato di Israele.
Per questi motivi, ci sembra importante sollecitare un confronto con il Movimento 5 Stelle nel suo complesso, perché siamo convinti che i milioni di persone che lo hanno votato (compresi alcuni dei firmatari di questo documento) non si riconoscano affatto nell’opzione del sostegno ad un tiranno ed ai suoi complici, opzione non a caso fortemente sostenuta dall’estrema destra neonazista in Italia e in tutta Europa.

Lorenzo Declich (esperto di cultura islamica, collaboratore di Limes)
Germano Monti (educatore e attivista per la Palestina)
Fouad Roueiha (giornalista italo-siriano)
Estella Carpi (ricercatrice)
Lorenzo Trombetta (giornalista, ricercatore)
Giacomo Longhi (traduttore)
Andrea Glioti (giornalista, ricercatore)
Shady Hamadi (scrittore)
Feisal Al Mohammad (Associazione Siria Libera e Democratica)
Abdul Ghani Ahmad (Associazione Siria Libera e Democratica)
Aya Homsi (attivista italo-siriana)
Caterina Pinto (traduttrice, docente)
Alberto Savioli (archeologo)
Marinella Fiaschi (giornalista ANSA)
Gianluca Solera (scrittore e attivista)
Karim Metref (educatore e blogger italo-algerino)
Chiara Comito (blogger ed esperta di letteratura araba)
Sergio Basso (regista)
Sami Haddad (lettore Università Orientale di Napoli)
Federica Pistone (arabista, traduttrice)
Donatella Della Ratta (ricercatrice)
Enea Discepoli (regista)
Comunità Araba Siriana in Italia
Associazione Siria Libera e Democratica
Associazione Rose di Damasco di Asso (Co)
Comitato “Khaled Bakrawi” (Roma)
Mustafa Taffche (del movimento "La Siria del Futuro")
Enrico Vandini (Presidente We Are Onlus – Bologna)
Patrizia Mancini (capo redattrice  del sito Tunisia in Red)
Debora Del Pistoia (giornalista e cooperante)
Tytty Cherasien (cooperante)
Comitato in appoggio ai popoli arabi Karama (Napoli)
Samantha Falciatori (volontaria Onsur)
Smsmieh Mutaz (Comunità Araba Siriana in Italia)
Dr. Alhakam Afandi  ( Comunità Araba Siriana in Italia)
Ahmad Sadiddin (Comunità Araba Siriana in Italia)
Damiano Aliprandi (giornalista)
Unior pro Rivoluzione siriana (Napoli)
Mary Rizzo traduttrice
Arturo Monaco
Savina Tessitore
Franco Casagrande
Fiore Haneen Sarti (Napoli)
Veronica Bellintani
Lisanna Genuardi (Palermo)
Caterina Zanin - Romentino (NO)
Camilla Boldrin
Johannes Waardenburg
Loretta Facchinetti (Roma)
Alessandra Raggi
Emilio Patalocchi (Ascoli Piceno)

Per aderire: comitatokhaledbakrawi@gmail.com

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