di Filippo Taglieri
Il ritorno dalla tre giorni (29-30 ottobre e 1 novembre) organizzata da Spazio Fuori Mercato (Sfm, nodo milanese del movimento), Trezzano sul Naviglio (presso Ri-Maflowfabbrica senza padroni) e a Milano lascia tanti buoni spunti per il prosieguo di questo percorso sperimentale; Genuino Clandestino infatti è un movimento “con un’identità volutamente indefinita. Al suo interno convivono singoli e comunità in costruzione, è aperto a tutt*, diffida di gerarchie e portavoce e non richiede nessun permesso di soggiorno o diritto di cittadinanza”, questi presupposti insieme alle pratiche che di volta in volta ogni rete prova a consolidare tentando costantemente di creare micro sistemi autonomi dal punto di vista economico e relazionale.
Come di consueto la tre giorni è iniziata con un’apertura ad altre realtà virtuose, da cui trarre spunti per il prosieguo del percorso, il primo incontro dal titolo “Costruire Comunità” ha visto il movimento relazionarsi con tre realtà interessanti del panorama italiano, europeo e internazionale. Il People’s Health Movement ha aperto il dibattito reintroducendo un tema importante, quello della salute, che oggi più che mai è fondamentale nel percorso di cui Genuino Clandestino sta buttando le basi, in una prospettiva che permetta leggere salute e malattia alla luce di un contesto economico, politico e sociale, secondo cui la salute si costruisce nelle pratiche di autodeterminazione e nella riappropriazione degli ambiti di comunità.

Il dibattito si sposta ancor più su esempi di
costruzione di comunità e di autonomia, è il caso della
Cooperativa Integral Catalana (Cic) e del tentativo di praticare il Municipalismo Libertario in Kurdistan. Dalla Catalogna arriva la testimonianza di due attiviste di questo progetto di costruzione di autonomia che nel corso degli anni ha contribuito alla realizzazione di “
uno strumento per costruire un contropotere dalla base, partendo dall’autogestione, dalla autorganizzazione e della democrazia diretta, e che ci permette transitare dallo stato attuale di dipendenza dalle strutture del sistema, verso uno scenario di libertà con piena coscienza, libero da autorità, e dove tutti possono svilupparsi nell’uguaglianza di condizioni e di opportunità” .
L’entusiasmo per questa progettualità ha fatto in modo che tanti nodi della rete di GenuinoClandestino abbiano preso contatti per riportare nel proprio territorio queste pratiche, come dimostrano le tante domande e curiosità venute fuori nel corso della serata. Successivamente grazie ad una testimonianza di donna della comunità curda di Milano, si è provato ad entrare in questa affascinante sperimentazione del municipalismo democratico che dal Kurdistan Siriano sta allargandosi verso Turchia nonostante le forti repressioni del governo di Erdogan. Il ruolo della donna, l’assenza di uno stato che accentra potere dunque una rielaborazione del comandare obbedendodegli zapatisti apre scenari affascinanti ed utili come stimoli e motivazioni per iniziare anche tra campagna e città percorsi che mettano in discussione lo stato, il ruolo del maschio e dunque le dinamiche di esercizio di potere, dentro e fuori i movimenti.

Come al solito la giornata centrale dell’incontro nazionale, il sabato, ha dato spazio, a tavoli tematici di costruzione e tavoli di analisi e ripianificazione del percorso di movimento. Un momento fondamentale per tutte le reti di confronto sulle pratiche e sulle progettualità comuni;
si è riflettuto su molti temi fra cui il passaggio dai sistemi di micro-distribuzione organizzata e solidale a sistemi di scambio di relazioni e prodotti in supporto delle esigenze della parte contadina e di quella cittadina del movimento;la transizione da un concetto di costruzione dell’autonomia partendo dalle infrastrutture ad una costruzione di comunità resistente prima della messa in opera delle infrastrutture stesse; il rafforzamento del percorso della
garanzia partecipata sempre più riconosciuta come fulcro della relazione fra comunità resistenti di città e campagna; per le proposte uscite dagli altri tavoli occorrerà attendere le rielaborazioni ed i report dell’incontro, ma sicuramente
progetti fondamentali come quelli delle cucine popolari, dell’accesso alla terra e dei cambiamenti climatici (qui il dossier
Il bivio di Parigi) saranno al centro del dibattito anche nella prossima edizione che si terrà in primavera in Sardegna.

Alla fine dell’
Expò quando il grande evento
va via lasciando sporco sopra e sotto il tappeto di Milano, GenuinoClandestino ha sentito l’esigenza di ridiscutersi attraverso il confronto dei nodi della propria rete,
confermando il rifiuto di portavoce e referenti, costruendo dal basso, dai
territori, dalle sue
comunità in costruzione, consolidando le pratiche e costruendone sempre nuove verso l’autodeterminazione alimentare e la costruzione di nuove comunità altre sempre più indipendenti dal sistema neo-liberista che opprime la campagna come la città.
Attraverso una pratica consolidata, quella del mercato contadino, ci si è presentati alla città di Milano nella giornata di domenica, trasformando l’Arco della Pace in un altro mondo possibile per un giorno. Per concludere s’è presentato un lavoro portato avanti da alcuni componenti della rete insieme a Wu Ming 2 e Re:common: “Genomi anti-Fuffa” percorso di scrittura collettiva per rielaborare insieme le narrative tossiche che grandi opere e grandi eventi provano ad instillare nelle nostre quotidianità.
Come dopo ogni incontro semestrale, la palla passa ai territori ai loro percorsi ed alle loro proposte verso l’incontro primaverile che finalmente vedrà il movimento confrontarsi con una regione che tante micro-progettualità sta portando avanti negli ultimi anni, la Sardegna. Dunque Expò va via…GenuinoClandestino no, si trasforma, si mette in discussione, ascolta, rielabora e continua il lungo percorso della costruzione.
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