Vado L. Dopo la presa di posizione della Cgil sulle aree Ocv arrivano nuove critiche all’assessore comunale Ennio Rossi, che ha dichiarato di destinare le aree non a piccole imprese produttive ma a insediamenti legati alla logistica connessa con la piattaforma Maersk.
L’affondo arriva dal consigliere comunale di opposizione del gruppo “Vivere Vado” Roberto Cuneo: “Nel lungo dibattito avvenuto negli anni sulla piattaforma, Peluffo e Giacobbe avevano assicurato che la piattaforma non avrebbe asservito anche le aree a terra e che le aree disponibili dovevano esser destinate all’industria ed alla città”.
“Invece oggi la giunta fa dietrofront anche nei confronti dei suoi “padri nobili” e del suo passato ed intende dedicare al porto anche le aree a vocazione, e storia, produttiva. Ma i posti di lavoro per ettaro impegnato nella logistica sono un decimo dei lavoratori per ettaro in attività produttiva. Il compito dell’assessore è asservire al porto tutto lo spazio disponibile e questo sta facendo. Con Rossi avremo che i container invece di riempirci solo il mare ci riempiranno la terra!”.
“L’interesse per il lavoro da parte di questa giunta si esprime solo con simboli, retorica e teatro ma la dipendenza da interessi portuali esterni prevale e predispone Vado ad essere una distesa di container, in mare come a terra, con pochissimi occupati!” conclude Cuneo.
Se si pensa che il suo destino sia uno scalo Gatway certamente l’area della OCV serve ed è insufficiente e quindi servirebbero anche i 20.000 m2 della Isoltermica Giuntini e un nutrito numero di addetti oltre ad una efficiente viabilità in entrata ed uscita con una adeguata rete ferroviaria.
Se invece è un scalo Transhipment le aree disponibili attuali potrebbero essere già sufficienti , si potrebbero ricuperare solo una parte dei cassaintegrati, con il solo casello di Bossarino e l’attuale linea ferroviaria la viabilità non sarebbe l’optimum ma sufficiente ,non tanto quella ferroviaria se si usa il metodo Metrocargo.
A questo punto le affermazioni fatte dai politici sarebbero tutte da esaminare a seconda del destino della struttura e certamente diventerebbe inutile assegnare un eventuale premio a chi è sempre in grado di smentire velocemente le affermazioni fatte a riguardo.
Oggi sono molti che giustificano certe strutture portuali perché vedono nel gigantismo navale la soluzione di molti problemi anche e forse soprattutto economici.
Ci siamo in molti che non la pensano in questo modo infatti come mai ,secondo una ricerca di Cargo Smart ,specializzata nel settore ha fatto uno studio sui porti di Los Angeles – Long Beach – Oakland (USA) – Santos(Brasile) – Buenos Aires(Argentina) – Montevideo(Uruguay) monitorando ben 587 portacontainers e quelle da 10.000 Teu e superiori ULcv(Ultra large containers vessels) hanno comportato ritardi considerevoli nel carico e scarico. Infatti a Genova il 47% sfora i tempi di oltre 12 ore e il 21% di oltre 1(un) giorno e se a tutto ciò ci aggiungiamo già la enorme differenza tra i ns.scali e quelli del Nord Europa il problema si fa veramente considerevole e certamente diventa molto problematica la concorrenza fra le parti ed in oltre non si sa dove si potrebbe incidere per la positività della stessa.