TTUALITÀ | giovedì 27 agosto 2015, 19:27
Carne non conforme alla normativa sanitaria alla "Sagra del cacciatore": controlli a partire dalla segnalazione del portavoce dei Verdi, Angelo Spanò
Spanò aveva richiesto un intervento rivolgendosi alle forze dell'ordine e all'ASL, chiedendo di "accertare la commercializzazione delle carni" durante la fiera di Urbe
L’intervento congiunto da parte di Forestale, Carabinieri ed Ufficio Veterinario dell’ASL 2 Savonese, che ha portato al sequestro di 250 kg di selvaggina alla “Sagra del Cacciatore” di Urbe (vedi articolo) è stato reso possibile grazie alla segnalazione del Cooportavoce provinciale dei Verdi di Genova, Angelo Spanò.
Spanò infatti aveva richiesto un intervento il 19 agosto rivolgendosi alla Polizia Provinciale, al Corpo Forestale, alla ASL 2 e ai NAS di Genova e pc alla Procura della Repubblica di Savona, segnalando che si sarebbe svolta il 22 agosto in località Olba San Pietro, la 19^ sagra del cacciatore. “Chiedo cortesemente la vostra disponibilità per accertare se la commercializzazione delle sopraccitate carni siano certificate ai sensi delle normative vigenti”, aveva richiesto Spanò.
Da qui l’intervento delle forze dell’ordine che si erano mobilitate per accertare la provenienza della selvaggina somministrata nel corso della manifestazione gastronomica, ed appurare il rispetto della normativa in materia di igiene e sanità degli alimenti. E’ invece emerso che le sedici “mezzene” di cinghiale, per un totale di oltre 250 chilogrammi, che stavano cuocendo sullo spiedo verso metà pomeriggio, erano sprovviste di qualsiasi documentazione che ne attestasse tanto l’origine quanto le modalità di conservazione.
“Ringrazio per l’attenzione tutte le forze dell’ordine e l’ASL2 che son intervenuti a seguito della mia segnalazione - afferma il Cooportavoce provinciale dei Verdi di Genova – Ritengo però assurdo che la Polizia Provinciale non presti servizio di sabato e di domenica”.
Secondo gli organizzatori si sarebbe trattato di animali catturati dalla locale squadra di caccia durante la passata stagione venatoria; poi macellati e congelati dai cacciatori stessi. Tale condotta oltre a configurare violazione alla normativa sanitaria integra anche il reato previsto dalla legge nazionale sulla caccia, che vieta espressamente di destinare a sagre o manifestazioni di carattere gastronomico la selvaggina abbattuta. I funzionari intervenuti hanno quindi sottoposto a sequestro tutti i cinghiali, che sono stati successivamente distrutti e smaltiti da una ditta specializzata. Anche questo è probabilmente un risvolto legato all’abnorme proliferazione dei cinghiali: argomento molto dibattuto ed attuale, che arreca problemi in agricoltura e talvolta anche in città.
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