Legge di stabilità. Matteo Renzi batte il cinque con Sergio Chiamparino: pace fatta, alle condizioni del premier
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"Dobbiamo essere chiari: non c'è taglio alla sanità, ci sono meno soldi di quanto le Regioni chiedono, ma i fondi comunque aumentano e si passa a 11 miliardi". Di fronte ai governatori immusoniti per i tagli alla sanità, l’argomentazione usata da Matteo Renzi non convince, in prima battuta. Ma quando il premier comincia a dire: “Abbiamo due strade: o scegliamo il muro contro muro e la demagogia oppure giochiamo la carta della serietà e noi ci siamo", a quel punto anche Sergio Chiamparino, il presidente dimissionario della conferenza Stato-Regioni, renziano deluso, il più arrabbiato di tutti, anche lui intende che una strada c’è per uscire dal tunnel dello scontro con il governo.
Del resto, lo aveva capito fin da subito. Renzi ha salutato uno per uno i governatori arrivati a Palazzo Chigi. Strette di mano e pacche sulla spalla per tutti, non si risparmia mai in questi casi. Ma con il ‘Chiampa’, uno dei suoi sostenitori della prima ora, c’è l’abbraccio e anche un breve scambio a quattr’occhi. Della serie “come va?”, ma è sufficiente per sciogliere il gelo degli ultimi giorni, forse degli ultimi mesi. Il capo del governo riesce a recuperare Chiamparino. Al termine dell’incontro battono anche il cinque: intesa raggiunta. Ma le carte le dà il premier.
Quando arrivano a Palazzo Chigi, i governatori non trovano sul tavolo quel miliardo di euro in più che stanno chiedendo da giorni per il fondo sanitario nazionale. E’ vero che trovano invece il decreto che salverà la vita alle otto regioni in rosso: Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia. Verrà varato dal governo venerdì, gli annuncia Renzi. Ma non trovano nemmeno il mezzo miliardo in più che al Tesoro stanno considerando per aumentare il fondo sanitario ma che non a caso non è stato ancora deciso dal governo. Sono soldi che potrebbero esserci oppure no.
Di fatto i governatori dovranno ‘guadagnarseli’ lavorando con il governo ai due tavoli tecnici che potrebbero produrre risparmi anche subito e dunque ricadute forse già a partire da questa legge di stabilità. “Il tavolo sulla governance della spesa farmaceutica per governare la dinamica della spesa e aprire spazi innovativi – elenca il sottosegretario Claudio De Vincenti – e il tavolo sui costi standard per arrivare alla loro piena applicazione e garantire servizi più efficienti ed efficaci”.
Alla luce dei risultati di questi tavoli, “nel corso della discussione parlamentare sulla legge di stabilità”, dice Chiamparino, si capirà “se e come il miliardo (in più già varato dal governo per il fondo sanitario di 111 miliardi, ndr.) aumenta oppure se i maggiori costi si possono affrontare con interventi che riguardano la pluriennalità”. In conferenza stampa il governatore del Piemonte sottolinea la sua “valutazione positiva”, apprezza la “tempestività” con cui il premier ha convocato l’incontro con le Regioni. Del resto, trattasi di un rituale finora sconosciuto a Palazzo Chigi nell’era Renzi.
“Se vogliamo possiamo lavorare insieme per governare i processi complicati della Sanità", sono le parole del premier ai governatori. Chiamparino incassa. Il segretario recupera lui ma anche tutti gli altri governatori di centrosinistra. In sostanza, riesce a ristabilire l’ordine naturale delle cose: i governatori di centrosinistra soddisfatti dell’incontro con il governo, quelli di centrodestra, da Zaia a Maroni fino a Toti, no. Del resto, notavano nella cerchia del premier già prima dell’incontro di oggi, non c’è stato un “effetto contagio” tra le Regioni. Le roboanti proteste di Chiamparino che hanno sì allarmato e stupito il premier non sono state cavalcate dagli altri presidenti di Regione. Nemmeno da Enrico Rossi, il governatore toscano che renziano sicuramente non è. E, addirittura, nemmeno da parte del pugliese Michele Emiliano, anti-renziano del sud, stranamente silente sulla legge di stabilità 2016.
Ad ogni modo, anche questa è fatta. Renzi spegne l’incendio appiccato dalle Regioni intorno alla legge di stabilità. “Domani alla conferenza Stato-Regioni proporrò di dare un giudizio positivo con degli emendamenti", conclude Chiamparino. Che è così contento da mettere in conto di partecipare alla Leopolda 2015 a metà dicembre a Firenze. “Se mi invitano…”, sorride. E’ tornato a casa.
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