Dossier: Il nuovo stadio della Roma è di pubblica utilità?

Ieri abbiamo presentato il nostro  dossier dal titolo “Stadio sì, cementificazione no” in cui esponiamo le ragioni che ci portano a chiedere al Comune di Roma di ponderare bene se concedere lo standard di “pubblica utilità” al nuovo stadio della Roma AC che si dovrebbe costruire a Tor di Valle.
In realtà noi Verdi non siamo contrari, in linea di principio, alla realizzazione del nuovo stadio al posto del vecchio ippodromo, ma la pubblica utilità dell’opera deve assolutamente essere verificata e garantita. Come?
La legge sugli stadi e’ chiara e dice che si possono effettivamente bypassare i PRG ma solo se l’opera risponde a un esercizio pubblica utilità. Ma la stessa legge spiega che queste procedure semplificate e accelerate siano applicate esclusivamente per la realizzazione dell’impianto stesso, non alla cementificazione selvaggia prevista intorno al nuovo stadio della Roma, con ben tre grattacieli.
La cosa veramente scandalosa, della “legge sugli stadi” (che in realtà sono solo due commi inseriti nella legge 147 del 2013, “di stabilità”) è proprio nella dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza che la conferenza di servizi del comune dovrebbe rilasciare.
Questa norma non ha uguali e ci avrebbe fatto piacere fosse stata adottata nelle opere di difesa del territorio da alluvioni e catastrofi, non per la costruzione di stadi che sicuramente sono meno urgenti delle suddette opere. La legge non lo dice esplicitamente, ma l’approvazione dei progetti nelle conferenze di servizi comporterà automaticamente varianti urbanistiche ad hoc.
Rispetto al progetto del nuovo stadio della Roma AC, la pubblica utilità dell’opera (intendiamo solo lo stadio) verrà garantitasolo se i 300 milioni di oneri di urbanizzazione previsti saranno a totale carico dei costruttori. Il Comune, se avesse la disponibilità di una somma del genere da investire, dovrebbe utilizzarla per mettere in sicurezza la zona e i quartieri limitrofi dal punto di vista idrogeologico, visto che negli ultimi anni i loro abitanti sono stati sommersi da alluvioni e allagamenti.
E per noi resta chiaro che la concessione della “pubblica utilità” dello stadio dovrebbe essere vincolata anche alla garanzia che i costruttori realizzeranno (a loro spese) il prolungamento della linea B con la nuova biforcazione Eur-Tor di Valle-Muratella e una nuova pista ciclabile lungo il percorso del Tevere. Per questa potrebbero essere usati anche i fondi europei.
Insomma questo stadio si può fare se verranno rispettate le leggi e i regolamenti. Nessuno pensi di approvare in fretta e furia – in mezzo al ferragosto – un’opera tanto impattante per il territorio della città.
Noi rimarremo vigili.