Deposito bitume, iter concluso: pressing del Governo per l’accordo Stato-Regionefoto
Pratica ormai approvata e il Mise spinge per l'intesa finale che possa realizzare il nuovo impianto
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Savona. Nelle ultime settimane a Savona è esploso il caso bitume: il nuovo terminal BIT Savona consisterà di 9 serbatoi con altezze variabili da 8 a 19 metri e una capacità di circa 39.000 m3 e occuperà una superficie di 10.000 mq nel bacino di Savona sul nuovo terrapieno contiguo alla diga foranea di fronte al deposito T3, collegato con tubazioni alle banchine di alto fondale caratterizzate da pescaggi fino a 16 metri.
Per la società si parla di un investimento di oltre 15 milioni di euro per la realizzazione del terminal, con il quale BIT Savona si pone l’obiettivo di servire i mercati dell’Italia settentrionale, garantendo anche nuova occupazione al bacino portuale savonese.
GALLERIA FOTOGRAFICAProgetto Bitume porto di Savona
L’iter autorizzativo è durato 4 anni, iniziato formalmente con il via libera ottenuto dal Comitato Portuale il 22 luglio 2010 e concluso con la delibera del MISE il 4 marzo 2014. Ora manca solo la firma dell’intesa tra Stato e Regione, documento che è di fatto fermo negli uffici di via Fieschi da oltre un anno. La nota 4295 è, infatti, alla firma dell’assessore competente dal marzo 2014, ma il tempo utile per la Regione di ratifica dell’accordo sta ormai per scadere.
Il Comune di Savona, inspiegabilmente, dopo aver sempre approvato il progetto nel corso di questi quattro anni, adesso prende tempo, visto anche la futura scadenza elettorale e le grandi polemiche delle ultime settimane, chiedendo di riaprire la pratica, una opzione di fatto non prevista come dichiarato la scorsa settimana dal neo assessore all’ambiente Giacomo Giampedrone: “Non è nemmeno nelle nostre competenze, quindi sarebbe un abuso d’ufficio – ha precisato Giampedrone – Noi abbiamo dato la disponibilità a monitorarlo anche facendo un’analisi su ciò che è stato fatto in passato”.
“Ovviamente, qualora riscontrassimo delle situazioni anomale saremo i primi a segnalarle. Dopodiché il rispetto della normativa e il rispetto istituzionale fra Enti credo sia alla base dell’agire di un assessore all’ambiente”.
Il tassello mancante è quindi solo la firma dell’intesa Stato-Regione, anche se l’atto n. 4925 resta in attesa di una firma dal marzo 2014. Ora a mettere fretta alla Regione, però, non è l’azienda ma il MISE stesso che, forte anche delle nuove norme varate con il decreto Sviluppa Italia, è pronto a siglare unilateralmente l’accordo e dare di fatto il via libera mancante all’azienda per poter iniziare la costruzione dell’impianto.
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