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Io faccio così#83 – Dona, riusa, condividi! Il Formicaio, luogo comune di Lecce
Scritto il 30 luglio 2015 da Elena Risi
Economia del dono, cultura dello scambio reciproco e condivisione. Non vi stiamo raccontando di un’antica civiltà scomparsa ma di un’esperienza attiva e laboriosa che opera nella città di Lecce.
“Il Formicaio“, protagonista della storia di oggi, è un’Associazione di Promozione Sociale formata da un gruppo di giovani amici che si sono da sempre occupati in varie forme di tematiche socio-ambientali.
Hanno iniziato ad operare nel 2010 con progetti di educazione ambientale non formale, negli anni sono cresciuti allargando il campo di azione e lavorando a progetti che valorizzassero i concetti di socialità e incontro. “Tornare a vivere le piazze e le strade significa riappropriarsi degli spazi e dei luoghi comuni” sottolinea Umberto Cataldo, uno dei fondatori dell’Associazione “Il Formicaio”, “e la condivisione ha un ruolo importantissimo per lo sviluppo di progetti ambientali fondati su riciclo e riuso”.
In questa stessa ottica sono stati pensati i laboratori di auto-produzione e saper fare: imparare insieme diventa occasione di incontro e conoscenza, lo scambio di sapere estende virtuosamente l’apprendimento e l’applicazione di buone pratiche. Proprio da queste radici nasce nel 2014 l’iniziativa più importante, “Il Bazar del dono”,uno spazio dedicato sia a chi vuole liberarsi di oggetti che non usa più (purché siano belli e in buone condizioni!), sia a chi è alla ricerca di pezzi di seconda mano utili per le proprie esigenze.
Il denaro è escluso dall’economia del dono, la vendita lascia il posto al regalo in maniera incondizionata. “Ma chi ce lo fa fare?”, ci si potrebbe chiedere. Ma questo singolare bazar ha in realtà una valenza fondamentale, perché è uno spazio che realizza concretamente buone pratiche dal punto di vista etico, sociale e ambientale: dal riutilizzo degli oggetti all’abbattimento della produzione dei rifiuti, oltre che il contrasto del consumismo incondizionato e, soprattutto, contribuisce all’attivazione di una rete virtuosa tra i cittadini che usufruiscono di questi servizi e le associazioni attive sul territorio che si spendono per la causa.
“Il nostro Bazar si è scoperto particolarmente utile soprattutto per il riuso di oggetti e accessori per bambini” spiega Umberto “che fanno parte della categoria di beni materiali più esposti a un consumo fugace”. Il target di persone che accede, sia donando sia prendendo, è però ancora molto settorializzato. I giovani attivisti de “il Formicaio” hanno notato che sono soprattutto ragazzi e ragazze tra i 25 e i 30 anni a partecipare alle loro iniziative. “Il nostro obiettivo sarebbe quello di farci conoscere il più possibile tra le persone più distanti dai temi a cui ci dedichiamo” confida Umberto “in futuro vorremmo coinvolgere nuovi quartieri per arrivare alla gente che non sa nemmeno chi siamo”.
Accanto al “Bazar del dono” il Formicaio continua a promuovere altre iniziative, come la proiezione di film e documentari su temi a sfondo socio-ambientale, la circolazione della cultura attraverso il prestito gratuito di libri e, tra gli eventi più riusciti, l’organizzazione di aperitivi a base di prodotti biologici o a chilometro zero. Durante l’appuntamento eno-gastronomico sensibilizzano gli avventori sulla qualità e la sostenibilità dei prodotti ma anche sulle modalità del servizio. I piatti e le stoviglie utilizzate sono tutte rigorosamente in compost e nell’ultimo periodo hanno incentivato la riduzione dei rifiuti chiedendo ad ogni partecipante di donare piatti in ceramica e lavarli alla fine del pasto.
“Il nostro successo ha spinto anche altre associazioni ad utilizzare questa formula e in alcuni casi abbiamo prestato i nostri piatti” racconta Umberto “per noi è stato il segnale del successo perché abbiamo sentito di contribuire alla diffusione di una pratica virtuosa”. D’altronde gli attivisti de “il Formicaio” hanno fatto rete con tutti gli altri attivisti presenti sul territorio a seconda delle varie tematiche che di volta in volta affrontano: se si parla di mobilità sostenibile si rivolgono alla ciclofficina, per il cibo biologico sono in contatto con i GAS(i Gruppi di Acquisto Solidale) e così per ogni argomento, dall’intercultura ai cambiamenti climatici.
Molti dei ragazzi che fanno parte de “il Formicaio” si sono formati o hanno lavorato per un periodo all’estero ma hanno sempre voluto tornare perché sentono di voler dare il proprio contributo al loro territorio. “Vogliamo far crescere Lecce. La nostra sfida è quella di allargare il giro e smuovere tutta la popolazione, non solo chi è già sensibile a certi temi” conclude Umberto “perché in questo periodo di crisi della socialità, abbiamo notato che la maggior parte delle persone che non è disposta a muovere il primo passo ha solo bisogno di ricevere stimoli per reagire e iniziare a intraprendere il proprio percorso”.
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