Tirreno Power, c’è l’accordo con le banche: rifinanziamento da 300 mln
Vado L. Le banche garantiranno la continuità aziendale del gruppo Tirreno Power, compresa la centrale a carbone di Vado Ligure che rimane ancora sotto sequestro giudiziaria. E’ indiscrezione che trapela sull’assemblea dei soci in programma oggi pomeriggio a Roma.
Per il gruppo di Tirreno Power il concreto rischio di insolvenza per assenza di liquidità, in una situazione debitoria molto esposta, 894 mln di euro e con la necessità di procedere ad una ricapitalizzazione tale da garantire sostegno finanziario alle attività industriali, affiancando una operazione bancaria che possa rifinanziare il gruppo energetico.
Nell’ambito della ristrutturazione del debito le banche creditrici si sono fatte avanti, assicurando sostegno finanziario fino al 2018. Una partita difficile e intricata, considerato che gli istituti bancari creditori di Tirreno Power sono diversi da Sorgenia e far quadrare il giusto “asset” non è stato semplice: senza contare la necessità di dare opportune garanzie ai soci e azionisti.
Le banche entrano nel capitale del gruppo Tirreno Power, riconvertendo il 30% dei crediti nei confronti dell’azienda in partecipazioni azionarie dirette. Si parla di 250 mln di euro, con un rifinanziamento complessivo di 300 mln di euro (altri 50 mln arriverebbero direttamente dai soci). Quanto alla ricapitalizzazione si parla di 100 mln di euro.
E proprio oggi, nel corso dell’assemblea dei soci, si dovrebbe ratificare il nuovo accordo delineato nella complessa trattativa con le banche, ma che darà nuova solidità finanziaria al gruppo. Rimane l’incognita se la ricapitalizzazione prevista sarà sottoscritta o meno dagli attuali soci Gdf-Suez (50%), Sorgenia (39%), Iren (5,5%) e Hera (5,5%), con un possibile rimescolamento della compagine azionaria da cui il gruppo francese potrebbe uscire rafforzato.
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