Casson: io il candidato dei veneziani, non quello del premier
«Sono calato di tre chili e due etti. È andata bene, in genere ne perdo cinque». A Felice Casson, ex magistrato, la campagna elettorale piace: «Eccome, ho girato dappertutto. Nelle isole di Venezia manca il lavoro, ho avuto incontri forti ed emotivi».
È quello l’elettorato che l’ha fatta vincere alle primarie?«Credo che alle primarie mi abbia votato anche una parte del mondo cattolico e imprenditoriale. Io mi presento a tutti. Certo, non mi rivolgo ai fascisti».
Ma si sente il candidato di Renzi?«No, io sono il candidato dei veneziani. Le primarie erano aperte a tutti, e mi sono battuto perché fosse così».
Vuol dire però che nei seggi entra di tutto. Pare che dopo le elezioni qualcosa cambierà nel Pd.«Io credo che più si chiamano in gioco i cittadini, meglio è. Noi abbiamo fatto primarie chiare; nessun imbroglio. E se diventerò sindaco nella mia giunta non ci sarà nessuno che abbia partecipato a giunte precedenti».
I suoi temi centrali per Venezia?«Il bilancio e i posti di lavoro. Domenica ero a Marghera, ragionavamo di crisi industriali. Imprenditori e lavoratori devono restare assieme nelle difficoltà».
Senta, perché è saltato l’investimento di Pierre Cardin in quell’area?«Quello di Pierre Cardin era un investimento finto. A parole erano tre miliardi, ma mancava il piano finanziario. Noi non è che abbiamo pregiudizi».
No?«No. Ma se dobbiamo iniziare a discutere vogliamo prima vedere il piano economico e quello finanziario».
Non si rischia di frenare gli investitori come è successo con lo sport?«È un tema. Sabato abbiamo avuto un incontro con le associazioni sportive di Venezia e Mestre. C’erano Gentile, Maifredi».
Non esattamente la serie A dei tempi di Zamparini.«Quella manca. E, dopo i tagli del commissario, si sente il bisogno di rimettere in sesto un po’ tutto lo sport».
(26 maggio 2015)
Nessun commento:
Posta un commento