Viaggiare per mettersi alla prova, per conoscere e per capire. Tornare per costruire, per vivere insieme e per fare meglio. Si è aperto il secondo anno del programma di iniziative che la Regione Lazio promuove per i giovani studenti (e laureati) senza lavoro ma con la voglia di progettare scommettendo sull'autonomia, cioè sulle proprie idee e capacità di immaginare un futuro
di m.c.
A volte ritornano. Un anno dopo, il programma di interventi (a nostra memoria) più innovativo tra quelli rivolti ai giovani dalla Regione Lazio ha mantenuto le promesse espresse nel 2014, quando Torno Subito fu presentato come una prima sperimentazione da mettere in moto soltanto con fondi non utilizzati dalla Giunta Polverini. Quest’anno sono invece finalmente disponibili le risorse della nuova programmazione del Fondo sociale europeo 2014/2020 e lo stanziamento ha raggiunto i 12 milioni di euro. Serviranno a mettere alla prova la voglia di autonomia e le capacità progettuali di mille studenti universitari, o laureati, tra i 18 e i 35 anni. Forti di un sostegno economicovariabile ma sicuro, i vincitori del bando, italiani e non, potranno accedere a esperienze di lavoro, master e corsi di formazione. Può partecipare chiunque sia privo di lavoro (censito in un centro per l’impiego come disoccupato o inoccupato) e residente (basta anche il solo domicilio) nel Lazio da almeno sei mesi.
L’autonomia progettuale sembra ancora l’elemento essenziale dell'iniziativa lanciata nei giorni scorsi. Nessuno dirà cosa sarebbe meglio proporre ai giovani, né saranno fornite indicazioni sui temi e gli ambiti consigliati. Ci si muove in piena libertà e con altrettanta responsabilità, i due ingredienti davvero indispensabili ricetta per una formazione sostanziale, non burocratica e antiretorica. Ogni partecipante deve così trovarsi due partner: uno per formarsi fuori dal Lazio o anche dall’Italia, l’altro - dentro la regione – si può scegliere tra le 500 imprese, università, cooperative, associazioni, etc. disponibili a offrire stage e tirocini ai giovani rientranti. L’esperienza pilota dello scorso anno ha permesso di fare una sperimentazione utile e importante per ritoccare la formula laddove necessario. Così, il bando si è ora articolato in quattro parti: una sostanzialmente standard per esperienze in Italia fuori dal Lazio, l’altra per chi sceglie di muoversi in Europa e nel mondo; si sono però aggiunte la Formazione lunga (7-12 mesi con 3-6 di esperienza lavorativa) e Professioni cinematografiche: da uno a sei mesi di formazione in altre regioni, o fuori dall’Italia, mentre il periodo di stage resta invariato. Tutti i dettagli necessari alla partecipazione, dalle modalità dell’erogazione dei fondi alla copertura assicurativa sulla salute, dai costi di assistenza per la partecipazione di ragazzi disabili alle diverse modalità di sostegno, dalle voci ammesse al rimborso alla scadenza fissata per spedire la domanda, sono esposti in modo chiaro e dettagliato nel bandoche si trova sul sito dedicato a Torno Subito, dove si possono peraltro leggere anche alcune storie significative e interessanti raccontate da chi ha vinto lo scorso anno.
È naturalmente prematuro azzardare un’ipotesi sulle ricadute occupazionali di questa iniziativa: buona parte di coloro che hanno vinto nel 2014 non ha ancora concluso l’esperienza, ma si sa già che su 447 progetti 315 sono arrivati a concludere la prima fase. In alcuni casi, poi, il tirocinio è stato sospeso perché i datori di lavoro hanno voluto trasformare lo stage in un contratto di lavoro. Il profilo formativo e la possibilità che alcune delle esperienze, magari fatte anche lontano dall’Europa, possano favorire la ricerca di un’occupazione dignitosa e tutelata nel Lazio è certamente fondamentale ma non è il solo valore di Torno Subito. Ci sono, in primo luogo, una relazione scuola-lavoro e un welfare tutti da re-inventare, c'è perfino da sfatare il falso mito della fuga dei cervelli, “una preoccupazione un po’ nazionalista e fuorviante”, la definiva in un’intervista con Comune-info lo scorso anno Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione, assessore alla formazione e vero ispiratore della funzione sociale di questo programma. Ma c’è almeno un’altra valenza essenziale nell’idea di fondo che muove Torno Subito. È forse quella più avventurosa ma anche quella più segnata da una cultura politica, nel senso nobile (e dunque ormai raro) dell’aggettivo: è l’idea di vivere lo sviluppo delle vie di comunicazione non come una minaccia ma come un’opportunità per accedere a una dimensione planetaria. Si tratta, insomma, di pensare con il mondo, secondo una bella espressione di Édouard Glissant, maestro della poetica anti-colonialista e compagno di liceo di Frantz Fanon in Martinica.
Possiamo sbagliarci, naturalmente, sarà molto interessante verificarlo lungo il cammino. E tuttavia, da quel che si vede, l’impressione che danno i ragazzi che si affacciano alla finestra di Torno Subito - da quella espressa nei primi video alla bella festa promossa al Macro per far incontrare i vincitori del bando 2014 con gli aspiranti alla partecipazione 2015 – sembra l’esatto contrario di quell’immagine spenta e indolente che i media hanno alimentato in occasione del gran rifiuto al "banchetto" occupazionale dell’Expo milanese. Ma come, hanno gridato irritati e increduli, l’economia europea ancora sanguina e quei bambocci viziati rifiutano 1300 euro netti per lavorare qualche sabato e domenica? Il fatto è che quella, oltre che un’occasione costruita a scopo propagandistico era una vera e propria truffa: “Non diciamo fesserie… Sono stato selezionato dalla Manpower. Ho preso il treno da Torino, colloquio di gruppo tutto ok, alla fine la signora si alza e ci dice di aver ricevuto ora comunicazione dell’importo della retribuzione 796 euro lordi. Tre turni sabato, domenica e festivi compresi – ha scritto Luviu Dinu in un intervento sull’Huffington Post – tra abbonamenti, trattenute, un panino, mi rimanevano un 100 euro ad essere ottimisti. Avrei accettato se abitassi a Rho o se i 796 euro fossero stati netti. Magari i 1.300 euro li prende la Manpower”. Lo scandalo che tanto sdegno ha suscitato sarebbe dunque che i ragazzi non bevono a occhi chiusi quel che si vuol propinare loro, che non si fanno fregare dalla propaganda, che non sono accecati dalla narrazione tossica sull'urgenza e la necessità di accetare senza garanzie né diritti, un lavoro quale che sia.
Ecco, forse Torno Subito potrebbe servire perfino a questo: a far capire a tutti che guardare al proprio e all’altrui lavoro tenendo viva la capacità critica di persone che hanno studiato a lungo nei confronti delle condizioni - dalla nocività per la salute al tasso di alienazione - e perfino delle sue finalità non è un lusso né una ostentazione del privilegio.E' un elementare riconoscimento dell’intelligenza e della dignità umana per ogni persona che sa di dover lavorare per vivere. Perfino a farsi un'idea più precisa anche su tutto questo può servire un progetto di ricerca a Shangai finanziato da una Regione che valorizza la voglia di fare e il pensiero critico.
|
mercoledì 27 maggio 2015
torno subito:riparte il progetto della Regione Lazio sull'inclusione sociale
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento