redazione Suolo e Salute.
Funzionari americani avrebbero fatto pressioni sull’Ue affinché venisse accantonata l’idea di regolamentare la presenza di sostanze chimiche che sarebbero collegate con cancro e sterilità maschile, in vista degli accordi del TTIP, il partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti. Questo, almeno, quanto affermato da The Guardian, a seguito della diffusione di alcuni nuovi documenti.
Secondo quanto riportato dal giornale inglese, le bozze dell’Ue prevedevano il divieto di 31 pesticidi contenenti EDC (Endocrine Disrupting Chemicals), perturbatori endocrini. Una linea che sarebbe stata abbandonata a causa delle pressioni esercitate dagli Stati Uniti e scoperte dall’accesso ad alcuni documenti informatici ottenuti dalla Pesticides Action Network (PAN) Europe.
Il 26 giugno 2013, una delegazione di alto livello della AmCham (la Camera di Commercio statunitense) avrebbe fatto visita alla propria controparte europea per spingere l’UE a rinunciare ai propri criteri scientifici usati per identificare gli EDC, a favore di un nuovo studio.
In quell’occasione, i rappresentanti statunitensi si sarebbero lamentati dell’inutilità di creare categorie e quindi “elenchi” di sostanze proibite. Un messaggio ribadito anche successivamente, quando il segretario generale della commissione, Catherine Day, avrebbe inviato una lettera a Karl Falkenberg, direttore del dipartimento dell’Ambiente, per chiedere l’abbandono dei criteri contenuti nelle bozze Ue.
Secondo The Guardian queste pressioni sarebbero state sufficienti per far slittare la normativa prevista per il 2014, al 2016, nonostante i costi sanitari in Europa collegati a patologie connesse ai perturbatori endocrini, come ad esempio perdita di QI, obesità e criptorchidismo (una condizione che colpisce i genitali dei bambini maschi), siano stimati intorno ai 150 mld l’anno.
Sembra che prima della decisione, inoltre, la AmCham avesse chiesto uno studio per fissare limiti meno severi sull’esposizione ritenuta accettabile a queste sostanze. Il presidente della commissione ambiente dell’AmCham avrebbe infatti scritto in una lettera indirizzata alla commissione: “Siamo preoccupati di vedere che questa decisione, che è la fonte di molti dibattiti scientifici, potrebbe essere presa su un terreno politico, senza prima valutare quali potrebbero essere i suoi effetti sul mercato europeo“.
Come ricorda The Guardian, all’inizio di quest’anno, 64 europarlamentari hanno presentato delle interrogazioni alla Commissione circa il ritardo nella classificazione degli EDC, a seguito di altre rivelazioni fatte dallo stesso giornale. La Svezia, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno proposto un ricorso giurisdizionale contro la commissione per l’impasse legislativa.
Ma non è tutto: qualche settimana prima che venisse messa da parte la bozza Ue inerente i limiti severi previsti per i pesticidi, alcune grandi aziende europee, come Dupont, Bayer e BASF avrebbero espresso il loro “disappunto” su una legislazione troppo restrittiva che potrebbe danneggiare i negoziati commerciali Usa-Ue.
Funzionari Ue hanno affermato che la procedura di valutazione non è legata ai negoziati TTIP e che i criteri definitivi per identificare le sostanze dannose saranno fissati in maniera indipendente.
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