Ex ACNA, no al rinnovo della concessione idrica: è ora di voltare definitivamente pagina", la posizione di Associazione Valle Bormida
"E' bene rammentare che le attività di messa in sicurezza del sito sono in corso da oltre 15 anni e nonostante ciò non è ancora stata indicata una data definitiva e vincolante per la conclusione di queste attività"
Si è svolta ieri 30 giugno, a Genova, presso il palazzo della Regione Liguria, l’audizione pubblica inerente alla presentazione da parte di ENI-Syndial della richiesta di rinnovo della concessione di derivazione delle acque del fiume Bormida all’interno del sito ex ACNA. Era presente all’incontro anche un rappresentante dell’Associazione Rinascita Valle Bormida.
“L’ENI, spiega Mauro Manfredi, chiede il permesso di poter derivare per i prossimi 15 anni fino a 300 litri al secondo dal Bormida, cioè una quantità enorme di acqua mentre, attualmente, il prelievo medio si attesterebbe attorno ai 20 litri al secondo”.
“Considerando che sul sito ex ACNA, spiega il rappresentante dell’associazione Rinascita Val Bormida, non insistono più attività produttive anche gli attuali 20 litri al secondo rappresentano un quantitativo assai elevato che, secondo quanto riportato alla interno della Relazione Tecnica, sarebbe necessario per permettere il completamento della attività di bonifica”.
“E’ bene rammentare, prosegue Manfredi, che le attività di messa in sicurezza del sito sono in corso da oltre 15 anni e nonostante ciò non è ancora stata indicata una data definitiva e vincolante per la conclusione di queste attività, per cui questa vicenda inizia ormai ad assumere i connotati di una farsa”.
“Quindi riteniamo che, nella sostanza, la concessione sia ormai decaduta e che ENI possa continuare temporaneamente a derivare i quantitativi di acqua attualmente utilizzati, ma solo se verrà presentato un bilancio idrico dettagliato, veritiero e verificabile inerente ai flussi idrici all’interno dello stabilimento”.
“Allo stesso modo, prosegue Manfredi, dovrà essere redatto un crono-programma che indichi in modo chiaro e inequivocabile modalità e tempi per il completamento delle attività di bonifica/messa in sicurezza del sito, con particolare approfondimento riguardo alle modalità attraverso le quali si intende conseguire il “tendenziale azzeramento del percolato” come stabilito dall’accordo del 2000 tra le regioni Liguria e Piemonte, Ministero dell’Ambiente ed ENI”.
“Per quanto riguarda invece la pretesa di ENI di ottenere una concessione fino a trecento litri di acqua al secondo per eventuali non ben specificati futuri utilizzi all’interno del sito questa deve essere respinta in quanto la normativa vigente non ammette in alcun modo la possibilità di ottenere il permesso a derivare acque che rappresentano un fondamentale bene pubblico senza indicare a quali usi sono destinate queste acque”.
“Quanto fin qui illustrato evidenzia senza dubbio alcuno, che ci troviamo di fronte alla possibilità di una svolta storica decisiva per il futuro della nostra valle”.
“Gli amministratori della Valle Bormida piemontese, nonché la Regione Piemonte devono manifestare la loro chiara e netta opposizione alla pretesa di ENI di ottenere una concessione idrica da utilizzare a proprio piacimento in contrasto con il buon senso e le normative vigenti. Devono inoltre chiedere con forza, che finalmente venga indicata una data definitiva e vincolante per il termine delle attività di messa in sicurezza del sito e per la contestuale definitiva cessazione del prelievo di acque dal Bormida”, conclude Manfredi.
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