sabato 1 ottobre 2016

nessuno tocchi Caino

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS
La newsletter a cura di Nessuno Tocchi Caino
Questo servizio e' realizzato grazie ad un contributo della Regione Basilicata (www.regione.basilicata.it)

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Anno 16 - n. 40 - 01-10-2016 

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : ARABIA SAUDITA: QUATTRO DECAPITATI PER OMICIDIO E DROGA
2.  NEWS FLASH: MALESIA: IMPICCATO IN CARCERE PER OMICIDIO
3.  NEWS FLASH: KENYA: ALTA CORTE DICHIARA INCOSTITUZIONALE LA PENA DI MORTE OBBLIGATORIA
4.  NEWS FLASH: PAKISTAN: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA A MORTE DI UN MALATO DI MENTE
5.  NEWS FLASH: INDONESIA: CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO E STUPRO
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : 


ARABIA SAUDITA: QUATTRO DECAPITATI PER OMICIDIO E DROGA
30 settembre 2016: quattro persone sono state giustiziate questa settimana in Arabia Saudita per omicidio e traffico di droga.

Il 26 settembre una donna etiope è stata giustiziata in relazione all’uccisione di una bambina saudita, ha reso noto il Ministero degli Interni di Riad.
La donna è stata identificata come Zamzam Abdullah Boric ed è stata giustiziata a Riad.
Boric avrebbe tagliato la gola alla vittima “lasciandola in bagno finché non è morta”, ha dichiarato il Ministero, senza chiarire né movente né occupazione dell’etiope.
Il 29 settembre sono stati giustiziati altri tre prigionieri, in tre casi distinti.
Amjad Hussein Ashraf Shah, di nazionalità pakistana, è stato giustiziato nel governatorato di Gedda per traffico di eroina. Un altro pakistano, Ayub Khan Manqal Khan, è stato messo a morte nella Regione Orientale, sempre per traffico di eroina. In un comunicato del Ministero degli Interni saudita si legge che il Governo Custode delle due Moschee Sante è impegnato nella lotta contro le droghe, che danneggiano individui e società, per cui i responsabili di questi crimini saranno tutti puniti. 
L’ultimo dei giustiziati, il saudita Saqr bin Shawi bin Meklhaf Al-Saadi Al-Sulbi, è stato messo a morte nel governatorato di Rafha per aver ucciso con un coltello il connazionale Talal bin Saad bin Farhan Al-Saadi, in seguito ad una lite.
L’Arabia Saudita ha un numero di esecuzioni tra i più alti al mondo, sia in termini assoluti che in percentuale sulla popolazione. Il record è stato stabilito nel 1995 con 191 esecuzioni.
Il 18 dicembre 2014, l'Arabia Saudita ha votato contro la risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
(Fonti: SPA, 29/09/2016; GDN Online, 29/09/2016; AFP, 26/09/2016)
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

MALESIA: IMPICCATO IN CARCERE PER OMICIDIO
23 settembre 2016: un uomo è stato impiccato nel carcere di Kajang, in Malesia, dopo essere stato riconosciuto colpevole dell’omicidio e stupro di una ragazza, commessi nel 2003.
Si tratta di Ahmad Najib Aris, 40enne ex addetto alle pulizie delle cabine degli aerei, che è stato giustiziato alle 6 del mattino per i crimini commessi contro Canny Ong, analista di information technology. Il corpo del giustiziato – ha reso noto un portavoce carcerario – è stato sepolto nel cimitero islamico di Sungai Kantan, a Kajang. 
Il 23 febbraio 2005 l’Alta Corte di Alam Shah aveva condannato a morte Ahmad Najib per aver violentato e ucciso Ong, 29 anni, al km 11 della Jalan Klang Lama, il 14 giugno del 2003.
Nel marzo 2009, una decisione unanime della Corte Federale aveva confermato la sua condanna a morte per i crimini commessi su Ong, i cui resti carbonizzati furono trovati in un tombino nei pressi di un cantiere autostradale.
Il suo ex avvocato Mohamed Haniff Khatri Abdulla ha detto che funzionari delle carceri hanno commentato benevolmente il comportamento di Ahmad Najib.
"Mi hanno detto che in realtà è diventato un buon musulmano. Guidava la preghiera ed era solito insegnare alle persone la religione.
"Ha preso la decisione della Corte come il destino voluto da Dio", ha detto.
(Fonti: thestar.com.my, 23/09/2016)
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KENYA: ALTA CORTE DICHIARA INCOSTITUZIONALE LA PENA DI MORTE OBBLIGATORIA
24 settembre 2016: l'Alta Corte del Kenya ha stabilito nei giorni scorsi che la pena di morte obbligatoria in relazione ai reati capitali è incostituzionale.
Una petizione era stata presentata dal detenuto e studente di legge Wilson Kinyua, e da altri 11 prigionieri nel braccio della morte del Carcere di Massima Sicurezza di Kamiti.
In una sentenza storica pronunciata il 15 settembre 2016, è stato stabilito che le sezioni della legge non soddisfano il requisito costituzionale di fissare precisi e distinti gradi di differenziazione di aggravanti per il reato di rapina e tentata rapina, per rispondere adeguatamente alle accuse e preparare la difesa.
I firmatari, guidati da Wilson, hanno sostenuto che per applicare la pena di morte si dovrebbe prima avere la possibilità di difendersi nelle udienze attraverso un processo delle attenuanti.
La sentenza stabilisce che i fattori attenuanti e altri requisiti pre-sentenza debbano essere ricevuti ed esaminati dai tribunali al fine di un processo equo, abolendo la condanna capitale obbligatoria attualmente prescritta per un reato capitale.
La Corte, tuttavia, non si è pronunciata in favore dell'abolizione della pena di morte su tutta la linea affermando che "la pena di morte non è una punizione crudele, inumana e degradante. Tuttavia, semplicemente non può essere inflitta a qualsiasi persona riconosciuta colpevole di reato capitale". Si tratta chiaramente di un risultato deludente per Wilson, tuttavia sono stati fatti passi straordinari per cambiare la legge in modo tale che l'impatto positivo sarà sentito in tutta la comunità carceraria.
La sentenza è stata anche sospesa per 18 mesi in modo che la legge venga rivista per le incongruenze presenti e modificata di conseguenza, una sentenza che i firmatari desiderano sfidare, chiedendo una risoluzione immediata per i loro casi.
(Fonti: africanprisons.org, 24/09/2016)
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PAKISTAN: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA A MORTE DI UN MALATO DI MENTE
27 settembre 2016: un gruppo internazionale per i diritti umani ha reso noto che la Corte Suprema del Pakistan ha confermato la pena di morte nei confronti di un uomo malato di mente accusato di omicidio, ribaltando la precedente decisione di sospendere la sua esecuzione.
La Corte Suprema – si legge nella dichiarazione di Reprieve - ha respinto l’appello sostenendo che una grande percentuale di detenuti soffre di malattie mentali e di non potere lasciar andar via tutti.
Imdad Ali si trova nel braccio della morte da quando è stato condannato in un caso di omicidio nel 2001.
Ali doveva essere giustiziato il 20 settembre, dopo che il Presidente ha respinto la richiesta di clemenza, tuttavia all'ultimo minuto una decisione della Corte Suprema ha sospeso l'esecuzione.
Reprieve ha esortato il governo del Pakistan ad eliminare la condanna a morte contro Ali, sostenendo che la sua esecuzione violerebbe sia il diritto pakistano che quello internazionale.
(Fonti: Ap, 27/09/2016)
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INDONESIA: CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO E STUPRO
29 settembre 2016: il capo di una banda è stato condannato a morte in Indonesia in relazione all’omicidio e stupro di gruppo di una studentessa.
Zainal è stato condannato a morte da un tribunale dell'isola di Sumatra, mentre nello stesso casi altri quattro uomini sono stati condannati a 20 anni di carcere ciascuno.
L'omicidio e stupro di gruppo della 14enne, che fu aggredita da diversi uomini e ragazzi ad aprile mentre tornava da scuola, ha scioccato il Paese.
In seguito al ritrovamento nei boschi del corpo della ragazza legata e nuda, la polizia ha arrestato 13 persone, mentre un presunto colpevole è ancora in libertà.
Zainal è stato condannato a morte per omicidio premeditato.
"Questa sentenza è stata pronunciata perché l'imputato ha convinto gli altri a commettere il crimine," ha detto in aula il giudice Heny Farida della città di Curup.
(Fonti: AFP, 30/09/2016)

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