domenica 30 novembre 2014

Vivere Vado:gli emendamenti della lista civica al consorzio depuratore savonese

http://www.uominiliberi.eu/novembre14/emendamenti.pdf

Belgrado:chi ha visto davvero le bombe per dire mai piu'!!!

MONDO

Belgrado: tra le macerie con Jovanka (che le bombe le ha viste davvero)

Domenico Naso
Giornalista
Qualsiasi turista che visiti Belgrado, per ragioni culturali o anche solo per godere della folle vita notturna della città, non può e non deve fare a meno di andare a vedere quel che resta del palazzo dello Stato Maggiore dell’esercito serbo, letteralmente sventrato dalle bombe Nato durante la guerra di quindici anni fa.
E dopo tutto questo tempo, niente è cambiato. Hanno deciso di non riparare o ristrutturare nulla, e l’imponente palazzone a due passi dai luoghi del potere serbo è lì, in tutto il suo devastante simbolismo, a ricordare ai serbi e al mondo quello che è stato.
Da queste parti dicono che qualche palazzo devastato dalle bombe deve restare com’è, come monumento. Qualcun altro, magari più sincero e meno legato alla retorica patriottarda, ammette che forse non ci sarebbero neanche i soldi per mettere a posto tutto, visto che la Serbia continua a vivere in una situazione finanziaria ed economica decisamente al di sotto degli standard occidentali.
Politica ed economia a parte, vedere quel palazzo colpisce anche e soprattutto un occidentale che la guerra non sa neppure cosa sia, che non l’ha mai vissuta sulla sua pelle. Ed è proprio mentre contemplavamo la folle stupidità delle bombe intelligenti che si è avvicinata un’anziana signora. Jovanka avrà più o meno ottant’anni, e la prima cosa che ci dice, in serbo, è: “Che disastro, vero? Io abitavo qui vicino e ricordo gli aerei, le bombe che cadevano, il rumore assordante”. Sara, la ragazza italiana che ha vissuto a Belgrado e che ci accompagna in questo viaggio, le ha spiegato perché eravamo lì e da dove venivamo. La parola Italia ha risvegliato in lei un’altra pagina dolorosa della sua vita e quasi senza respirare, ripetendo a memoria una lezioncina imparata settant’anni fa, ha sgranato il Rosario dei ricordi: “Mi chiamo Giovanna, vengo dalla Dalmazia e sono internata ad Alatri, Frosinone, baracca 43″.
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I serbi, i croati, gli jugoslavi in generale, di guerre sono massimi esperti, visto che nel corso dei secoli ne hanno combattute tante, a volte subendole e a volte provocandole. Jovanka viveva nella Dalmazia italiana, e i fascisti di Mussolini se li ricorderà per sempre: “Hanno ucciso mio padre, partigiano, e hanno deportato la famiglia ad Alatri. Ci trattavano come bestie e non ci hanno mai dato nulla”. Gli occhi acquosi da vecchia signora diventano ancora più liquidi. E all’occidentale pieno di sensi di colpa, tra fascismi dei tempi che furono e guerre “umanitarie” di pochi anni fa, viene spontaneo chiedere a Jovanka se è riuscita a perdonare. Lei non fa una piega e risponde indurendo lo sguardo: “Sì, certo che ho perdonato. L’odio è stato la rovina di questo Paese. Bisogna perdonare, certo. Ma non chiedetemi di dimenticare, quello non potrò farlo mai. Se avessi dimenticato quello che è successo allora, sarei impazzita”.
Foto credit: Vincent Urbani www.vincenturbani.com

Giorgio Ambrosoli:un eroe vero

SOCIETÀ

Giorgio Ambrosoli, fra tanti eroi finti uno vero

Beppe Giulietti
Portavoce di Articolo 21
Per Renzi gli imprenditori sono i nuovi eroi. Per la Camusso i nuovi eroi sono i lavoratori. Sullo sfondo la citazione, tratta dalla scena 13 della Vita di Galileo Galilei, di Bertolt Brecht: “Sventurata quella terra che ha bisogno di eroi”, perché ogni atto di eroismo corrisponde alla necessità di contrastare una emergenza, un pericolo, un atto di arbitrio.
Sulla scena attuale dominano molti “eroi mediatici” costruiti in sala trucco e pochi eroi in carne ed ossa, anche perché costoro, per usare un’altra citazione, amano essere e non solo avere…
Chi volesse ricordare un Eroe vero, anzi “Un eroe borghese“, per riprendere il titolo di un bellissimo libro di Corrado Stajano, potrà farlo guardando il 1° e 2 dicembre su Rai1,”Qualunque cosa succeda”, regia di Alberto Negrin, interpretato da Pierfrancesco Favino e Anita Caprioli e dedicata a Giorgio Ambrosoli.
Ambrosoli-palazzo-giustizia
Ambrosoli amava la legalità e la Costituzione e fu ammazzato perché aveva osato “illuminare” gli intrecci tra mafia, finanza e politica. Quando fu assassinato Giulio Andreotti, quello che piaceva e piace all’Italia dei furbi, riuscì a dichiarare che Ambrosoli “se le andava a cercare” , poi fu costretto ad una mezza rettifica. Come poteva essere amato da costoro chi invece di “contrattare” con la mafia ed i suoi protettori, aveva scelto di “contrastare” gli uni e gli altri?
“So che pagherò per aver accettato l’incarico, ma sono contento di aver avuto l’occasione per fare qualcosa per il mio Paese“, nell’attesa di conoscere gli esiti della disputa sui “nuovi eroi”, tentiamo di non dimenticare quelli autentici a partire proprio da Giorgio Ambrosoli.

Uruguay al voto


http://www.repubblica.it/esteri/2014/11/30/news/l_uruguay_sceglie_il_successore_di_mujica_il_presidente_povero-101753540/?ref=HREC1-18

Alimuri : ecomostro in meno

Alimuri, demolito con l'esplosivo l'ecomostro che deturpava la costa (VIDEO)

Pubblicato: Aggiornato: 
L'ecomostro di Alimuri è stato demolito da 60 chili di esplosivo. Il rudere del maxi albergo si è accartocciato su se stesso per effetto di 1200 microcariche esplosive. L'abbattimento è avvenuto 50 anni dopo il blocco dei lavori e una lunga battaglia giudiziaria.
Dal mare, a bordo di una nave veloce messa a disposizione dalla Snav, la demolizione trasformata in un evento-spettacolo è stata seguita da circa 250 invitati, vip e giornalisti. Sulla spiaggia di Meta di Sorrento si sono raccolte alcune centinaia di persone. Qualcuno, approfittando della temperatura mite e dello scirocco, ha fatto anche il bagno. Sulla spiaggia anche alcune scolaresche ed una quarantina di barche che hanno seguito l'evento dal mare.