martedì 31 marzo 2015

cgil-cisl e uil avanti con il carbone !!!

I sindacati incontrano Tirreno Power, assente il Direttore Generale:"E' stallo su tutti i fronti, nessuna garanzia"

"Il 14 aprile ci rivedremo con l'Azienda: successivamente convocheremo le rappresentanze regionali e degli Impianti per decidere, in assenza di novità, le adeguate e pesanti forme di lotta"

Si è svolto ieri il previsto incontro con i Responsabili di Tirreno Power. "Da sottolineare, spiegano i sindacati in una nota stampa unitaria, l'assenza sia del nuovo Direttore Generale che dei rappresentanti degli azionisti. Nessuna novità rilevante è purtroppo emersa dalla riunione in questione. L'Azienda continua a sostenere di non aver avuto rassicurazioni concrete dalle Istituzioni e pertanto non è ancora in grado di prospettare alle OO.SS. un futuro più sereno sul versante occupazionale".
"Ha dato qualche apertura generica, proseguono Cgil, Cisl e Uil, relativamente al premio di risultato (ma solo se le banche approveranno definitivamente il piano di ristrutturazione del debito) e garantito che nei prossimi mesi non ci saranno proposte tese a ridimensionare ancora di più le buste paga dei lavoratori. Nessun altra garanzia ci è stata prospettata anche perché i ricorsi in atto avranno tempi non brevi".
"Tutto questo, sottolineano i sindacati, è per noi inaccettabile! È inaccettabile attendere passivamente i prossimi mesi senza poter lavorare ad una soluzione che metta in salvo il lavoro e i lavoratori. Non basta dire che nei prossimi sei mesi nulla accadrà!Con durezza abbiamo stigmatizzato un atteggiamento che, a partire dai premi erogati a pochi, passando per taluni atteggiamenti di dirigenti aziendali presenti negli impianti, sta provocando reazioni pericolose per tutti.Se la situazione è complicata, le provocazioni non aiutano e esasperano gli animi più di quanto già non lo siano".
"Abbiamo quindi chiesto di rivedere alcune decisioni, sempre in attesa di trovare soluzioni positive e condivise, al fine di rasserenare gli animi con atteggiamenti più responsabili.Tenuto conto dell'assoluto stallo di questa pesante vertenza, abbiamo chiesto di incontrare il nuovo Direttore Generale per tentare di lavorare ad un percorso diverso da quello che si prospetta oggi".
"Non vogliamo comunque abbandonare la strada che ci ha portato al confronto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri perché ci sembra impossibile che non si riesca a trovare una soluzione che faccia ripartire una Centrale che non ha mai superato i limiti emissivi!Il 14 Aprile ci rivedremo con l'Azienda, nella speranza che qualcosa torni a muoversi:successivamente convocheremo le rappresentanze regionali e degli Impianti per decidere, in assenza di novità, le adeguate e pesanti forme di lotta".
"Purtroppo la situazione diventa ogni giorno più difficile e nessuno sembra assumersi la responsabilità di dare una svolta alla vicenda. Per parte nostra, useremo tutto il senso di responsabilità di cui disponiamo, ma non staremo certamente a guardare. I lavoratori non hanno colpe: una soluzione cercheremo di trovarla facendo uso di tutte le energie che abbiamo", concludono i sindacat.

mercatone uno verso la chiusura

Villanova d’Albenga, sciopero e presidio dei dipendenti di Mercatone Uno

L'azienda condanna la decisione dei lavoratori

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Villanova d’Albenga. Adesione allo sciopero nazionale, con presidio domani pomeriggio dalle 15.30 alle 17:00: questa la decisione dei dipendenti del punto vendita Mercatone Uno di Villanova d’Albenga, dopo le indiscrezioni secondo cui quello inganno sarebbe uno dei 34 supermercati inseriti nella black list dell’azienda. La protesta dei lavoratori sarà in contemporanea con un incontro programmato al Ministero dello Sviluppo Economico.
Secondo le voci, infatti, il negozio di Villanova sarebbe tra quelli per i quali il gruppo starebbe considerando la chiusura, anche alla luce della svendita effettuata nell’ultimo mese. I lavoratori del punto vendita albenganese della catena di arredamento però non ci stanno, e per questo hanno deciso di aderire allo sciopero indetto anche in altri supermercati del Nord Italia.
L’azienda in una nota “condanna” la decisione dei lavoratori: “Non possono essere messi in discussione gli sforzi e l’impegno dell’azienda per salvaguardare l’occupazione e il sostegno al reddito del personale, di cui si è anche dato atto, nel tempo, sia di fronte agli enti territoriali interessati, sia ai Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico.
L’azienda ricorda che non possono essere messi in dubbio l’impegno e la determinazione che la proprietà e il management, sia in passato che oggi, hanno sempre messo nelle iniziative volte a tentare di rilanciare il Gruppo”. Ecco perché in tutta Italia l’azienda richiama tutti i dipendenti “ad un grande senso di responsabilità”.
“Aspettiamo l’esito dell’incontro romano anche se le voci che arrivano non sono certo rosee per i dipendenti di Villanova che rischiano il posto di lavoro. Ci attiveremo con tutte le nostre forze per tutelare l’occupazione” ha detto Simone Turcotto della Filcams-Cgil.
In tutto 9 i lavoratori a rischio per il punto vendita del ponente ligure.

VTO ...Vado Ligure...l'Autorità Portuale...parla sul serio!!!


Via libera del comitato portuale all’acquisizione del Vio, Miazza: “E’ la prova che non si è fatto per salvare Orsero”

Votata quasi all'unanimità la variazione di bilancio che consente all'operazione di proseguire. E Miazza ricorda: "Dicevano che senza il Gf Group non avrebbe potuto ristrutturare il debito, invece..."
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Savona. “Questa è la dimostrazione che l’operazione Vio non è stata fatta per ‘salvare’ gli Orsero come qualcuno aveva insinuato”. Lo dice con eleganza e toni pacati, come suo costume, ma le parole hanno ugualmente il loro peso: e così il giorno in cui il comitato portuale dà il via libera alla variazione di bilancio che consente di perfezionare l’acquisizione delle quote di GF Group nel Vio è quello della chiarezza per Gianluigi Miazza, presidente dell’Autorità Portuale savonese.
Miazza approfitta dell’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, in merito a un’operazione che secondo alcuni era stata studiata come “scialuppa di salvataggio” per il GF Group. “Oggi il comitato ha votato favorevolmente, senza pareri contrari e con un solo astenuto – annuncia – l’operazione è ancora subordinata ad una serie di incognite che dovranno realizzarsi, ma con l’approvazione della variazione di bilancio può continuare”.
Ora la delibera verrà trasmessa ai ministeri competenti (Infrastrutture ed Economia) e dovrà avere una valutazione formale prima di essere operativa: “A quel punto si potrà procedere se verranno completati anche gli altri passaggi, cioè l’omologazione del piano di ristrutturazione del debito (che di recente è stato approvato anche per quanto riguarda il gruppo Orsero), per poi dare luogo all’operazione se la Corte dei Conti nel frattempo non avrà segnalato (così come non ha fatto fino ad oggi) alcun tipo di illegittimità sull’operazione”.
E il nodo nevralgico risiede proprio nella ristrutturazione del debito: lo scenario odierno, secondo Miazza, mette a tacere le illazioni del passato. “E’ stato detto, ad esempio, che la ristrutturazione del debito della società Gf Group non sarebbe mai stata portata a termine senza il compimento dell’operazione Vio – ricorda – e invece mi risulta sia stata sottoscritta nella giornata di ieri, o forse settimana scorsa. Quindi vuol dire che l’operazione Vio, che sicuramente magari è un pilastro dell’opera di ristrutturazione, non era poi così fondamentale, né l’unico modo per riuscire a sistemare le cose. Dal punto di vista pratico si tratta di un’operazione che permetterà al porto di Savona di completare l’investimento strategico in modo adeguato, e di sviluppare una pianificazione che riguarda anche posti di lavoro ulteriori rispetto a quelli che abbiamo già annunciato”.
miazza
Tra gli altri temi del comitato anche l’approvazione del piano di razionalizzazione delle società partecipate. Ad oggi sono sette: il piano approvato all’unanimità prevede di mantenere la partecipazione della società (ritenuta indispensabile) di Savona Port Service, Interport di Vado Vio, Rivalta Terminal Europa e Ips, mentre considera non indispensabile (quindi oggetto di possibile cessione) la partecipazione a Funivie, Fernet e Filse. “La legge ci imponeva di valutare cosa fosse indispensabile e cosa non lo fosse – spiega il presidente – Delle nostre sette ne abbiamo ritenute indispensabili quattro, per le altre tre attendiamo gli esiti del nostro ministero che dovrà emettere un decreto per stabilire la dismissione della cosa e la quota a cui vendere a terzi”.
Il comitato è stato anche l’occasione per tornare a parlare dei temi connessi al futuro del porto. In primis il rischio accorpamento: “I campanelli di allarme non sono mai scemati – ammette Miazza – ma dal punto di vista pratico c’è la serena consapevolezza di aver trasmesso a tutti quelli che oggi possono governare la vicenda (a partire dagli organismi locali, quelli regionali e quelli nazionali) l’importanza del lavoro e del ruolo che Savona sta svolgendo nel panorama nazionale con i suoi 850 milioni di euro di investimenti. Ho la sensazione che nel mese di aprile possano anche essere resi pubblici i lavori relativi alla formazione del famoso piano delle infrastrutture nazionale, in cui Savona reciterà un ruolo sicuramente rilevante”.
Conclusione sulla piattaforma: “Tutto sta procedendo secondo i piani, abbiamo circa 500 milioni di lavori che sono in pista. Quest’anno dovremmo aprirne altri 80 che verranno fatti probabilmente nei prossimi mesi fino alla fine del 2015. Fisicamente oggi la piattaforma è intorno al 30-35% del suo percorso: se non accadranno cose sgradevoli nel frattempo, attendiamo la prima nave a fine 2017 o inizio 2018“.

cosa succede nel Salento

AMBIENTE & VELENI

Salento, la Xylella non fa seccare gli ulivi ma distrugge l’immagine della nostra meravigliosa terra

Sud Sound System, Reggae dal Salento
Tra isterismi e allarmismi l’affaire Xylella è ormai di dominio pubblico. Negli ultimi mesi molti di voi avranno sentito parlare deldisseccamento degli ulivi salentini (e non solo, ci dicono che ci sono sintomi anche in Veneto e Lombardia) e in tanti si sono documentati su questo strano fenomeno.
Diciamo subito che si sono formati due schieramenti: da una parte la Regione Puglia che al fine di tamponare un’ipotetica epidemia ritiene indispensabile eradicare qualche milione di ulivi (solo nel Salento ce ne sono 11 milioni) e irrorare il Salento di veleni e pesticidi; dall’altra ci sono medici, imprenditori, scienziati, artisti e contadini che non credono all’epidemia e che hanno dimostrato che non c’è alcuna moria di ulivi: gli ulivi, se curati con le buone pratiche agricole, ritornano verdi e produttivi come accade dal 2.200 a.C. ad oggi.
Conosciamo le nostre campagne e Papa Gianni, oltre ad essere uno dei fondatori del Sud Sound System, fa il contadino da quando aveva 6 anni. Già alcuni anni fa ci interrogavamo sul degrado delle campagne e su alcuni ulivi che perivano a causa dell’incuria. Per noi è normale che un albero non curato o curato male sia destinato a soffrire e seccare. Abbiamo sempre saputo che la potatura deve essere un rito attento e che il terreno, fonte di nutrimento dell’albero, non deve annegare tra pesticidi e diserbanti, altrimenti questa robaccia va a finire nelle olive e nell’olio che assumiamo quotidianamente. Per questo, da tempo il nostro Papa Gianni produce verdure e ortaggi biologici.
lecce-ulivi
I veri mali dei nostri ulivi sono l’abbandono delle buone pratiche agricole e il ricorso massiccio e stupido alla chimica che dopo cinquanta anni di uso ed abuso ha depauperato le nostre campagne: per questo gli ulivi stanno male, perché non riescono più a creare le loro barriere contro i funghi, i nemici endemici di queste piante.
Cosa c’entra la Xylella e perché la Regione Puglia si è affezionata all’idea che questo batterio faccia seccare i nostri ulivi?
Ce lo chiediamo anche noi.
Ci chiediamo perché alla Commissione Ambiente dell’Ue siano arrivati numeri strampalati che parlano di milioni di ulivi morti, quando basta fare una passeggiata per le campagne per accorgersi che le piante sono rigogliose e produttive come non mai! Certo, alcuni uliveti nei pressi di Gallipoli sono in condizioni pietose, ma anche un profano può capire che questi uliveti sono stati abbandonati a se stessi da qualche decennio ed è normale che quei poveri ulivi anneghino tra rovi, erbacce e i loro stessi cespugli che imperversano sulle radici!
Cosa c’entra la Xylella se la scienza non è riuscita a dimostrare la patogenicità di questo batterio nei confronti degli ulivi? A screditare la tesi della Xylella non ci siamo soltanto noi cantanti (che per il solito quotidiano locale dovremmo stare zitti e occuparci di canti e salti), ma anche il CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) ente di diritto pubblico del Ministero delle politiche agricole.
A spiegarcelo è Marina Barba, che intervistata dalla brava Marilù Mastrogiovanni ci rivela:“Che la Xylella produca dei disseccamenti è noto, ma non sugli ulivi.”. La giornalista – i cui articoli hanno fatto scattare le indagini della magistratura – ci spiega anche che “L’unico esperimento scientifico pubblicato, è stato portato a termine nel 2010 in California ed ha avuto esito negativo: la Xyella non è risultata patogena sugli ulivi. Anche in mancanza di tale prova del nove, il piano di sradicamento degli ulivi del commissario straordinario per l’emergenza Xylella va avanti. Così da tutta la Puglia è arrivato un abbraccio ideale attorno agli ulivi che rischiano di essere sradicati perché ritenuti infetti dal batterio da quarantena.”
Alla luce di questi fatti incontestabili ci chiediamo perché sia in atto una campagna di disinformazione fatta di allarmismi che stanno distruggendo l’immagine, il prestigio e l’economia salentina? A chi giova tutto questo ingiustificato clamore?
Insomma, a sostenere la tesi della Xylella-assassina ci sono solo i politici della Regione Puglia appoggiati da qualche quotidiano locale che tappezza le edicole con titoli da vera guerra civile che mettono paura a molti turisti.
Intanto il mondo della scienza e gli agricoltori sanno già da dove iniziare. Un esempio tra tutti può essere Ivano Gioffreda, presidente di Spazi Popolari e contadino come tanti che è riuscito a far resuscitare 500 ulivi che erano stati dati per spacciati. Oppure Roberto Cazzetta, un produttore di olio extra vergine di Palmariggi, a due passi da Otranto, che cura maniacalmente i suoi ulivi con le buone pratiche agricole, capace di proporre sul mercato internazionale bottiglie da 30 euro!
I nostri ulivi hanno bisogno di cura e amore. Sì, avete letto bene: i nostri ulivi hanno bisogno di amore. La nostra Terra ha bisogno d’amore e non di pesticidi e veleni che ci stanno facendo morire inutilmente.
Domenica scorsa a Lecce i salentini hanno dimostrato il loro amore per gli ulivi riempiendo Piazza Sant’Oronzo ed un solo grido è giunto agli amministratori della Regione Puglia: siamo tutti Ulivi e guai a chi li tocca!
Concludiamo con un invito: tornate nel Salento! Lasciate perdere i chiacchiericci allarmistici di gente isterica di cui non ci siamo mai fidati.
Quaggiù fortunatamente stiamo tutti bene e i nostri ulivi non vedono l’ora di accompagnare le vostre vacanze, ripararvi dalla calura e affascinarvi con le loro forme eccentriche. È vero, c’è qualche problema ma lo stiamo risolvendo in modo da poter gustare insieme a voi un buon piatto di pesce condito con extravergine salentino e brindare con un buon bicchiere di rosso salentino.
Il Salento vi ama, il Salento vi aspetta!