Alcune considerazioni su qualità e quantità delle acque
di Antonio Lupo
Qualche riflessione e alcuni dati sull'acqua, Bene Comune del pianeta e dell'umanità.
Tutti sanno che l'acqua è l'elemento fondamentale della vita del pianeta e anche del nostro corpo, molti di meno sono a conoscenza che l'acqua dolce è solo il 2,5% delle acque totali, il restante è acqua salata.
Qusto piccolo 2,5 sarebbe sufficiente per tutta l'umanità, ma nel pianeta la sua distribuzione è diseguale e attualmente circa 1 miliardo di persone non hanno accesso all'acqua potabile e altri 2,5 miliardi non dispongono di servizi igienici, le due cause principali delle malattie e della mortalità infantile.
Quindi c'è una scarsità relativa di questo bene comune, oggi sempre più privatizzato e mercantilizzato, soggetto ad accaparramenti da parte delle nazioni più forti (watergrabbing), insieme a quello della terra (landgrabbing), scarsità che sta cusando molte guerre per l'acqua, che si moltiplicheranno nei prossimi anni, per l'aumento della popolazione mondiale e la diminuizione della risorsa, conseguente al riscaldamento globale.
Al problema della quantità e disponibilità di acqua, dobbiamo aggiungere il deterioramento progressivo della sua qualità.
Il ciclo dell'acqua è una meraviglia della natura, l'evaporazione continua dell'acqua marina è un perfetto processodi desalinizzazione e depurazione delle acque, che poi precipitano e rendono disponibile una ottima acqua dolce.
Attualmente di quel piccolo 2,5% di acqua dolce ( compreso le acque sotterranee), il 70% viene usato per l'agricoltura, il 20% per l'industria e il 10% per l'uso umano e l'abbeveraggio animale.
Tutte queste attività, in particolare l'uso agricolo e industriale, determinano un continuo e ingravescente inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, che la natura non riesce più a depurare completamente, con gravi conseguenze anche sulll'alimentazione e sulla salute umana.
In questa ottica bisogna leggere e interpretare i dati del Rapporto Ispra 2014 sui pesticidi nelle acque, che ho tentato di riassumere in poche righe.
Primo: la natura non riesce a depurare tutti i pesticidi, anche quando si smette di usarli, perchè è ormai evidente la tossicità e le malattie che provoca, come nel caso dell'atrazina ( ma non solo).
L'atrazina, un erbicida tossico per gli organismi acquatici e anche per l'uomo, proibito in Italia dal 1992 ( e anche nella UE), è ancora presente, spesso oltre i limiti, nel 5% dei campioni delle acque sotterrane, soprattutto nell'area padanoveneta.
E' il residuo di una contaminazione storica, dovuta all’ampio utilizzo in passato e alla alta persistenza ambientale.
Da molti anni nella UE si applica il principio di precauzione, che dovrebbe evitare casi simili, una conquista europea che potrebbe venire annullata nel caso vada in porto il TTIP, trattato di libero commercio tra USA e paesi UE.
Secondo: i controlli sulla presenza nelle acque di pesticidi, con effetti tossici su ambiente e uomo, non sono omogenei in tutte le Regioni di Italia, i nuovi prodotti messi in vendita non sono monitorizzati, e si studia la tossicità dei singoli pesticidi e non dei sinergismi di tossicità quando se ne usano molti contemporaneamente ( nella coltivazione delle mele in trentino fino a 16 pesticidi! Altro che una mela al giorno leva il medico di torno...)
Terzo: anche quando si evidenziano dati allarmanti sulla tossicità, la revisione e l'annullamento della autorizzazione ritarda o manca, come nel caso del glifosato, erbicida essenziale per i semi OGM, ma uno dei pesticidi più usati anche per disseccare e usi non agricoli.
Ormai è ampiamente provata la sua tossicità per gli organismi acquatici e per l'uomo ( compreso l'aumento di celiachia e autismo), il Parlamento in Olanda l'ha proibito da fine 2015 per uso personale.
Dove è monitorato nelle acque, cioè scandalosamente solo in Lombardia, il glifosato è trovato come il più alto inquinante delle acque superficiali
E questa acqua si beve e si usa per ogni prodotto alimentare e ogni cibo, c'è da riflettere sull'eccellenza alimentare italiana , così sbandierata nella grande fiera di Expo 2015 .
Rapporto nazionale Pesticidi nelle acque” Ed. 2014
(riassunto di Antonio Lupo , medico ISDE e Presidente Comitato Italia Amigos Sem Terra)
Sul sito http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-nazionale-pesticidi-nelle-acque.-dati-2011-2012.-edizione-2014 è scaricabile il Rapporto nazionale Pesticidi nelle acque” Ed. 2014, basato sulle analisi effettuate dalle Aziene Regionali Prevenzione Ambiente nel biennio 2011-2012 e poi trasmesse a ISPRA da Regioni e Province autonome.
Nel 2012 sono state cercate 335 sostanze in 14.250 campioni, provenienti da 19 regioni (escluso Molise e Calabria) e prov. autonome,prelevati in 3.500 punti.
-Il monitoraggio nelle acque dei pesticidi ( prodotti fitosanitari e biocidi) è complesso, circa 400 sono le sostanze utilizzate in agricoltura, nel 2012 si sono vendute 134.242 Ton. di prodotti fitosanitari -ISTAT 2013. Per i biocidi non si dispone di informazioni analoghe.
-Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 56,9% dei 1.355 punti controllati, nelle acque sotterranee nel 31,0% dei 2.145 punti.
Le concentrazioni sono spesso basse, ma il risultato complessivo indica un’ampia e diffusa contaminazione. I livelli sono più bassi nelle acque sotterranee.
Sono state trovate 175 sostanze diverse, un numero più elevato degli anni precedenti, gli erbicidi i più frequenti, con un aumento di fungicidi e insetticidi, soprattutto nelle acque sotterranee.
-La contaminazione è più diffusa nelle aree della pianura padano-veneta, per le caratteristiche idrologiche del territorio el’intenso utilizzo agricolo e perchè le indagini nel Nord sono più complete.
Nel Centro-Sud la situazione è disomogenea e la copertura territoriale limitata, così come il numero di sostanze cercate, ma dove l’efficacia del monitoraggio è migliorata, si sono evidenziate aree di contaminazione significativa.
-Nel rapporto 2014, a differenza del passato, le concentrazioni misurate sono confrontate con gli standard di qualità ambientale SQA, stabiliti a livello europeo e nazionale.
Non c’è più un confronto con i limiti dell’acqua potabile ( anche se i limiti coincidono per le acque sotterranee), dato che la finalità principale dell'indagine è la tutela dell’ambiente.
Il quadro risultante è ancora largamente incompleto per le acque superficiali, dove solo poche sostanze hanno uno specifico SQA.
-Nelle acque superficiali, 253 punti di monitoraggio (il 17,2% del totale) hanno concentrazioni superiori al limite.
Le sostanze più spesso oltre i limiti sono: glifosate e il suo metabolita AMPA, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita.
La Lombardia ha la maggiore non conformità, il 54,3% dei punti superano gli SQA, per la maggior parte dovuto al glifosate e AMPA, che sono cercati esclusivamente in questa Regione.
La % di punti sopra i limiti è alta in Veneto (18,0% di casi), Lazio (16,7%), Piemonte (13,9%).
-Nelle acque sotterranee si hanno concentrazioni superiori al limite in 152 punti (il 6,3%).
Le sostanze più frequentemente oltre il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile,
2,6-diclorobenzammide, metolaclor.
-Nell'Edizione 2014 è stata ampliata l’analisi della tendenza della contaminazione, secondo gli indicatori previsti dal Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi (PAN).
Fino al 2009 c'è stato un aumento della frequenza di pesticidi nei campioni delle acque superficiali e sotterranee.
Dal 2010 la frequenza si assesta su livelli più bassi in entrambi i comparti.
Considerando che circa 200 sostanze presenti sul mercato (44 classificate come pericolose, 38 specificatamente per l’ambiente acquatico) non sono cercate nelle acque e che molte sostanze sono state revocate, il rapporto propende più per uno sfasamento tra il monitoraggio e le sostanze presenti nell’ambiente che per una reale diminuzione in atto.
Nel 2013 la Commissione Europea ha individuato nuove sostanze prioritarie e rivisto gli SQA per alcune sostanze.
-Nel rapporto l’indicatore delle sostanze prioritarie tende a decrescere sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee, probabilmente perchè gran parte dei pesticidi deliberati come tali sono ormai fuori commercio ( ad es. l'atrazina), ma diversa e in controtendenza è la frequenza delle sostanze ancora in commercio.
-Riguardo le vendite di prodotti fitosanitari, i dati ISTAT indicano una sensibile diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari, i formulati (-9,1%), i principi attivi (-19%), con un forte -30,2% dei prodotti molto tossici e tossici, mentre è aumentata la vendita dei prodotti nocivi, il tutto interpretabile con un più cauto impiego delle sostanze in agricoltura.
Nel 2012 si sono utilizzate quantità di pesticidi superiori alla media nazionale in: Veneto e Prov. Trento con oltre 10 kg/ettaro di SAU, Campania 8,5 kg, Sicilia 7,5, Emilia-Romagna Kg 7 e Friuli-Venezia Giulia 6,3.
-Nei campioni sono presenti in genere miscele di sostanze, una media di circa 2,8 sostanze nelle acque superficiali e del 3,4 nelle acque sotterranee,con un rischio da poliesposizione che richiede una valutazione differente da quella usata per la monoesposizione.
“ È utile ribadire la necessità di inserire nei protocolli regionali alcune sostanze che, ove ricercate, sono responsabili del maggior numero di casi di non conformità, quali il glifosate e l’AMPA.”
-Il GLIFOSATO, un erbicida non selettivo impiegato in agricoltura e non, è una delle sostanze più vendute a livello nazionale da molti anni.
E' riconosciuto come contaminante delle acque e la sua presenza in esse è ampiamente confermata anche da dati internazionali, ma il suo monitoraggio è tuttora effettuato solo in Lombardia dal 2003, dove nel 2012 la sostanza è presente nel 31,8% e supera il SQA nel 31% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e il suo metabolita, AMPA, è presente e supera il SQA nel 56,6%.
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