Abbiamo chiesto al Professor Carlo Agostoni di farci pervenire un suo breve editoriale sull’etica nella nutrizione:
Il 2015 è l’atteso anno della Expo a Milano. “Feeding the Planet, Energy for Life”, così la manifestazione si presenta.
Ma cosa è oggi l’alimentazione? In Italia, tutti sappiamo fare tre cose, il primo ministro, l’allenatore della nazionale di calcio, e lo scienziato nutrizionista. Non volendo commentare sui primi, mi soffermo sul terzo aspetto, probabilmente frutto di un edipico complesso tipicamente mediterraneo, poiché sta nella tradizione latina dell’Alma Mater la radice del termine alimentazione. Peraltro, basta oggi entrare in un Supermercato per scoprire che tutto fa qualcosa, e osservare come l’alimento – qualsiasi alimento, o principio nutrizionale, basta che ci crediamo – abbia sostituito per molti l’ostia cattolica nell’aspetto di introiezione salvifica e redentrice (e se pensate il contrario vi invito a rivedere alcuni spot relativi a yogurt e simili). Scienziati e clinici di chiara fama d’altra parte affermano sui media che alla nutrizione sbagliata va imputato tutto, dalle malattie di tipo cronico-degenerativo e manifestazioni neuropsichiche.
Possiamo essere certi che tutto questo è vero? In realtà, alla prova dell’evidenza (a cui ogni affermazione scientifica deve oggi soggiacere) rimane non molto, ed il principale progresso della nutrizione ancora oggi deve essere ricercato nella possibilità di nutrire il pianeta (ovvero la presentazione di Expo) arrivando fino alle regioni più povere in maniera sostenibile. La buona notizia è che i controlli scientifici si moltiplicano , con organismi istituzionale e sovranazionali (EFSA-European Food Safety Authority in Europa, FDA- Food and Drug Administration negli Stati Uniti) a vigilare sui claim nutrizionali (gli effetti attribuiti ad un nutriente e/o alimento) ed i reali fabbisogni nella popolazione. Le aziende alimentari hanno in questo momento un ruolo predominante nel proporre fondi e progetti per la ricerca in campo biomedico. Questo è un dato sicuramente positivo. La competitività d’altra parte puo’ essere negativa per la pressione , a vari livelli, a terminare studi con risultati non negativi, lasciando da parte i non risultati o i risultati addirittura negativi. L’etica nella ricerca in nutrizione entra in gioco a questo punto, ovvero, attraverso l’accettazione dei risultati nei tempi corretti, qualunque essi siano. Un atteggiamento più etico e vantaggioso anche in termini economici e di impatto globale sulla salute dei cittadini.
Peraltro secondo alcuni (vedi scuola di Stanford) l’etica della scienza nutrizionale dovrebbe oggi rivolgersi in primo piano verso la lotta alla fame e la sostenibilità, che sono le prime reali motivazioni degli studi nutrizionali. Gli esempi da qualche anno cominciano, ed insegnano, come la malnutrizione, in particolare in Africa, si può combattere utilizzando prodotti locali (es. arachidi) e quindi non solo a costi sostenibili ma promuovendo le risorse economiche locali. Eticamente – e lodevolmente – anche aziende europee sono coinvolte, direttamente o come ispiratrici dei prodotti stessi.
Prof. Carlo Agostoni
Professore di Pediatria
IRCCS Policlinico
Università di Milano
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