Tirreno Power, la Rete Fermiamo il Carbone scrive al ministro Galletti: “No a revisione Aia, pronti ad opporci con ogni mezzo lecito”
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Vado Ligure. Mentre sale l’attesa per il primo tavolo tecnico tra i ministeri e Tirreno Power, previsto per domani, nella discussione interviene la Rete savonese “Fermiamo il carbone”. Lo strumento scelto, ancora una volta, è quello della lettera: dopo aver scritto negli ultimi mesi anche a Burlando e a Renzi, questa volta destinatario della missiva è il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Nel proprio scritto la Rete attacca duramente la scelta di organizzare questi tavoli tecnici senza coinvolgere gli ambientalisti, ed in sostanza “avverte” il ministro di essere pronta a ricorrere contro un’eventuale revisione dell’Aia “con ogni mezzo lecito”.
Di seguito il testo integrale della lettera.
Al Signor Ministro dell’Ambiente
Gian Luca Gallettie, per tramite del Ministero, a tutti i partecipanti all’incontro previsto a Roma il 25 febbraio 2015 relativamente all’oggetto.Oggetto: centrale Tirreno Power di Vado Ligure
Autorizzazione Integrata Ambientale DM 0000323 del 31-12-2014Facciamo seguito a precedenti note riguardo gli incontri e le riunioni già svolte presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri sull’argomento in oggetto, per ribadire come questa procedura successiva all’AIA in oggetto appaia anomala rispetto a quanto previsto dalla normativa europea e nazionale in materia di IPPC, che prevede titoli autorizzativi emessi sulla base di precisi presupposti sanitari ed ambientali e non interventi governativi per “venire incontro” alle esigenze economico-aziendali dichiarate dal richiedente l’autorizzazione stessa (come risulta da dichiarazioni non smentite riportate da diversi organi di stampa).Del resto il Decreto 0000323 emanato il 31 dicembre 2014 porta in calce proprio la firma del Ministro Galletti e non si vede come i contenuti dello stesso possano essere contraddetti o smentiti a distanza di pochi mesi.Ribadiamo che in questa autorizzazione, che per diversi aspetti risulta rispettosa delle MTD, tuttavia sono state fatte concessioni all’azienda anche ben al di là dei valori associati alle MTD ( a titolo di esempio non esaustivo, per il pericoloso monossido di carbonio è stato concesso un limite emissivo che risulta ben oltre il massimo previsto dal range MTD: oltre il doppio).E questo in un contesto nel quale l’Autorità Giudiziaria (il GIP presso il Tribunale di Savona) nel marzo dello scorso anno ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo, tuttora vigente, delle due sezioni a carbone di questa centrale ritenendo configurato il delitto di cui all’art. 434, comma 2, c.p., ossia il disastro consumato, a fronte di una situazione di accertato gravissimo danno ambientale e sanitario.Gli esiti davvero drammatici, sul piano ambientale e ancor più su quello della salute pubblica, delle ricerche condotte dai consulenti tecnici incaricati dalla Procura di Savona (ad oggi non smentite da alcuno, malgrado alcuni scomposti attacchi sulla stampa) sono evidentemente conseguenti alla collocazione della centrale Tirreno Power in piena area urbana densamente popolata: un rapido sguardo alle fotografie pubblicate sui siti web rende evidenza di questa ubicazione assolutamente fuori da ogni logica.A proposito delle irrituali convocazioni di questi non meglio definiti “Tavoli” di discussione, con la totale esclusione della componente ambientalista che pure aveva partecipato attivamente all’emissione dell’AIA in discussione, ci permettiamo di far presente sin d’ora che i cittadini di questo territorio già così duramente provato si opporranno con ogni mezzo lecito e consentito dalle leggi vigenti a qualsiasi intervento (così come trapelato da alcuni organi di stampa) volto stravolgere le corrette procedure, operando concessioni per l’esercizio dei gruppi a carbone, così “sminuendo” o “alleggerendo” in qualche modo le prescrizioni contenute nel Decreto 0000323 da Lei stesso firmato.Mentre ci riserviamo di attivare con la massima decisione ogni tipo di azione legalmente consentita in ogni sede giurisdizionale amministrativa, civile e penale, in Italia ed all’occorrenza anche in Europa, ci dichiariamo disponibili (come già espresso in precedenti note anche a Lei rivolte e rimaste sino a questo momento prive di alcun riscontro) anche ad un incontro per evidenziare le sofferenze e le ragioni di tutto un territorio, prima che vengano assunte decisioni irreparabili.
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