domenica 24 maggio 2015

Roma e l'isola del tesoro

L’isola del tesoro della Garbatella

by maomao comune
Una stilista freelance torna a casa dopo un viaggio extracontinentale di lavoro e scopre che vogliono chiudere le attività della Casetta Rossa, lo spazio autogestito che ha ridato vita a un angolo del suo quartiere romano, la Garbatella. Non ha mai preso impegni nelle molte e preziose attività che vi si svolgono, l'ultima è la straordinaria Brigada cultural per leggere in libertà, ma alla Casetta è andata a mangiare e ha respirato quell'aria felice che la fa star bene. Lì, ha potuto conoscere la famiglia di Stefano Cucchi, ha incontrato Erri de Luca e perfino il capo di stato maggiore delle Black Panthers. Non glielo ha mai detto a quei ragazzi ma si sente una di loro. Martedì 26 maggio c'è l'assemblea per decidere come difendersi dall'assaltodi una burocrazia cieca. Forse ci andrà, anche perché i toni della lotta sono fermi ma allegri, scanzonati. E poi adesso sulla casetta sventola il Jolly Roger, la bandiera dei pirati
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di Dora Pasodotto
Sono all’Aeroporto internazionale di Fiumicino di ritorno da un lungo viaggio di lavoro che mi ha fatto attraversare due continenti e una moltitudine di parole fino al  Giappone. Scesa dall'aereo e recuperati i miei bagagli, ho appena il tempo di uscire dallo scalo, guardarmi intorno, riprendere il mio iphone, inserire la Sim italiana, accendermi una sigaretta e fumarla avidamente in collaborazione con un vento di casa quando il telefonino si illumina avvertendomi dell’arrivo di un messaggio: “ Vogliono chiudere la Casetta Rossa, ci vediamo martedì alle ore 18.30 per un’assemblea in sua difesa. Il messaggio è di un vecchio gruppo whatsup del Gas della Casetta Rossa. La notizia mi lascia perplessa.
La Casetta Rossa la conosco bene, sono nata a Garbatella, ci ho vissuto e in fondo è come se ci vivessi ancora. Il mio lavoro mi ha portata poi in giro per il mondo a prestare la mia presunta creatività e la mia matita ai grandi nomi della moda. Sono una stilistafreelance, una ghost writer della moda. Lavoro nell’ombra. Appena posso, appena ho un po’ di tempo torno a Roma, torno nel mio quartiere. Le mie radici sono qui e amo questo angolo della capitale che sembra così alieno, così diverso.
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E la Casetta Rossa è proprio un luogo alieno. Si trova nel cuore del quartiere, in un piccolo parco recentemente dedicato al guerriero sioux Tashunka Uitko aka, Cavallo Pazzo, tra via Ignazio Persico e Via Magnaghi. Io me lo ricordo quell’edificio prima che arrivassero quelli della Casetta Rossa.
Era una baracca disabitata, una specie di deposito per non so bene cosa, non c’era nemmeno il tetto e nessuno sembrava interessarsene e anche il parco era abbandonatoa se stesso, sempre sporco. Poi sono arrivati quei ragazzi e quell’angolo di Garbatella ha iniziato a prendere vita. Non ho mai partecipato alle loro attività, mai presa una responsabilità, però ho iniziato a frequentare la Casetta Rossa e, anche se nessuno lo sa, mi sono sentita una di loro. Ho eletto quel luogo come casa. Ci sono andata a mangiare respirando quell’aria felice che mi faceva stare bene, una sensazione che non so rappresentare con le parole, non so come spiegarvi, l’avete visto il film Soul Kitchen? Spero di sì, perchè alla Casetta ho respirato quell’aria, quell’energia positiva.
11150731_832508433504753_698370419158934042_n-300x199Ci ho visto film, ho partecipato a cene in sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto, un giorno mi sono ritrovata lì dopo una giornata di quelle da dimenticare, mi sono seduta a pranzo e ho scoperto che che i cuochi erano tutti bambini. “Oggi cucino io”, c’era scritto su un manifesto. Un kaos completo, bimbi da tutte le parti, un delirio di urla e di corse sfrenate. Non sono riuscita a mettere in bocca nemmeno un pezzetto di pane, ma la mia giornata si è rovesciata e sono tornata a casa con un sorriso. Un luogo alieno dove ho potuto conoscere la famiglia di Cucchi, i genitori e la sorella di quel ragazzo assassinato da serial killer con la divisa blu, ho potuto ascoltarli contribuire alle loro spese legali e dare, forse, un piccolo senso alla mia rabbia e al loro dolore.
Uno spazio dove ho avuto l'onore di ascoltare Erri De Luca, dove ho visto scontrarsi generazioni di panificatori, davanti al forno popolare, nella perenne guerra tra lievito di birra e pasta madre
Mi ricordo un altro giorno, molti anni fa, quando mi sono ritrovata a cena alla Casetta e mentre smangiucchiavo qualcosa e contemporaneamente lavoravo con il mio laptop ho visto entrare David Hillard. Non sapete che emozione. Hillard una dei fondatori del Black Panther Party, il capo di stato maggiore delle pantere nere. Per poco non svenivo. Io cheho sempre coltivato il sogno di essere la stilista del Black Panther Party, mi sono ritrovata faccia a faccia proprio con lui.  Naturalmente non ho detto niente, imbranata e timida come sono, ma in segreto, tra me e me, ho brindato a quella storia e a quel luogo che rende possibili incontri così pazzi.
Mentre sono in taxi e corro verso Garbatella, riesco a connettermi a internet e leggo sul mio Iphone alcuni approfondimenti su questa richiesta di chiusura. Gli uffici del Municipio e i Vigili Urbani sosterrebbero che la riqualificazione di una baracca diroccata in un posto magico sia un abuso edilizio e che quindi non si possa continuare con le attività ordinarie. Ho gli occhi lucidi, non riesco a capacitarmi. Eppure è così semplice, così chiaro che quei ragazzi stiano dalla parte giusta, così evidente che abbiano saputo colorare di mille sfumature un luogo dimenticato. Perché, inizio a ripetermi, le soluzioni diventano un problema per le istituzioni? Perché si inverte il giusto con l'ingiusto?
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Luciano Ummarino apre l'incontro sulle letterature partigiane con Paco Ignacio Taibo II, Pino Cacucci, Erri De Luca e Federico Mastrogiovanni
Su Facebook aderisco al gruppo in difesa della Casetta Rossa. Come me, in poche ore, lo hanno fatto centinaia di persone. Si dà appuntamento per martedì 26 Maggio alle ore 18.30 per l'assemblea alla Casetta Rossa. I toni sono allegri, scanzonati. Apro una foto e vedo che è stata issata una bandiera pirata.
Bene, penso. Sorrido. Sono a casa.
Le foto sono tratte da Casetta Rossa Facebook

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