Xylella fastidiosa: non serve gridare all'apocalisse
Tema trattato: Agricoltura
15/09/2014 -
Si chiama “Xylella fastidiosa”, è un batterio. Ha colpito pesantemente gli uliveti pugliesi, in particolare salentini, e sta facendo parecchio parlare di sé. Si dice che nel 2010 in un convegno di fitopatologi si sia perso il controllo di una provetta; si dice che è arrivata con prodotti (non necessariamente olive) importati; si dice che sarà una tragedia; si dice che in alcune zone del mondo gli olivicoltori ci convivono da decenni e gli uliveti tutto sommato stanno bene...
In questo quadro un po’ confuso, però, alcune cose ci sono chiare: la prima è che il batterio si diffonde più facilmente nei terreni abbandonati e/o negli uliveti in cui non è stata fatta corretta e costante manutenzione.
La seconda è che la corretta e costante manutenzione, che serve a migliorare le produzioni ma anche a prevenire o diagnosticare precocemente fattori patogeni, costa.
La terza è che se i consumatori ignorano la differenza tra l'olio extravergine di oliva di qualità e quello della macchina da cucire; se in vendita si trovano oli sedicenti extravergini al di sotto dei 3 euro; se i produttori pugliesi non riescono a vendere il loro olio di eccellenza ad un prezzo adeguato, allora non ci saranno soldi per la manutenzione degli uliveti. Ma invece di ragionare su queste semplici faccende qualcuno ha subito gridato all'apocalisse, invitando a estirpare gli uliveti colpiti dal batterio. Fortunatamente molti altri stanno invece cercando di far passare l'idea che espiantare gli uliveti non è la soluzione e soprattutto non è necessario. Se si farà un'accurata potatura delle parti colpite, dicono, le piante si possono riprendere. Ma le potature costano, e quelle “chirurgiche” costano ancora di più: serve molta manodopera e molta attenzione. Se ci sono fondi da destinare si usino per queste operazioni, e non certo per l'espianto. Alcuni degli ulivi pugliesi possono raccontare le guerre puniche dicendo “io c'ero già”. Non sarà una qualsiasi Xylella, per quanto indubbiamente fastidiosa, a spaventarli. Cinzia Scaffidi c.scaffidi@slowfood.it Da La Stampa del 14 settembre 2014 |
mercoledì 17 settembre 2014
DALLA PARTE DELLA PUGLIA E DEGLI ULIVI
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