di Rosaria Gaspatto*
Abbiamo perso il silenzio come valore educativo, come bisogno profondo per crescere e vivere in modo sano. Siamo immersi nel chiasso e nel caos, portandolo a nostra volta nel mondo. Senza silenzio abbiamo perso pure l’ascolto, la riflessione, lo spazio per pensare da soli, per conoscerci, per sentire, per entrare in contatto con la nostra interiorità, con quello che siamo senza infingimenti.
Nelle scuole e nelle nostre vite aumenta il brusio del mondo, la tensione e la dispersione. Cresce la confusione e l’impegno è una fatica. Divertirsi, fare in fretta, chiacchierare diventano il modo di vivere, inautentico.
Penso che educare i bambini al silenzio sia una priorità assoluta. Non un silenzio imposto, autoritario, subìto, ma un silenzio positivo come scelta, come conquista che permetta una risonanza emotiva e cognitiva del mondo, una opzione di serenità per il proprio ed altrui benessere, per sentire la pioggia che cade.
Servono esercizi di silenzio che sono prove di meraviglia per ammirare il fuori e portarlo dentro. Compiti di stupore e di ammirazione che rallentano i movimenti ed il respiro. Che conciliano l’io con l’altro. Pratiche di suono, di sussurri, di movimenti lenti, di natura persentire la musica del vento e la poesia della foglia d’autunno. Per restare seduti a guardare il mare e gli occhi di chi mi è accanto.
I maestri da soli non ce la fanno. Abbassiamo la voce.
Nel brano che segue Orso in piedi, capo della tribù dei Dakota, racconta come venivano educati i loro bambini al silenzio. Eh, sì… loro erano i selvaggi.
* Maestra di una scuola primaria pubblica, vive a San Michele Salentino (Brindisi). Altri suoi articoli sono qui.
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giovedì 25 settembre 2014
DECRESCITA E RICONQUISTA DEL SILENZIO PER UN PROGRAMMA CIVICO ED ECOLOGISTA
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