venerdì 31 ottobre 2014

ALEX LANGER:IL SENSO DI UNA PRESENZA

Alessio Cartocci Sideri Headshot

Il futuro, Alex Langer e il coraggio della "politica di confine"

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Se, parafrasando lo slogan della Leopolda 5, "Il futuro è solo l'inizio" va detto che ci sono persone che il futuro lo vedono quotidianamente nel proprio presente perché sanno guardare lontano.
Quando decisi per la prima volta di seguire un progetto politico sotto forma di partito una di queste persone, Alex Langer, ci aveva lasciato da poco e, soprattutto, aveva lasciato in eredità ai Verdi un patrimonio enorme e ricchissimo. Com'è stato dilapidato quel patrimonio si è visto troppo presto: la 'biodiversità' di una politica giovane, legata ai movimenti, al terzo settore, alle istanze ambientaliste (ma non solo), a una visione sostenibile del mondo e del vivere fu schiacciata dalle solite furberie/meschinità all'italiana e quindi purtroppo si arenò poco tempo dopo nell'evidenza di un'irrilevanza politica e numerica. Da allora per me fu solo "cittadinanza" più o meno attiva prima di incontrare il Pd, uno spazio politico aperto in cui potermi nuovamente misurare con le idee e le persone: una scommessa che ritengo ancora valida e che personalmente rinnovo da 5 anni.
Voglio parlare di Alex (e continuerò periodicamente a farlo) anche perché in questi 5 anni più volte ho sentito ricordare la sua figura ma spesso ciò che mancava era l'andare davvero incontro a quest'uomo "di confine" che sapeva guardare il futuro, guardare lontano: un uomo così andava riletto nella sua complessità e non magari solo citato quasi come fosse una cartolina 'di sinistra' da esporre ogni tanto in mezzo ai vari stralci delle varie primarie e campagne elettorali. Messo là così, magari giusto per far bella figura.
La sinistra che Langer rappresentava era una sinistra pragmatica che si faceva domande chiedendo a se stessa cosa fosse diventata e chi/cosa rappresentasse in quel momento storico-sociale; si chiedeva razionalmente perché la gente comune votava convintamente Berlusconi e se lo chiedeva evitando però la scorciatoia di un antiberlusconismo di comodo; si poneva la questione della multiculturalità, dei relativi conflitti, dell'integrazione; prospettava l'esigenza di una visione 'larga' della partecipazione e della militanza arrivando a ipotizzare addirittura l'avvento di un 'Papa straniero' (ossia Langer stesso che si propose con un autocandidatura) come Segretario dell'allora Pds. La proposta, forse anche perché pubblicata su Cuore, non venne presa molto sul serio ma le parole scritte in quella lettera aperta erano profetiche:
Una riedizione della coalizione progressista o di altri consimili cartelli non riuscirà a convincere la maggioranza degli italiani a conferirle un incarico di governo. Ci vuole una formazione meno partitica, meno ideologica, meno verticistica e meno targata 'di sinistra'. Ciò non significa che bisogna correre dietro ai valori ed alle finzioni della maggioranza berlusconiana, anzi. Occorre un forte progetto etico, politico e culturale, senza integralismi ed egemonie, con la costruzione di un programma ed una leadership a partire dal territorio e dai cittadini impegnati, non dai salotti televisivi o dalle stanze dei partiti
E ancora:
Bisogna far intravvedere l'alternativa di una società più equa e più sobria, compatibile con i limiti della biosfera e con la giustizia, anche tra i popoli. Da molte parti si trovano oggi riserve etiche da mobilitare che non devono restare confinate nelle 'chiese', e tantomeno nelle sagrestie di schieramenti ed ideologie. Ma forse bisogna superare l'equivoco del 'progressismo': l'illusione del 'progresso' e dello 'sviluppo' alla fin fine viene assai meglio agitata da Berlusconi
Parole forse anche 'eretiche' ma sacrosante e ancora attualissime così come ancora attualissimi sono gli scritti e le riflessioni di Alex. Chi fa politica in zone di confine - come ad esempio la montagna - si rende conto maggiormente, a volte in modo direi quasi drammatico, di quanto occorra una politica coraggiosa, altrettanto 'di confine' e che le donne e gli uomini di confine hanno talvolta le mani più libere e spesso guardano in alto. Guardare in alto e oltre gli steccati: Langer lo fece sin dalla fondazione della rivista dal nome programmatico 'Il Ponte'.
E, appunto, oggi c'è più che mai bisogno di un 'ponte' verso un futuro e un modello di vita sostenibile: il Pd, nel suo eterno divenire, dovrebbe essere il territorio più adatto per sperimentare nuovi modelli di azione politica. Per farlo ci vogliono alcune coordinate, strettamente concatenate: inclusione, cittadinanza, sostenibilità, innovazione. Sono le coordinate di un Pd "open source" in parte già riempite da contenuti ma in parte ancora da riempire: sono alcune "stelle" del M5S i cui capi-padroni gettano brutalmente nella polvere (di stelle, è il caso di dirlo) stracciando la testimonianza di tutti i cittadini attivi che in buona fede ci hanno creduto e ci credono. Sono quella frontiera e quel futuro che è solo l'inizio per la lunga e bellissima traversata di un Paese nuovo.

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