martedì 28 ottobre 2014

UNA SECONDA ECONOMIA PER LA DECRESCITA:L'USATO

Economia di seconda mano

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di Alessandra Magliaro*
Seconda mano, ormai una vera e propria economia. La passione per l’usato, il vintage, il collezionismo gli italiani l’hanno sempre avuta, anche se meno di altri europei e anglosassoni – i garage sale americani ne sono un esempio storico – ma ora il fenomeno è una vera e propria scelta di consumo che guida lo stile di vita delle persone. La Second Hand Economy è ormai una nuova forma di mercato che ridefinisce il paradigma economico sociale dei consumi, assegnando all’usato un ruolo centrale negli acquisti dei consumatori e nell’economia domestica. Se prima era quasi da snob cercare nei mercatini dell’usato oggetti curiosi, più o meno di valore,  ora l’approccio è ben diverso. A confermarlo è un’indagine Doxa, realizzata per Subito.it leader in Italia per la compravendita dell’usato,  secondo la quale il 44 per cento degli italiani sceglie l’usato per passione, unicità, eco-sostenibilità e risparmio. Il volume d’affari generato nell’ultimo anno in Italia si attesta sui 18 miliardi di euro, (l’1 per cento del Pil), di cui il 47 per cento generato dalla compravendita online. L’acquisto e la vendita del Second Hand sta crescendo, anche grazie alle tecnologia digitale: 3 italiani su 10 acquistano/vendono usato sul canale online.
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Per Guido Argieri di Doxa, “la Second Hand Economy è oggi una realtà in molti paesi, e lo sta diventando anche in Italia, e non è un caso che questo fenomeno si stia espandendo proprio ora, in un momento storico di grande cambiamento e dinamismo caratterizzato da un bisogno dell’individuo di avere un ruolo sempre più attivo nella propria società ed economia e nelle scelte della vita di tutti i giorni. Anche se il mercato dell’usato è ancora in fase di crescita, la linea evolutiva che sta seguendo lo porterà ad essere una leva importante nel sistema socio-economico grazie a digitale e mobile che ne saranno il driver”.
La compravendita dell’usato è un trend che sta progressivamente esplodendo, determinato da tre grandi direttrici: tecnologica, economica e valoriale. La diffusione dei nuovi dispositivi mobili e un sempre più elevato livello di connettività, infatti, sta incrementando il numero di persone che comprano o vendono oggetti usati online. La crisi economica, inoltre, ha contribuito alla crescita – il 71 per cento ha acquistato l’usato per risparmiare (anche se il 57 per cento ha venduto usato per liberarsi dal superfluo) – ma ha anche generato un approccio ai consumi più smart che vede l’usato come un modo intelligente e eco-sostenibile di fare acquisti – secondo 3 italiani su 5.
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In questo scenario ecco che accanto ai mercatini, sempre più numerosi, si afferma il web con una quota del 30 per cento, prediligendo l’acquisto di beni usati nelle categorie Casa e Persona (28%) ed Elettronica (32 per cento). La motivazione per cui gli oggetti legati all’arredamento, alla moda e alla tecnologia stanno diventando protagonisti dell’usato in digitale – spiega la ricerca – è correlata alla possibilità di cambiare velocemente, avere sempre cose nuove e seguire gusti e tendenze, oltre al bisogno di coltivare le proprie passioni stando al passo con i tempi.
L’italiano prudente, attento alle spese e avverso agli sprechi è certamente presente all’interno della popolazione che compra l’usato, ma non rappresenta l’identikit principale di chi fa la Second Hand Economy. Nonostante infatti l’11 per cento dei consumatori si identifichi nel profilo del Concreto, ovvero colui che fa acquisti per permettersi di soddisfare reali bisogni famigliari, il profilo più ricorrente (33 per cento) è quello che si basa su un concetto di Leggerezza del superfluo dove l’esigenza di avere cose sempre nuove, la possibilità di cambiare guardaroba, arredamento e tecnologia e l’opportunità di risparmiare senza fare troppe rinunce, guidano la scelta di acquisto e vendita dell’usato. Seguono poi il profilo Economia 2.0 (14 per cento), tipico dei giovani appassionati di tecnologia e utilizzatori di Internet interessati ad acquistare a poco vendendo a tanto, quello degli Ideologici (12 per cento), nostalgici delle cose di una volta e che desiderano contribuire attivamente a un nuovo mercato, più sostenibile, e infine l’identikit della Smart Chic (8 per cento), la over 45 che compra il bello e cerca oggetti originali, acquista ciò di cui si innamora come abiti vintage che portano con sé una storia e crede nel riuso e nella sostenibilità.
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Nella top list degli oggetti usati più cercati, almeno su Subito.it, ci sono orologi, con il marchio Rolex in testa, seguiti da borse, scarpe e oggetti vintage di Louis Vuiton, Gucci e Hogan. Tra le ricerche più unconventional: l’abito da sposa.
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* Caposervizio della redazione Spettacoli, Cultura e Media dell’agenzia Ansa. L’articolo di questa pagina è stato scritto per ansa.it (dove è stato pubblicato con il titolo Economia di seconda mano. Usato è passione, stile di vita, scelta di consumo). Noi lo pubblichiamo con il consenso dell’autrice, che si dice felice di appartenere a Comune-info.

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